Democrazia Cristiana, Trenta: “Europee? Lavoriamo per esserci”

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In esclusiva per CentroSud24, Elisabetta Trenta, ex ministro della Difesa, ha parlato della nuova sfida della Democrazia Cristiana. Il tutto all’indomani del ritorno della storica Festa dell’amicizia a metà novembre.

Torna lo scudo crociato, ma a giudicare dalle parole di Elisabetta Trenta che, nella rinascente Democrazia Cristiana, sta trovando una seconda vita politica.

“La delega che mi è stata data dal Segretario del partito avv. Antonio Cirillo e dalla direzione è di Responsabile del Dipartimento Programmazione Politica e Formazione, Coordinatrice Strategica Internazionale e Delegata ai Rapporti con il Parlamento – ha spiegato Elisabetta Trenta -. Ma in un partito grande che rinasce, ognuno deve collaborare dove serve anche al di là delle cariche, ed io cerco di farlo.” 

Democrazia Cristiana, progetto nuovo ma non un nuovo partito: “Guai a chiamarla Nuova DC”

Si tratta di una rinascita ma non di una fondazione ex novo. Il partito, infatti, è lo stesso che si credeva essere stato sciolto ormai 30 anni fa, una scelta che è oggetto di una battaglia legale che Elisabetta Trenta ha così spiegato:

Dal profilo Facebook di Elisabetta Trenta

“Non è corretto parlare di Nuova DC – ci tiene a sottolineare -. Parliamo del partito originario che si credeva essere stato sciolto da Martinazzoli nel 1993, ma che in realtà non lo era stato, come stabilito da una sentenza del 2010 della corte di Cassazione a sezioni riunite (25999 del 23 dicembre) che dichiarò anche che gli accordi di Cannes, con cui CDU e Partito Popolare si erano divisi il nome e il simbolo del partito, non fossero validi e che si doveva tornare alla situazione precedente il 1993. Il congresso realizzato secondo le regole dello Statuto a febbraio 2023 è stato il momento della rinascita.” 

Il futuro della Democrazia Cristiana

Importante spiegare il passato ma ancor più importante capire il futuro. C’è, infatti, in programma La festa dell’amicizia, lo storico appuntamento che vide la sua ultima edizione proprio nel 1993 e che tornerà quest’anno a battezzare il nuovo corso della Democrazia Cristiana.

“Il primo impegno politico che vogliamo assumerci è proprio ricominciare a pensare il futuro – dice Trenta -. Viviamo ormai in un periodo di continua crisi a livello nazionale e internazionale che è iniziata come crisi finanziaria nel 2008 che poi si è trasformata in crisi economica, c’è  stata poi la pandemia e subito dopo il ritorno della guerra in Europa. In questo periodo tutte le grandi sfide di un Paese sono diventate quelle capaci di passare i confini e questo significa che la politica italiana deve tornare ad assumere una prospettiva in cui le dinamiche della politica interna non debbano diventare più importanti di quelle della politica estera. Il mondo complesso non deve essere semplificato da slogan ma affrontato con responsabilità.
La Democrazia Cristiana vuole diventare un partito di riferimento per gli italiani che vogliamo tornare a rappresentare – aggiunge -. Per far questo deve essere ristabilita la fiducia verso la politica e si deve rinnovare il patto tra lo Stato ed i cittadini che devono ricominciare a scegliere i propri rappresentanti.”

La Democrazia Cristiana ha un programma impegnativo: scuola, sanità, lavoro, legge elettorale ed Europa. Elisabetta Trenta suona la carica

Una proposta, quella della Democrazia Cristiana, che parrebbe davvero molto articolata e ben pensata:

“Ci impegneremo quindi perché venga dichiarata l’incostituzionalità dell’attuale legge elettorale e perché si possa tornare al sistema proporzionale – dichiara l’ex ministro -. Per quanto riguarda gli obiettivi principali della nostra azione, una delle priorità è battersi per il sistema sanitario universale e pubblico, in cui il privato sia presente vicino a quello pubblico ad integrazione dei servizi sanitari da esso offerti ma non per sostituirlo.
Una sanità efficace e per tutti è un bene comune e deve essere compiuto uno sforzo enorme per assicurare uguaglianza di trattamento per tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione di residenza, riduzione dei tempi necessari per le prestazioni sanitarie, incremento del numero dei medici e maggiore disponibilità delle prestazioni sanitarie. Occorre favorire la ricerca sanitaria in Italia ed evitare di perdere tanti giovani ricercatori. Un grande contributo al settore sanitario può arrivare da un uso razionale della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale. Anche qui occorre favorire gli investimenti e nel contempo migliorare le leggi e i regolamenti di riferimento.”

