Russia: il tradimento Wagner poteva innescare la guerra civile

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Nella notte tra venerdì e sabato, il capo della brigata Wagner, Yevgeny Prigozhin, aveva invitato il popolo russo a “unirsi a loro” per una marcia “della giustizia” su Mosca.

Da quanto si era appreso, l’obiettivo era quello di sovvertire i vertici militari russi, accusati di non essere in grado di gestire l’invasione di Kiev.

Per l’intelligence russa la mossa di Prigozhin è stato “un colpo di Stato”.

Che cos’è la Brigata Wagner?

Fondato nel 2013 dall’oligarca Evgeny Prigozhin e del colonnello Utkin, la Brigata Wagner è un gruppo paramilitare russo formato da mercenari molto vicino al Cremlino divenuto celebre per il suo intervento nel conflitto in Ucraina dell’ultimo anno. Il nome si ispira al celebre compositore tedesco Richard Wagner, di cui il colonnello Utkin è un fervente appassionato.

A dati recenti, i membri della brigata sono sui circa 6000.

Il malessere dell’esercito russo dietro il tradimento della Wagner

Il motivo dietro questo “tradimento” sarebbero le accuse di sabotaggio, ai danni della brigata, che proverrebbero dall’Esercito Russo.

In risposta, il servizio di sicurezza russo, FSB, aveva accusato la brigata “di mentire sugli attacchi dell’esercito ufficiale” e che “Prigozhin rischia solo di far precipitare il paese in una guerra civile”.

Nel giro di poche ore la brigata Wagner aveva conquistato le città di Rostov e di Voronezh

Intanto, il sindaco di Mosca, insieme al governo, stava organizzando controlli e blocchi stradali in un’ottica antiterroristica nella capitale, chiudendo al pubblico alcuni siti culturali, come il mausoleo di Lenin.

Solo dopo ore di attesa e di agitazione a livello internazionale è giunta una notizia alquanto inaspettata: Prigozin ha accettato di mettere fine all’avanza verso Mosca comunicando il suo rientro in territorio ucraino.

La Wagner fa retro front: riuscita la mediazione di Lukashenko

 “Ci fermiamo e torniamo alle basi. Torniamo in Ucraina per evitare un bagno di sangue russo”.

Decisione presa dopo la mediazione del presidente bielorusso Lukashenko.

Non si sanno bene le modalità attraverso cui è iniziata ed è terminata questo preludio di guerra civile russa.

Con la speranza che nei prossimi giorni vengano rilasciate notizie maggiori per chiarire la vicenda, una cosa è sicura: il ruolo della Russia è sempre più instabile e questa crisi ne è la prova inconfutabile.

Citando le parole del presidente ucraino Zelensky: “Oggi il mondo ha visto che i padroni della Russia non controllano nulla. Niente di niente. Caos completo”.

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