Scuola: anche i sindacati contro l’accorpamento degli istituti

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Scuola: Inizia la discussione al TAR del Lazio del ricorso Cgil Flc: «Questo piano va fermato». Il 24 ottobre a Lamezia Gianna Fracassi.

Si invoca il “Decreto Caivano”

La FLC CGIL ha impugnato il decreto attuativo sul Dimensionamento Scolastico, il  DM 127 del 30 giugno, rendendolo noto in un comunicato diffuso il 26 settembre. In esso si afferma che: «Il piano di dimensionamento è un vero e proprio taglio di risorse finanziarie e professionali a danno della scuola pubblica soprattutto nelle situazioni di maggiore disagio sociale e lavorativo. Determinerà il completo stravolgimento della rete scolastica, in particolare nelle regioni del Sud Italia. È infatti prevista, a partire dall’anno scolastico 2024/25, la soppressione di ben 651 unità di direzione amministrativa, con una forte diminuzione dell’organico ATA e il relativo aumento dei problemi di gestione delle scuole». la prima udienza, fissata per il 17 ottobre, è stata rinviata al 7 novembre.

Conclude il comunicato con un’esortazione: «Questo piano va fermato». Alcune Regioni hanno già fatto ricorso.

Per il 23 e 24 ottobre è attesa in Calabria la segretaria nazionale FLC CGIL Gianna Fracassi. Nel pomeriggio del 24 a Lamezia, a margine dell’assemblea regionale di “Proteo Fare Sapere”, si discuterà dell’eventualità di portare avanti i ricorsi anche nella Regione Calabria.

Diverse Regioni italiane hanno rigettato all’origine, ossia fatto ricorso al TAR contro il Decreto, relativo allaRiorganizzazione del sistema scolastico prevista nel Piano nazionale di ripresa e resilienza”, di cui abbiamo già scritto qui. Ossia la Toscana, l’Emilia-Romagna, la Campania e la Puglia.

La Calabria no, ma a breve dovrà approvare i piani delle province fra contestazioni e minacce di ricorsi. Se la regione si adegua al disegno nazionale, non lo fanno alcuni dirigenti scolastici e sindaci che hanno già annunciato di ricorrere se si andrà avanti con questo Piano.

Chiamato in causa il Decreto Caivano e “Agenda Sud”

Il Decreto Caivano   Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale“, viene tirato in ballo proprio perché la Calabria è inclusa in tale Decreto. Considerata una di quelle Regioni che soffre di povertà educativa, di disagio sociale e di criminalità minorile. Inoltre, necessita di maggiori risorse umane e materiali per meglio fronteggiare queste notevoli criticità. Questo dimensionamento di fatto impoverisce tutta la struttura scolastica regionale. La creazione di mega-istituti allontana principalmente le famiglie, quindi la società, dai “feudi” scolastici, con dirigenze spesso arroccate ed inavvicinabili.

Il Decreto, nato per il caso “Caivano”, comune campano con particolari criticità, viene chiamato in causa per il Capo II “Disposizioni in materia di sicurezza e di prevenzione della criminalità minorile”, rendendolo generico ed applicabile a tutte le realtà territoriali. Ma più nello specifico si va con il Capo III “Interventi a supporto delle istituzioni scolastiche del Mezzogiorno – «Agenda Sud»”.

Agenda Sud, ricordiamo, è nata con lo specifico obiettivo di portare avanti la “lotta al contrasto alla dispersione scolastica e alla riduzione dei divari territoriali” con lo stanziamento di fondi del PNRR nelle Regioni meridionale di Abbruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Si tratta di “euro 34.300.000,00 in favore delle scuole statali primarie, secondarie di primo e di secondo grado delle regioni del Mezzogiorno”. L’elenco delle scuole è nell’allegato. Dovrebbero essere particolarmente attenzionate, non depotenziate. Molte delle scuole in Allegato sono state colpite e falciate dal piano di dimensionamento.

In questi giorni ha fatto molto discutere ciò che sta avvenendo in Calabria, in particolare nella provincia di Catanzaro, particolarmente colpita da questo Piano.

Un Piano di Dimensionamento che genera “mostri ingestibili”. Questo è ciò che palesa a vedere i numeri di alunni e di personale che alcuni capi d’istituto si vedranno a dover gestire. Una scuola che viene di fatto snaturata perché genera sempre più distanze fra chi la governa e chi la amministra, fra chi vi insegna e chi vi studia, fra le sedi gestionali e le famiglie. Avremo istituti, come il “Manzoni-Mater Domini”, che unisce due istituti, uno con 1017 ed l’altro con 943, arrivando a 1.960 alunni e quasi 4000 genitori a cui prestare ascolto. Sempre che si dia importanza al rapporto scuola-famiglia! Avremo l’IC “G. Patari-Rodari-Pascoli-Aldisio” che sommerà 893 e 804 alunni per arrivare a 1697. Il Convitto Nazionale “Galluppi” di Catanzaro vedrà la formazione di un mega istituto con 2198 alunni e con circa 4300 genitori da ascoltare. Sempre che si dia la giusta importanza al rapporto scuola-famiglia, che rischia di essere seriamente scoraggiato.

