Italia del Meridione: Il centro si amplia

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Italia del Meridione

Nasce l’Italia del Meridione. A Roma, Senato della Repubblica, in occasione di un dibattito sul ddl Calderoli, Giuseppe Perri ha illustrato i temi che caratterizzeranno l’azione politica della nuova formazione.

di Fabrizio Barbone

Qualche giorno fa, presso il Senato della Repubblica Italiana, nella sala Nassirya ho assistito ad una conferenza stampa di presentazione dell’Autonomia differenziata (ovvero, del riconoscimento, da parte dello Stato, dell’attribuzione alle regioni a statuto ordinario di autonomia legislativa sulle materie di competenza concorrente, e in tre casi di materie di competenza esclusiva dello Stato, affinché possano anche trattenere il gettito fiscale che non sarebbe più distribuito su base nazionale a seconda delle necessità collettive, ma trattenuto dalle regioni e speso sul territorio regionale) per dare voce al territorio e abituarlo alla responsabilità.

Sono intervenuti eminenti personalità, da Adriano Giannola (Presidente SVIMEZ), al giornalista Marco Esposito, dalla senatrice M5S Vincenza Aloisio a Massimo Villone (Università degli Studi di Napoli Federico II) a Costanzo Jannotti Pecci, Presidente dell’Unione Industriali di Napoli.

Italia del Meridione: Il centro si amplia

Nel dibattito sul ddl Calderoli – Ministro per gli affari regionali, nel quale è previsto che le regioni possano chiedere allo Stato  la competenza esclusiva su ventitré materie di politiche pubbliche – sono emerse in modo netto forti incongruenze costituzionali e disparità sociali ed economiche a tutto vantaggio del nord d’Italia; ed è qui, che alla fine della conferenza, nel salutare alcuni dei partecipanti, ho fatto la conoscenza di Giuseppe Perri e Maurizio Giaquinto, rispettivamente vice segretario nazionale e coordinatore di Roma de “l’Italia del Meridione”, partito politico nato da poco a Rende, fondato da Orlandino Greco, consigliere comunale di Castrolibero (CS) e attuale candidato sindaco dello stesso comune.

A proposito del ddl Calderoli, Giuseppe Perri ha dichiarato che alcune delle questioni poste dal ddl Calderoli dovrebbero essere riviste, e che prima di procedere dovrebbero essere garantiti i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza, aggregati di servizi e prestazioni suddivisi in tre macro settori: salute pubblica, assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera) e i LEP ( Livelli Essenziali di Prestazioni) chiedendo altresì, oggettivamente, quali siano le coperture finanziarie, al fine anche di garantire un riequilibrio sul nefasto concetto di spesa storica, essendo i contribuenti meridionali di non minor peso o valenza di quelli del settentrione.

Pur nel rispetto dell’applicazione della Costituzione, non si può accettare di far passare un sistema autonomistico, che così formulato, demarcherebbe ulteriormente il divario già abissale tra il Sud e il Nord, acutizzando la perniciosa questione mai risolta dell’esodo intellettuale, economico e sanitario verso regioni economicamente più avvantaggiate.

Italia del Meridione, Perri: “IDM punto di aggregazione moderato”

L’approfondimento di questa tematica con Giuseppe Perri, mi ha indotto a chiedergli notizie su questa nuova formazione politica: “IDM (l’Italia del Meridione), sarà il punto aggregante di un nuovo polo moderato che, come dice il nostro fondatore Orlandino Greco, negli ultimi anni abbiamo assistito a formazioni politiche volte al Centro nel nostro Paese che ha visto governare per oltre cinquant’anni anni la Democrazia Cristiana, proprio per controbilanciare gli estremismi.

Il muro di Berlino prima e tangentopoli poi, hanno spazzato via la prima repubblica dando vita all’epoca di Berlusconi, spingendo il centrosinistra alla formazione di larghe coalizioni e rafforzando un sistema bipolare che, di fatto,  ha retto fino al 2011.

