Scuola, ripresa da incubo: a Napoli manca perfino la carta igienica nei bagni

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Foto da Google Maps

Inizia male la scuola e quella del 2023 si candida come la ripresa più difficile degli ultimi anni. Nei plessi della IV Municipalità di Napoli manca perfino la carta igienica nei bagni.

La prima campanella quest’anno è suonata da meno di 15 giorni a Napoli e già le scuole sembrano essere in crisi profonda. Probabilmente, un inizio così difficile non se lo aspettava nessuno: insegnanti, genitori, dirigenti e, anche, studenti sono tutti sul piede di guerra.

Scuola, la IV Municipalità di Napoli è già in crisi: manca perfino la carta igienica nei bagni

Il culmine, sicuramente l’emblema, del disastro che la scuola italiana affronta ormai da decenni, è quanto sta avvenendo in questi giorni nei plessi appartenenti alla IV Municipalità di Napoli (quartiere San Lorenzo-Vicaria). Da quelle scuole arrivano diverse segnalazioni di mancate forniture igienico sanitarie, in particolare c’è carenza di carta igienica.

Questo si unisce ai soliti, grandi, problemi che ormai sono diventati endemici nella scuola: carenza di personale a tutti i livelli (insegnanti anche di sostegno, assistenti materiali, personale ATA) ed ovviamente le criticità infrastrutturali.

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Foto da Google Maps

Nel primo caso, a risentirne sono soprattutto gli studenti (bambini e ragazzi) affetti da disabilità che non possono usufruire dell’aiuto che spetterebbe loro. Per quel che riguarda le carenze infrastrutturali (che possono andare da finestre e porte divelte fino al pavimento usurato, muri fatiscenti e soffitti cadenti) mette in pericolo tutti. Sarebbe, inoltre, interessante andare a verificare il rispetto delle norme di sicurezza sul posto di lavoro (Legge 81 del 2008): ad esempio l’utilizzo della segnaletica, la funzionalità dei defibrillatori e degli estintori.

Scuola e PNRR, ennesima occasione sprecata: istruzione definanziata come la sanità

Se si andasse davvero a verificare, senza stare alle fonti interne ai plessi, probabilmente si troverebbe anche di peggio. Questo è il risultato di decisioni dei partiti che nel corso degli anni, pur di reperire risorse per finanziare le fantasiose promesse delle campagne elettorali, hanno imposto definanziamenti all’istruzione ed alla sanità. Con buona pace dei ministri titolari di quei dicasteri, tutti complici di questi disastri, compresi anche i ministri cosiddetti del Sud che non hanno mai voluto turbare la “serenità” del Governo di turno.

L’occasione per rifinanziare scuola e sanità poteva arrivare dal Pnrr (il piano nazionale di ripresa e resilienza) che avrebbe dovuto tradurre in concreto la pioggia di miliardi che i governi Conte e Draghi erano riusciti a strappare all’Europa dal Next Generation EU. Il Governo Meloni, però, non ci sente e preferisce affrontare altre emergenze, lasciando andar via risorse vitali per l’Italia.

Un segnale, in tal senso, è il progetto Scuola 4.0 prorogato al 30 novembre 2023, che già lascia intendere quanto l’istruzione sia nei pensieri della maggioranza attuale. A dispetto, quindi, di ampollosi e pomposi progetti si registra la peggior partenza scolastica di sempre che ogni anno aggiunge problemi anziché risolvere quelli atavici. Che queste criticità spesso si registrino nel Sud Italia (ed ancor più grave in una delle città simbolo del Sud Italia) è ancor più grave.

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