Trame 12 – La storia di Lollò Cartisano a 30 anni dal suo omicidio

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Trame 12 ha raccontato la storia di Lollò Cartisano. Ucciso dalla ‘ndrangheta nella Locride perché non volle pagare il pizzo e denunciò i suoi aguzzini.

Era il luglio del 1993. Quasi 30 anni fa. Fu uno di quei sequestri di persona che scuotono un’intera comunità. Nello stesso anno, nello stesso posto, vi erano stati 18 sequestri di persona. Bovalino, comune della Locride, scese in piazza per sostenere la famiglia. La quale pagò il riscatto. Ma non ebbe restituito, né vivo e né morto, il suo caro.

Lollò Cartisano, fonte Libera

Chirico: «Vittime di mafia dimenticate, perché non eccellenti, ma che attendono ancora risposte»

Giovanni Tizian e Danilo Chirico – foto Rosella Cerra

È l’ultima giornata di TRAME, il Festival dei libri contro le mafie.

Danilo Chirico, giornalista, scrittore, autore televisivo e presidente dell’Associazione antimafie daSud. Interviene dal palco, insieme a Giovanni Tizian, direttore artistico di TRAME, per raccontare e ricordare questa storia. E lo fa anche tramite due suoi libri: “Storia dell’antindrangheta” e “Dimenticati”.

«Per 10 lunghi anni Deborah, la figlia, scrisse una lettera aperta ai sequestratori per avere notizie del padre».

«Quando Lollò Cartisano viene sequestrato succede in Calabria una cosa che era già successa e che succederà ancora. Cioè c’è un paese che si ribella e nasce il Comitato Pro-Bovalino Libera. Costituito da ragazze e ragazzi di Bovalino che tiene in scacco il paese. C’è lo sciopero della fame, ci sono occupazioni delle piazze che durano per mesi. Il governo all’inizio fa finta di non vederla questa cosa. Poi sono costretti a prendere atto del fatto che in Calabria stava succedendo una cosa. E lo dico perché un altro pregiudizio con cui noi abbiamo dovuto combattere per troppo tempo è che la Calabria accetta tutto, la Calabria non si ribella, la Calabria non esercita il conflitto. Che invece questo popolo ha saputo esercitare anche in questo territorio». Continua

«A Bovalino c’era un gruppo di ragazzi che si era messo in testa che non doveva accettarla più questa cosa.

Quindi la commissione antimafia arriva a Bovalino, il sottosegretario all’interno arriva a Bovalino. Questi ragazzi vengono convocati a Roma per ascoltare che cosa avevano da dire». E racconta la storia di Deborah, la figlia di Lollò Cartisano. «Debora che era naturalmente una delle animatrici questo comitato.  È la storia di una grande ostinazione». La famiglia paga il riscatto. «Ma paga questo riscatto inutilmente. Probabilmente Lollò viene ucciso con un incidente sei mesi dopo il sequestro. Ma non riescono ad avere più notizie. La famiglia non accetta questa cosa e Debora, per 10 anni, scrive ogni anno una lettera aperta di sequestratori chiedendo di sapere il destino del proprio padre e per 10 anni questa lettera viene pubblicata su tutti i giornali. Ma rimane lettera morta. Dopo 10 anni, succede un miracolo perché dopo i 10 anni, alla decima lettera di Debora Cartisano arriva una risposta anonima da parte di uno dei sequestratori. Le viene rivelato dove si trovano i resti di suo padre. Sono in Aspromonte, ai piedi di Pietra Kappa. Organizzano una prima marcia e qui trovano i resti di Lollò.

Da allora l’ostinazione di Debora si è trasformata in militanza antimafia

Si è trasformata non soltanto nel suo impegno associativo, ma di recente è stata eletta vicepresidente del coordinamento regionale di Libera. «Ma quella marcia che era una marcia, una processione laica della famiglia Cartisano è diventata una processione laica di un pezzo del popolo calabrese».

Ogni anno si fa la marcia lungo il “sentiero della memoria” organizzata da Libera

Sul sito di TRAME si legge «Dal 2003 il sentiero traccia il percorso di chi non vuole dimenticare, ripercorrendo i passi che un pentito descrisse nei dettagli per permettere alle forze dell’ordine di trovare le spoglie del fotografo di Bovalino, sequestrato il 22 luglio 1993. “Un percorso faticoso dal punto di vista fisico ed emotivo, ma liberatorio per chi è convinto che la memoria sia la base di partenza per non essere sommersi dall’indifferenza”».

Anche quest’anno, ci conferma Deborah Cartisano, la marcia si ripeterà il 22 luglio 2023

Cartisano: «Vi sono state donne, uomini e bambini che sono caduti per mano della ‘ndrangheta perchè hanno saputo dire di “no” che hanno reso noi più liberi».

Deborah Cartisano ora è vicepresidente di Libera in Calabria. Gira per le scuole, fa informazione, e costantemente cerca di tenere alta l’attenzione su questi temi.

Ha partecipato all’edizione di TRAME 11. In questa occasione dichiarò: «Siamo a Trame per ricordare l’importanza della memoria delle vittime di ‘ndrangheta che negli anni sono state dimenticate, come vittime di serie “B”. Bisogna far sapere che vi sono state donne, uomini e bambini che sono caduti per mano della ‘ndrangheta perché hanno saputo dire di “no” che hanno reso noi più liberi».

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