Su Lamezia il Polo Liceale “Campanella-Fiorentino”, con 1615 alunni e oltre 3mila genitori da ascoltare Il Liceo Campanella ha già 1121 alunni, da risultare abbondantemente autonomo.

Insomma, si procede apparentemente anche contro la normativa stessa, accorpando istituti che hanno già l’autonomia, o scorporarli affinché la perdano. A Gioia Tauro è il caso dell’IC “Paolo VICampanella” con l’IC “Pentimele”, che avrà quasi 2000 alunni, in un territorio a forte dispersione scolastica.

In Calabria la Provincia di Catanzaro chiede scusa a Catanzaro e Lamezia, ma intanto taglia. Catanzaro dice NO e annuncia ricorso al TAR, Lamezia dice SI

Inizia chiedendo scusa alle due città maggiormente penalizzate per i tagli il signor Mormile, presidente della Provincia del capoluogo calabrese. Ma il professore Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro vota no ed ha già annunciato di ricorrere al TAR. L’avvocato Mascaro, sindaco di Lamezia vota sì. Con molte scuole coinvolte già destinatarie di finanziamenti di “Agenda Sud”.

La scuola non ci sta. È ancora il caso dell’IC di Sant’Eufemia, a Lamezia Terme. Continuano le botte e risposte, ma anche le contraddizioni, fra chi si presuma abbia avanzato per prima la proposta, poi diventata scelta, di dividere una autonomia scolastica per giustificarne la perdita.

Lo “spezzato” IC di Santa Eufemia. L’amministrazione di Gizzeria nega responsabilità in merito

È una scuola “spezzettata”, studiata quasi a tavolino per far perdere l’autonomia, giustificare accorpamenti e sanare “appetiti di espansione”. Il riferimento è al caso dell’IC “S. Eufemia” di Lamezia Terme. La proposta di scorporare i 392 alunni frequentanti i plessi di Gizzeria Lido e Mortilla, geograficamente confinanti sul litorale lametino, accorpati all’IC “Falerna-Nocera Terinese” che ha 832 alunni e che comunque è già tutelata come zona interna. La dirigenza andrebbe a Nocera Terinese, a 21 km da Gizzeria Lido e con un tempo di percorrenza di oltre 20 minuti. Contro i tre km attuali. A chi giova?

Attualmente la dirigenza dei plessi di Gizzeria Lido e Mortilla è a Santa Eufemia, a circa tre km e raggiungibile in meno di dieci

minuti. Staccando tali plessi. L’IC di Santa Eufemia perderebbe il numero di iscritti tali da mantenere l’autonomia e si vedrebbe accorpata, e di fatto annullata, all’IC “Borrello-Fiorentino” con gli attuali 636 alunni.

Durante la presentazione del Piano in Provincia, il consigliere Davide Mastroianni, nella duplice veste di consigliere della provincia di Catanzaro e del comune di Lamezia Terme, si lascia sfuggire una dichiarazione che ha scatenato la reazione dell’amministrazione di Gizzeria, la quale ha sentito il dovere di replicare. Mastroianni avrebbe attribuito la scelta della divisione “esclusivamente” per volontà politica «Per quanto riguarda l’Ic Sant’Eufemia l’istituto aveva fino a oggi 966 alunni. Verrà accorpato con il Borrello-Fiorentino solo ed esclusivamente perché il comune di Gizzeria ha deciso di staccare i propri plessi a favore dell’Ic Falerna-Nocera».

Da parte sua l’amministrazione replica di non avere assolutamente fatto ingerenza nella scelta della Provincia. «Il Presidente della Provincia Mormile ha espresso personalmente a codesta Amministrazione – precisa nella nota il comune di Gizzeria – la proposta di accorpare tali plessi con l’Istituto Comprensivo di Falerna e Nocera Terinese per meglio rispondere alla riorganizzazione del piano soprattutto in considerazione del consistente taglio delle dirigenze che ha investito Lamezia Terme, chiarendo la difficoltà di riuscire a mantenere l’autonomia dell’Istituto di Sant’Eufemia, indipendentemente dalla presenza o meno dei plessi ricadenti a Gizzeria. Lo stesso Sindaco di Lamezia Terme Mascaro ha evidenziato l’importanza di procedere nell’approvazione del piano nell’esclusivo interesse di tutti i territori coinvolti». Però di fatto non si fa proprio il bene del territorio se si porta la dirigenza od oltre 20km di distanza! Sarebbe bene tenere conto sia del Decreto Caivano che di Agenda Sud, prima di procedere.

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