Auto esplosa a Napoli: un disastro da chiarire

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Il disastro dell’auto esplosa a Napoli sulla tangenziale è diventato un giallo da chiarire. La morte di Fulvio Filace e di Maria Vittoria Prati, i due ricercatori che erano a bordo dell’auto, è ancora da chiarire. Indaga la magistratura.

È morto anche Fulvio Filace, il tirocinante del Cnr e studente dell’Università Federico II rimasto gravemente ferito nell’esplosione di un’auto avvenuta venerdì 23 giugno sulla Tangenziale di Napoli.

Aveva 25 anni.

Non si hanno ancora notizia concrete sulla causa della morte. Si ipotizza un peggioramento delle condizioni già abbastanza critiche del ragazzo che, a seguito dell’incidente, aveva riportato ustioni di terzo grado in gran parte del corpo.

Auto esplosa a Napoli: la mobilitazione cittadina per salvare Fulvio

Negli ultimi giorni i cittadini del capoluogo campano si erano mobilità in massa per aiutare il giovane tirocinante, rispondendo alla richiesta di donazione di sangue all’ospedale Cardarelli, dove era ricoverato.

Fulvio è la seconda vittima dell’esplosione dell’auto. Poco prima era deceduta anche la professoressa Maria Vittoria Prati, anche lei sul veicolo.

I due ricercatori erano a bordo di un’automobile prototipo, realizzata nell’ambito di un progetto sperimentale per la conversione delle auto convenzionali in veicoli ibridi-solari.

Il progetto in questione era conosciuto come “Life-Save” e mirava a capire se fosse possibile abbinare un motore elettrico, con batterie alimentate da pannelli solari, a vetture dotate di un propulsore termico per ridurre le emissioni ambientali.

Un incidente che si poteva evitare?

Secondo le ultime ricostruzioni, le cause delle deflagrazioni sarebbero state causate da alcune bombole ritrovate nell’auto, il cui contenuto per il momento è sconosciuto.

La procura di Napoli ha avviato un’indagine per chiarire le circostanze di quanto accaduto, affidandola ai magistrati della sesta sezione (lavoro e colpe professionali). Contestualmente è anche stato ascoltato un dirigente del Cnr.

Inoltre, è stato disposto il sequestro di un’auto gemella a quella andata distrutta, una Volkswagen Polo Tdi.

Secondo i primi accertamenti, le cause della deflagrazione – che solo per un caso non ha coinvolto altre vetture – sarebbero da additare ad alcune bombole ritrovate in auto, il cui contenuto per il momento è sconosciuto.

La domanda che tutti si stanno ponendo è se tale terribile incidente si potesse evitare. Molti sono gli interrogativi del caso su cui bisognerebbe porre attenzione. L’opinione pubblica si sta interrogando sul perché un prototipo di un progetto così importante stesse circolando sulla tangenziale.

La seconda domanda è relativa alle bombole del gas sconosciuto e la loro presenza a bordo. Che fossero o meno legate al progetto, il dubbio sulla sicurezza del loro trasporto è legittimo.

Interrogativi a cu si spera di dare una risposta. Per il momento, sarà compito dei vigili del fuoco fare luce sulla tipologia di gas contenuta al loro interno e l’utilizzo.

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