Oggi, viste le esperienze degli ultimi governi, è sempre più diffusa, nel mondo cattolico e nella società civile, la necessità della nascita di un nuovo partito di centro, moderato, europeista, vicino ai territori e agli ultimi, dato che, oramai, l’elettore non ragiona più secondo schemi ideologici intransigenti correlati alla dicotomia destra-sinistra, quanto, piuttosto sulla base della realizzazione delle promesse concrete che un partito possa esprimere con il carisma e la credibilità del suo leader, all’altezza delle sfide della modernità.

In sintesi, soprattutto una visione che possa incarnare un progetto centrista, in un mondo sempre più globalizzato. Il centro dunque (la nostra Itaca, perduta e mai più ritrovata) la politica deve ripensarlo (ndr. già Renzi e Calenda lo stanno facendo) e ritrovarlo in una nuova chiave di lettura, per riscoprire il senso autentico ed il valore delle comunità, delle periferie e del Sud. Un nuovo polo moderato che tenga a mente la visione di De Gasperi, il pragmatismo di Saraceno per smuovere le coscienze ed aggregare le intelligenze.”

Italia del Meridione nasce per dare valore ai territori del Centrosud

A questo punto mi sorge spontaneo il pensiero che quello che dobbiamo recuperare è il nostro senso di appartenenza. Il territorio meridionale, molto esteso – che comprende Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia, a cui vanno aggiunte il Molise, l’Abruzzo ed il Lazio – oggi, 2023, ha una popolazione residente di 23.899.157 abitanti. Come si può evincere dai precedenti censimenti, siamo in presenza di un calo demografico accentuato. Ciò vuol dire che le politiche del lavoro e delle prestazioni sociali si sono dimostrate insufficienti.

Plaudo, quindi, con fervore, alla nascita di un partito dichiaratamente meridionale e meridionalista perché è sulla base di un diffuso senso di responsabilità che si potrà costituire una nuova classe dirigente che spazzi via le mediocri gestioni che si sono succedute, senza soluzione di continuità, volte soltanto ad una amministrazione dell’esistente senza alcun progetto o investimento sul futuro.

L’Italia del Meridione dovrà quindi porsi il problema dei problemi, ovvero, rappresentare l’Italia Meridionale con una classe dirigente che sappia e voglia progettare, formare i suoi giovani, investire nelle analisi dei mercati del mondo e realizzare, con uno sguardo al passato remoto, quello che già sino all’800 funzionava: cantieri navali, attività di trasformazione dei prodotti agricoli, acquacoltura, massimizzazione dei trasporti, collegamenti ferroviari ottenuti con la riattivazione delle piccole ferrovie dismesse, sostenere la formazione culturale dei propri cittadini inserendo nei programmi didattici la storia del territorio sin dagli anni della scuola elementare e media. Ritengo sia utile qui riprendere dal sito del partito: il Paese ha bisogno del Meridione per ripartire. Dobbiamo ridare valore ai territori.

Costruire un grande Movimento/Partito che è il movimento delle idee come direbbe il leader di Italia Viva Matteo Renzi, insomma, in questo nuovo centro allargato, ne vedremo delle belle.

Dibattito sulle ZTL a Roma

Sempre parlando di Centro, c’è il problema della ZTL del centro di Roma che entrerà in vigore dal 1° novembre 2023 e che sta suscitando numerosi dissensi tra i cittadini della Capitale i quali stanno raccogliendo le firme attraverso una petizione su www.change.org.

Concludiamo con Maurizio Giaquinto:  “Migliaia di cittadini dicono NO alla ZTL più grande d’Europa imposta dalla Giunta Gualtieri a seguito di provvedimenti europei calati dall’alto; 12.000 firme al momento sono state già raccolte”.

Insomma, parecchi dibattiti al Centro.

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