Tropea Borgo dei Borghi 2021- Mostra d’Arte al Femminile

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Tropea

Tropea, un nome la cui probabile origine greca “Tropei” significa “colei che nutre. In questo caso nutre l’arte. Di recente è stata inserita anche dal Daily Telegraf nella “𝗹𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗱𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗿𝗶” per i viaggi nel 2023.

di Rosella Cerra

È stata inaugurata giovedì 6 aprile, nel Convento di Santa Chiara a Tropea, la nuova mostra di Arte Contemporanea 𝘍𝘰𝘳𝘮𝘦 𝘱𝘪𝘵𝘵𝘰𝘳𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘰 𝘶𝘮𝘢𝘯𝘰 𝘵𝘳𝘢 𝘴𝘶𝘴𝘴𝘶𝘳𝘳𝘪 𝘦 𝘨𝘳𝘪𝘥𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘧𝘦𝘮𝘮𝘪𝘯𝘪𝘭𝘦“. Per la prima volta una collettiva a Palazzo Santa Chiara. Quattro donne, quattro artiste: Carmela Bueti, Rosella Cerra, Erminia Fioti e, per la prima volta in esposizione, Yulia Larionova. L’esposizione durerà fino al 20 maggio.

Anteprima l’8 marzo

L’anteprima della mostra è stata presentata lo scorso 8 marzo proprio in occasione della Festa delle Donne. Contestualmente è stata presentata la quarta edizione del “Quaderno dell’8 marzo” ideato dall’Associazione sos Korai e dalla sua presidente Beatrice Lento.

Momento dell’anteprima dell’8 marzo

«Grazie alle quattro meravigliose artiste in mostra, la celebrazione dell’8 Marzo di SOS KORAI, l’organizzazione per i diritti della donna che presiedo, col suo Quaderno di storie di donne di Calabria, dedicato a Jole [Santelli], la prima donna Presidente della Regione, si è arricchita delle loro straordinarie emozioni, esposte in anteprima proprio per rendere omaggio al Genere Femminile».

Momento dell’inaugurazione. In piedi Emanuele Bertucci, curatore della mostra

Tavolo tutto al femminile

Un tavolo al femminile”, ha voluto precisare Emanuele Bertucci, curatore della mostra. In alto nella foto, presenta le sue ospiti. In ordine da sinistra, le artiste Erminia Fioti e Carmela Bueti, poi Giovanna Adamo, co-curatrice della esposizione e presidente dell’Associazione Arte Antichità e Passato Prossimo, l’artista Rosella Cerra e Maria Antonietta Pugliese, presidente della Pro-loco di Tropea. Assente la quarta artista, la russa Yulia Lariavona.

Porta i saluti dell’amministrazione il presidente del Consiglio Comunale Francesco Monteleone.

Modera il dialogo Giovanna Adamo ponendo delle domande alle artiste. «Quanto è importante un titolo in un’opera? Cosa volete esprimere con le vostre opere?» E anche dal pubblico ci si chiede «In quanto donna, quanto è impegnativa dal punto di vista della forza fisica, la realizzazione di un’opera di grandi dimensioni? Quale difficoltà si incontra

Per Carmela Bueti

«Le mie opere sono tutte senza titolo. Perché penso che non tutti stesso vedono allo stesso modo ciò che vedo io. E poi non voglio dare un suggerimento con il titolo. Voglio lasciare la persona a spaziare nell’immaginazione, quindi lascio alla persona che guarda il quadro trovare il suo titolo.

Io voglio esprimere la gioia, voglio esprimere il disagio, le emozioni di un momento o di un viaggio. Io utilizzo tele molto grandi. Non è una fatica, perché credo che quando c’è la voglia di fare qualcosa non si vede la fatica e tutto diventa leggero».

Per Erminia Foti

«Per me il titolo è fondamentale. A volte è ironico, a volte fuorviante, magari non c’entra proprio nulla con l’opera. È  come una persona che se non ha nome e cognome ecco non la puoi definire, non la puoi chiamare. A volte nasce prima l’opera e poi il titolo altre volte è il titolo nel senso può essere una frase o qualcos’altro. L’arte per me intanto è una catarsi, è una liberazione. È quindi la necessità proprio di tirare fuori quello che ho dentro che altrimenti diventerebbe un peso.  I temi che affronto sono q a volte sociali, a volte sessuali e anche religiosi.  Utilizzo tutti i materiali possibili e immaginabili che in quel momento li sento congeniali. Credo che l’opera più grande è e più è bello lavorarci. Non è una questione di forza fisica.

Per Rosella Cerra

 «Per me è fondamentale il titolo perché ogni pezzo, ogni opera nasce da un concetto, da uno studio. L’opera è la narrazione del concetto che viene identificato con un titolo. Ad esempio, un soggetto che riprendo spesso è la Gran Madre nelle sue varie rappresentazioni culturali. Quindi ha un nome e una collocazione. Ma anche la ricerca delle nostre origini e dei linguaggi che abbiamo usato fin dal primo momento, dei nostri primi tentativi di comunicare dai primordi dell’umanità, i graffiti, le incisioni, i segni. Uso lo stucco, cioè la polvere impastata con acqua. Che prende forma sul legno, seguendo schemi e bozzetti studiati precedentemente. È difficile realizzare opere di grandi dimensioni. Per tanto i lavori sono a moduli, polittici che compongono le grandi figure»

Opere di Yulia Larianova

Yulia Larianova, da qualche anno in Italia, proviene dalla Russia ed è alla sua prima esperienza espositiva con opere su tela, avendo finora esperienze nell’arte digitale.

Chiude i lavori Emanule Bertucci, il quale, dal 2019 ad oggi, ha portato a Tropea molti artisti. Alex Pinna al porto, Cesare Berlingeri, Alejandro Garcia, Pino Pingitore, Cecilia Piersigilli, Vinicio Momoli, Mario Verre all’antico Convento delle Clarisse di Santa Chiara.

Per ognuno ha curato la pubblicazione del catalogo con la sua casa editrice Mediano Editore.

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