La Posidonia oceanica rinasce al Parco Sommerso di Gaiola

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foto Parco Sommerso Gaiola

Grazie ad un importante progetto di ricerca scientifica torna a rinascere nei fondali di Napoli la Posidonia oceanica. Un progetto che in questi giorni vede la sua realizzazione dopo tanti anni di studi e con la collaborazione di due aree marine protette, quella della Gaiola e quella ischitana di Regno di Nettuno. Questa pianta marina infatti è fondamentale per la sopravvivenza del nostro mare e del suo ecosistema.

Una volta questo grande polmone verde di Napoli ricopriva tutti i fondali sabbiosi di Posillipo, fino a circa 30 metri di profondità. Negli ultimi decenni purtroppo è quasi completamente scomparso dalla nostra costa.

Le cause sono da attribuirsi alla pesca a strascico sotto costa, all’ aumento smisurato dell’ attività diportistica e degli ancoraggi. Ma la causa più rilevante è l’ intorbidamento delle acque dovuta all’ inadeguato riassetto e trattamento degli scarichi fognari di una metropoli in continua crescita.

L’ importanza della Posidonia oceanica

E’ una pianta endemica del Mediterraneo che forma grandi praterie sui fondali sabbiosi. Rappresenta un habitat prioritario in quanto crea un vero ecosistema di biodiversità. Infatti ospita circa il 20-25% di tutte le specie presenti nel mare nostrum. Riveste un ruolo fondamentale anche come polmone del Mediterraneo. La Posidonia oceanica è in grado di raccogliere grandi quantità di CO2 e produrre circa 20 L di ossigeno al giorno per metro quadro. Questo è un fattore importantissimo per combattere il riscaldamento dei mari e il cambiamento climatico.

L’ attività sperimentale del progetto ” restoration habitat “

Il progetto scientifico ” restoration habitat “ si concentra su 42 ettari di mare del Parco Sommerso di Gaiola, impreziositi da resti archeologici sommersi e dalla presenza di habitat coralligeni, tra gorgonie, alghe e spugne policrome.

Tale progetto prevede di ripiantare sui fondali dell’ AMP di Gaiola nuove talee di Posidonia oceanica sradicate dall’ azione aratrice degli ancoraggi o delle reti a strascico lungo la costa flegrea e quindi destinate a morire. Con l’ utilizzo di tecniche diverse, in questa prima fase si prevede la riforestazione di circa 200 mt quadri di fondali. Il progetto è finanziato nell’ ambito della misura europea 1.40 FEAMP 2023 che favorisce ” la protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini “.

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