La Chimera presenta il suo primo inedito teatrale: “L’Opera”

0
432
La Chimera
Copertina "Ouverture"

La Compagnia La Chimera presenta il suo nuovo progetto, “L’Opera”, con tanto di Ouverture lanciata su Spotify l’1 settembre 2023.

“L’Opera” è la prima pièce teatrale inedita de La Chimera, compagnia napoletana nata nel 2022, che ha esordito il 19 e 20 gennaio 2023, presso il Cinema Teatro Magic Vision a Casalnuovo di Napoli, con lo spettacolo “Tra le luci dell’universo” diretto da Giovanna Alaia.

La Chimera, una compagnia di “professionisti amatoriali”

La Chimera prende vita dalla passione e dai sogni di Giovanna Alaia, del fratello Antonio e di Domenico Savio Ardizio, tre giovani accomunati da un amore smisurato per il teatro, la musica e le arti affini. Un amore che li ha spinti a fondare una compagnia teatrale formata da ragazzi “comuni” disposti a mettersi in gioco. Ragazzi che non si dedicano all’arte nella vita di tutti i giorni, ma che la coltivano in modo amatoriale. Ciò che ne risulta è una grande famiglia, dove ciascun membro è pienamente libero di esprimere sé stesso.

L’origine dilettantistica de La Chimera non influisce sulla qualità del lavoro, come è parso evidente dalla prima di “Tra le luci dell’universo”. La compagnia lavora in maniera estremamente professionale e perfezionista, curando doviziosamente ogni minimo particolare.

La Compagnia ha già dimostrato di possedere tutte le carte in regola per affermarsi nella realtà teatrale italiana. Il nuovo progetto in cantiere, molto ambizioso, ne è un’ulteriore conferma.

Abbiamo avuto l’occasione e il piacere di discuterne con le menti creative dello spettacolo, nonché fondatori de La Chimera: Giovanna, Domenico e Antonio, più una new entry, Riccardo Crisci.

La genesi dell’Opera

Che cos’è “L’Opera”?

“L’Opera” è, per l’appunto, un’opera moderna, cioè un genere che combina intermezzi recitati con la musica e il canto. In questo caso specifico, la musica è un elemento fondamentale: è il collante fra il “dentro” e il “fuori”, fra la trama, della quale è essa stessa soggetto, e la struttura, in quanto veicolo dell’azione scenica.

È scritta e diretta da Giovanna Alaia, con l’aiuto regia di Antonio Alaia e le musiche di Riccardo Crisci e Domenico Savio Ardizio.

Nell’Opera, la musica diventa necessaria all’interpretazione attoriale e, allo stesso tempo, ha vita propria anche al di fuori dello spazio scenico. La Chimera ha concepito una playlist, che uscirà su Spotify parallelamente allo spettacolo, con l’intera lista di brani composti per la performance.

Facciamo un salto indietro e torniamo al momento in cui l’Opera è stata concepita. Il 20 gennaio 2023, l’ultima sera dello spettacolo, c’era anche Riccardo Crisci, videomaker e compositore diplomato al Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento. Crisci era stato incaricato di girare una clip per La Chimera.

Come Riccardo stesso ci ha raccontato, mentre stava girando il video, era rimasto particolarmente colpito dalla pièce e soprattutto dalla Compagnia: «che gruppo affiatato, che idee chiare e definite, sono molto bravi», aveva pensato, fantasticando sulla possibilità di creare qualcosa di originale insieme. A spettacolo concluso, si era congratulato con uno degli attori, manifestando il suo desiderio. Quando la regista, Giovanna Alaia, è venuta a sapere dei complimenti ricevuti, non ci ha pensato due volte: «dobbiamo fare una collaborazione!».

E così è nato il progetto della prima opera inedita, autofinanziata e autoprodotta, che segna una svolta artistica importante per La Chimera. L’idea era già in embrione, ma il “colpo di fulmine” con Riccardo l’ha trasformata in realtà.

Uno spettacolo tutto musicato tra tradizione, innovazione e contrasti

Riccardo Crisci e Domenico Savio Ardizio – in arte DOHM, compositore e musicista della Compagnia – si sono messi subito “all’opera”.

«La musica viene prima della sceneggiatura, perché è uno spettacolo tutto musicato. Sono pochi i momenti senza musica, l’accompagnamento musicale è costante».

L’opera è incentrata sull’elettronica, perché è il genere in cui Crisci è specializzato, oltre ad essere un esperto di musica applicata ai contesti multimediali, tra cui proprio le rappresentazioni teatrali.

I due artisti hanno unito gli strumenti tradizionali dell’orchestra classica (archi e fiati) a qualcosa di elettronico e cinematico. Mentre Riccardo gestisce il sound design e la parte timbrica, Domenico si occupa della parte più creativa, dell’arrangiamento e della costruzione della melodia. Come accade per tutti i membri della Compagnia, anche il duo di musicisti si compensa, combinando e combaciando i propri punti di forza con quelli dell’altro.

Il fine è quello di comporre brani che possano piacere al pubblico e che siano utili e conformi alle scene e all’intento dell’opera. Quest’ultima è costruita sulla dualità, in un continuo dialogo tra bene e male, e la musica deve essere in grado di trasmettere questi due estremi. Per farlo, come Crisci e Ardizio ci hanno spiegato, sono state intersecate armonie maggiori e minori.

Per il momento, possiamo avere un assaggio dell’Opera, ascoltando l’Ouverture: «La musica è stata pensata in maniera tale da descrivere un movimento circolare e doppio. Questo primo brano di apertura è in tonalità maggiore, quello di chiusura sarà in minore».

