Il 28 luglio 2023, la sospensione del Reddito di Cittadinanza ha colpito quasi 170 mila nuclei familiari, scatenando proteste in tutta Italia. A Napoli, centinaia di persone si sono radunate davanti alla sede dell’INPS, mentre a Palermo un uomo disperato ha minacciato gesti estremi. Gli enti locali affrontano pressioni crescenti, temendo un’esplosione di richieste di aiuti. Introdotto nel 2019 dal Governo Conte I, il Reddito mirava a ridurre la povertà e favorire l’occupazione, ma ha suscitato critiche per costi e inefficienze. Il senatore Luigi Nave, intervistato per offrire una prospettiva della minoranza, ha sottolineato come i centri per l’impiego, responsabilità delle regioni, abbiano boicottato la misura. Nave accusa il governo di aver aggravato le disuguaglianze con la sospensione e propone un coordinamento più efficace per garantire tutele sociali, sostenendo l’importanza di politiche attive per l’occupazione e il contrasto alla povertà.
Onorevole, il Reddito di cittadinanza è stato introdotto ufficialmente nel 2019 dal Governo Conte I. In questo lasso di tempo ha raggiunto i risultati sperati o, come alcuni attualmente sostengono, non ha funzionato adeguatamente?
E secondo lei, quali sono stati i risultati positivi e le criticità del reddito di cittadinanza durante il periodo in cui è stato in vigore?
Il Reddito di cittadinanza ha avuto il grande pregio di essere un mitigatore sociale, soprattutto in momenti particolari come quelli appena vissuti.
Era una misura che andava sì modulata, ma assolutamente non cancellata. Andava quindi implementata quella parte relativa alle misure attive che i centri per l’impiego, di competenza regionale, dovevano mettere in atto, ma che non hanno fatto solo per boicottare la misura istituita dal Movimento 5 Stelle.
Ed è stato proprio il mancato funzionamento dei centri per l’impiego che ha contribuito al caos creato con l’SMS che il governo ha deciso di mandare a 169 mila nuclei familiari, lasciandoli senza sostengo economico e senza speranza. Oggi l’Italia è l’unico paese a non avere una misura universale di contrasto alla povertà. Gran bel primato!
Molti sostengono che l’abolizione del reddito di cittadinanza potrebbe aumentare il rischio di povertà e disuguaglianza sociale. Quali contromisure il Movimento 5 Stelle propone per mitigare questo rischio?
Nemmeno 24 ore dal messaggio SMS e sono già evidenti le disuguaglianze sui territori, viste le continue chiamate ai servizi sociali e la preoccupazione di deriva sociale che ne può scaturire. Se a questo aggiungiamo la denuncia da parte degli esercenti, che prevedono un mancato introito di circa un miliardo di euro il cerchio si chiude.
Le contromisure del Movimento sono quelle previste nel Reddito di cittadinanza: coordinamento di tutti i centri per l’impiego per avere la mappatura delle offerte di lavoro, corsi di aggiornamento per gli occupabili e la possibilità, per gli imprenditori di avere come sgravio per l’assunzione del percettore la parte restante del Reddito.
Senatore Nave, quali sono le lezioni apprese dal periodo in cui il Reddito era attivo? Come si intende applicare queste lezioni per sviluppare politiche sociali più efficaci e sostenibili?
Come lezione va appunto evidenziata la parte dei centri per l’impiego che non hanno assolutamente funzionato a dovere.
Adesso è compito di questo governo, che gestisce quindici regioni, riuscire a far funzionare i centri per l’impiego che hanno tanto osteggiato i governi precedenti.