Certamente non l’unico punto, perché merita un capitolo corposo anche l’istruzione, la giustizia e l’UE:

“La scuola è un’altra delle nostre priorità. Da troppo tempo è trascurata e trattata come il comparto meno importante dello Stato, quando invece gli investimenti in formazione sono quelli più importanti per uscire dalla crisi. Tra le nostre priorità anche la giustizia e l’Unione europea. Le elezioni europee si avvicinano velocemente e siamo coscienti che se non facciamo un salto avanti verso il completamento del progetto europeo, rischiamo che l’UE vada verso la disgregazione. Ragionare su una nuova UE che rappresenti di più i popoli e le società e meno le burocrazie è l’attività più importante da svolgere nei prossimi mesi mentre ci prepareremo alle elezioni. 

Ripensare il Lavoro è una delle priorità da affrontare di fronte alla prospettiva di un aumento della disoccupazione tecnologica (dovuta alla robotizzazione e alla diffusione dell’IA) – altro punto fondamentale messo in campo da Trenta -. Il lavoro non scomparirà ma cambierà e questo processo deve essere accompagnato dal cambiamento della formazione. Ci saranno nuovi lavori che nasceranno nei settori emergenti come quello dell’Intelligenza artificiale e dei servizi associati, della transizione energetica e delle tecnologie ambientali.

Senza trascurare però che il nostro è un paese il cui ‘petrolio’ è costituito dai beni culturali, dal paesaggio, dalla tradizione enogastronomica e dalla ‘bellezza’. Infine, da tempo in Italia non si fanno più politiche industriali. E’ ora di rilanciarle con convinzione. La famiglia e tutte le problematiche ad essa associate saranno un altro tema importante per noi. Una società forte e coesa nasce anche dall’attenzione che lo stato rivolge alle famiglie come primo nucleo della società. Le politiche per la famiglia sono anche uno strumento per combattere contro quello che viene chiamato l’inverno demografico.” 

Democrazia Cristiana, Trenta: “Europee? Lavoriamo per esserci”

Il primo vero appuntamento da mettere nel mirino è la sfida in Europa. Tra meno di un anno le elezioni europee potrebbero davvero cambiare tutto, sia per questa maggioranza che per la stessa Europa, in cui gli equilibri si erano già fortemente modificati all’ultima tornata. In questo quadro potrebbe inserirsi anche la Democrazia Cristiana per tentare un primo banco di prova:

“Sarebbe, certo, una sfida complicata per iniziare – ammette Elisabetta Trenta -. Confermo, la sfida è molto complicata. Ma intendiamo esserci e stiamo impegnandoci per fare degli accordi con altri partiti che condividano le nostre posizioni.”

Dunque, qualcosa si muove davvero ma anche il progetto in Italia potrebbe essere attrattivo e rappresentare davvero una variabile importante. Per adesso ogni genere di alleanza sembra smentita:

“In Italia noi siamo la Democrazia Cristiana, non destra e non sinistra, ma con un’identità definita anche se capaci di dialogo con tutti. In Europa il sistema elettorale proporzionale ci consente già di fare delle scelte di centro.” 

Democrazia Cristiana, la nuova sfida personale di Elisabetta Trenta: un nuovo percorso incentrato sulla pace

Insomma torna il vero centro, quello puro, capace di fare davvero da ago della bilancia. In ultimo, però, c’è il personaggio politico, la donna, l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta che si racconta in questa nuova avventura:

“Ritengo di aver trovato una collocazione a me congeniale – ammette Elisabetta Trenta senza nascondere l’entusiasmo -. L’ispirazione ai valori cristiani deve garantire che l’azione politica sia ispirata alla Pace: la pace di ogni uomo con se stesso, quando è soddisfatto, vive con dignità, vede riconosciuto il proprio lavoro e le proprie aspirazioni, vive in una società giusta e in libertà. 

La pace che si sviluppa nel corpo della società, quando c’è giustizia, equità, parità di opportunità, rispetto delle minoranze, solidarietà e una convivenza ordinata perché è presente un’autorità capace di assicurare l’ordine e contribuire all’attuazione del bene comune – conclude -. 

La pace che si sviluppa fra gli stati, quando le risorse sono distribuite in maniera equa nello spazio e gli stati riconoscono il bene comune universale che si realizza quando gli interessi di ogni singolo stato sono limitati da un generale interesse globale alla pace, allo sviluppo e alla stabilità e la pace che si sviluppa nel tempo, tra le generazioni, quando una generazione non consuma le possibilità di vita futura della generazione che segue.”

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