Giorgio Napolitano, una vita al servizio della collettività

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Giorgio Napolitano si è spento il 22 settembre, all’età di 98 anni. Un avvenimento di per sé storico, che va oltre alle sue scelte politiche.

Ma chi era Giorgio Napolitano? Giorgio Napolitano era un fiero comunista, si iscrisse al PCI per “declinazioni morali

Questo perché il PCI era il partito che di più aveva combattuto il fascismo e che era vicino al popolo.

Giorgio Napolitano nasce a Napoli nel 1925 e si laurea alla Federico II, in Giurisprudenza, con una tesi sul mancato sviluppo industriale del Mezzogiorno dopo l’Unità d’Italia. Inizia col ricoprire ruoli istituzionali all’età di 28 anni come deputato.

Intraprende una graduale scalata ai vertici del partito con la morte di Palmiro Togliatti, dimostrando di essere favorevole al dialogo con i democristiani e i socialisti.

Giorgio Napolitano, col tempo, inizia ad avere rilevanza nel partito anche da un punto di vista internazionale.

Nel 1978 diventa il primo dirigente con ideologie comuniste a cui viene concesso di fare delle conferenze in alcune delle università americane più importanti.

L’obiettivo politico di Napolitano era quello di integrare nel Partito Comunista più europeismo e adottare una politica riformista.

Lui stesso sosteneva che il riformismo europeo era il reale e necessario punto di arrivo del Partito Comunista Italiano. Questa visione quindi lo portava a distaccarsi dall’orientamento politico sovietico.

Anche per questo Napolitano era molto apprezzato dalla politica atlantista internazionale, e questo gli varrà il celebre appellativo di Henry Kissinger: “Napolitano? Il mio comunista preferito

È parlamentare europeo dal 1989 al 1992, anno in cui ritorna a Montecitorio per andare a sedersi sullo scranno più alto. Prende il posto di Oscar Luigi Scalfaro (eletto intanto al Quirinale) come presidente della Camera.

La sua presidenza è segnata dagli anni complicati di Tangentopoli. Napolitano si trova nella non facile situazione di dover guidare quello che veniva definito “il Parlamento degli inquisiti”.

Lo fa con il suo solito rigore morale, che non esita ad applicare in più occasioni per difendere un’istituzione che doveva fare i conti con un’opinione pubblica sempre più ostile e con una magistratura che sull’onda dell’entusiasmo e dello sdegno popolare si stava lasciando prendere la mano. Rimane però solo due anni alla presidenza della Camera per via dello scioglimento anticipato del Parlamento nel 1994.

Nel 1996, Napolitano diventa Ministro dell’Interno del Governo Prodi. Ma è solo nel 2006 che Napolitano raggiunge l’apice della sua carriera politica e diventa Presidente della Repubblica, tutto il resto è storia..

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