«Ouverture è il leitmotiv da cui si sviluppano tutti gli altri. In un primo momento eravamo indecisi se inserirlo in apertura o in chiusura, perché poteva dare sensazioni molteplici. Alla fine abbiamo scelto di sdoppiarlo, ricreando il dualismo iniziale e finale proprio attraverso il gioco oppositivo tra chiave maggiore e minore, una differenza tanto banale quanto efficace a livello musicale e scenico, dal momento che rende esattamente lo spirito dicotomico dell’Opera».

Riccardo e Domenico continuano a raccontare:

«Il principale problema che abbiamo riscontrato è stato quello di come rapportare le parole alla musica. Infatti, essendo questa di tipo sperimentale, dovevamo trovare il modo di renderla di facile comprensione al pubblico e al contempo di adattarla alla storia. Sono previste 27 scene, alle quali corrispondono rispettivamente 27 brani. Di norma procediamo di pari passo con la sceneggiatura, ma se capiterà di avere tra le mani un prodotto così valido da meritare una sceneggiatura apposita, allora potrebbero esserci delle aggiunte».

Gli altri brani, invece, usciranno in contemporanea allo spettacolo, in modo da non rovinare l’effetto sorpresa allo spettatore, il quale potrà poi goderne anche una volta uscito da teatro.

Sinossi, temi e personaggi: intelligenza artificiale vs emozioni umane

Il protagonista è un musicista di nome Zeno che non riesce più a comporre. Per superare la crisi si affida all’intelligenza artificiale. Una serie di accidenti lo porterà a ritrovare la creatività perduta e a una conclusione che sancirà l’invincibilità delle emozioni umane come unica e vera fonte di ispirazione e di veicolazione del messaggio artistico.

Già dal sunto della trama si notano due peculiarità de L’Opera. La prima l’abbiamo già abbondantemente analizzata ed è la centralità della musica. La seconda introduce un elemento di assoluta novità nel panorama teatrale: per la prima volta viene scritta una pièce che ha come protagonista l’intelligenza artificiale. E non finisce qui: l’A.I. viene impiegata per scrivere l’ossatura stessa della sceneggiatura.

Avete capito bene! La Chimera è la prima compagnia a cimentarsi in un’opera con e sull’intelligenza artificiale.

La regista e direttrice artistica Giovanna Alaia ci ha spiegato le ragioni di questa inusuale scelta:

«Nei nostri progetti c’è sempre stata l’idea di realizzare un inedito, ma non avevano mai pensato di farlo così presto. E quindi, anche per questo, abbiamo deciso di usare ChatGPT, cosa che nessuno ha ancora fatto! Chiaramente l’A.I. non ha scritto tutta la sceneggiatura, ma ci ha fornito degli input interessanti, come il nome del protagonista. Da qui ci è venuta anche l’idea di inserire l’intelligenza artificiale come personaggio, facendole giocare un “doppio ruolo”. Siamo molto fieri di questo primato nel campo, per questo ci siamo messi subito al lavoro».

Alla domanda su quale sia il simbolismo dietro l’inserimento di ChatGPT come co-protagonista, Giovanna risponde:

«In un certo senso vogliamo far vedere i vantaggi e gli svantaggi dell’A.I., evidenziando soprattutto il limite rispetto alla creatività umana. Per quanto un prodotto artistico realizzato da un’intelligenza artificiale possa essere ben fatto, non potrà mai essere paragonabile a un prodotto umano, perché non riuscirà mai a trasmettere emozioni genuine. L’A.I. va bene come supporto, ma non può e non deve sostituire l’esperienza umana».

A tal proposito, la regista riporta un aneddoto:

«Un giorno, Riccardo ha inviato due tracce audio sul gruppo Whatsapp chiedendoci cosa ne pensassimo. Erano inascoltabili, disturbanti, disarmoniche. Con tutta sincerità gli ho detto che non mi piacevano e lui mi ha rivelato che a realizzarle era stato un software di intelligenza artificiale. Questo esperimento ha avvalorato il messaggio di cui ci facciamo portavoce».

L’Opera si focalizza sulle emozioni generate dalla musica e, in particolare, sottolinea la differenza tra quelle suscitate dalle creazioni musicali di Zeno e quelle non suscitate dai prodotti dell’A.I.. Per rendere in scena questo ulteriore dualismo, sono state introdotte tre figure simboliche – felicità, rabbia e tristezza – che rappresentano lo stato d’animo dei personaggi sul palco e compaiono o scompaiono a seconda dell’emozione da questi provata. Per esempio, quando la moglie di Zeno ascolta la musica composta dall’A.I., le personificazioni dei sentimenti sono assenti e i colori delle luci e della scenografia (curata da Antonio Alaia) si appiattiscono e si incupiscono.

La Chimera vi aspetta a teatro: ecco quando

«Al momento l’Opera è ancora in fieri. Stiamo scrivendo sceneggiature, musiche e personaggi. Abbiamo ancora un bel po’ di lavoro da fare, ma d’altronde questa è (almeno per me) la fase più emozionante e stimolante. Quando si arriva alle prove, la tensione sale, il tempo vola e in un battito di ciglia ti ritrovi sul palcoscenico a recitare davanti al pubblico», racconta Giovanna Alaia.

Il debutto dell’Opera è previsto tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Nell’attesa ricordiamo che è possibile ascoltare il brano incipitario Ouverture su Spotify, disponibile al seguente link.

Una buona notizia per aspiranti artisti: in un futuro prossimo La Chimera cercherà nuovi elementi per cantattori e corpo di ballo.

Per ulteriori aggiornamenti sui casting e sull’attività della Compagnia CLICCA QUI

Potrebbe interessarti leggere anche : “Un paese dove andare in vacanza”, al Gambrinus presentato il libro di Giovanni Baiocchi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui