Sicurezza stradale in Italia: la tegola della mancata manutenzione

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In Italia a partire dal 1999 le iniziative per la sicurezza stradale in termini di normative maggiormente significative sono le seguenti:

  • 1999: istituzione del Piano nazionale della sicurezza stradale;
  • 2003: istituzione della patente a punti;
  • 2007: legge n. 160 del 2 ottobre 2007 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, recante disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione.

Sono inoltre in vigore:

  • assicurazione obbligatoria verso terzi (responsabilità civile) per compensare le vittime innocenti di incidenti di traffico;
  • restrizioni sul trasporto commerciale per strada, sia contando e limitando le ore di guida del conduttore (adoperando i cronotachigrafi), sia proibendo alcune strade ai camion in giorni oppure ore particolari.

 Nel lontano giugno 2008 il Parlamento Europeo ha adottato una direttiva che impone valutazioni d’impatto, audit sulla sicurezza stradale e misure per la gestione e le ispezioni della sicurezza. Tale direttiva doveva essere recepita dagli stati membri entro due anni.

Sebbene le misure per migliorare la fluidità del traffico e quelle per aumentare la sicurezza stradale spesso coincidano, non sempre questi due obiettivi vanno di pari passo: alcune misure per migliorare la fluidità del traffico, possono infatti diminuire la sicurezza stradale, così come alcune misure per aumentare la sicurezza stradale possono diminuire la fluidità del traffico. Ad esempio, una strada diritta, senza curve e interruzioni, potrebbe spingere i guidatori a viaggiare a velocità troppo elevate, aumentando così il rischio di incidente. Dall’altra parte, la manutenzione costante del manto stradale è essenziale per garantirne la sicurezza, ma al tempo stesso la presenza dei cantieri stradali sulla carreggiata determina inevitabilmente un aumento del traffico per tutto il tempo della manutenzione stradale.

In molti casi invece il traffico determina un più alto rischio per la sicurezza stradale, anche a causa della minore distanza tra i veicoli e di alterazioni negative del comportamento dei guidatori (ad esempio: stress e distrazione).

Allo stesso modo, l’adozione di misure di mobilità sostenibile può, almeno teoricamente, avere sia effetti positivi sia effetti negativi sulla fluidità del traffico e sulla sicurezza stradale, anche se generalmente tali misure determinano effetti positivi in tutti i sensi: ad esempio l’utilizzo dei mezzi urbani, oltre ad avere un impatto ambientale positivo, diminuisce la congestione delle strade e di conseguenza il rischio di incidenti stradali.

Sebbene le misure per migliorare la fluidità del traffico e quelle per aumentare la sicurezza stradale spesso coincidano, non sempre questi due obiettivi vanno di pari passo: alcune misure per migliorare la fluidità del traffico, possono infatti diminuire la sicurezza stradale, così come alcune misure per aumentare la sicurezza stradale possono diminuire la fluidità del traffico.

Ad esempio, una strada diritta, senza curve e interruzioni, potrebbe spingere i guidatori a viaggiare a velocità troppo elevate, aumentando così il rischio di incidente. Dall’altra parte, la manutenzione costante del manto stradale è essenziale per garantirne la sicurezza, ma al tempo stesso la presenza dei cantieri stradali sulla carreggiata determina inevitabilmente un aumento del traffico per tutto il tempo della manutenzione stradale.

In molti casi invece il traffico determina un più alto rischio per la sicurezza stradale, anche a causa della minore distanza tra i veicoli e di alterazioni negative del comportamento dei guidatori (ad esempio: stress e distrazione).

Secondo dati dell’Automobile Club d’Italia (ACI), il colpo di sonno alla guida, o la disattenzione che lo precede, sono in Europa una causa frequente di incidenti stradali su strade extraurbane, in buona parte dovuti a sindromi . A differenza del tasso alcolico, l’affaticamento alla guida non può essere misurato, e perciò le statistiche tendono a sottostimarlo come causa principale o concausa di incidenti stradali, in media tra il 15 e il 20%.

I farmaci in generale tendono a influenzare negativamente la vigilanza e ridurre le prestazioni di guida, causando eccessiva sonnolenza, alterazione

dei tempi di reazione, calo di attenzione: in particolare psicofarmaci (sedativi, ipnotici, antidepressivi e neurolettici), e gli antistaminici (utilizzati contro le comuni allergie). Tipicamente, un adulto o un adolescente con apnea ostruttiva severa instaurata da lungo tempo si addormenterà per periodi molto brevi nel corso di alcune tra le attività giornaliere più noiose – se gli viene data una qualsiasi opportunità per sedere o riposare.

Autoveicoli di fascia medio-alta sono dotati di Automatic Reaction Warning System, nati in ambito ferroviario (come il VACMA), detti anche “riflessometri”, che misurano i tempi di reazione dei pazienti alla pressione di un pulsante, a seguito di uno stimolo con una luce o delle domande.

Questi sistemi analizzano anche sintomi del colpo di sonno come il numero di sbadigli, lo sbattimento delle palpebre, lo sfregamento degli occhi, l’angolo di inclinazione della testa, il calo nella pressione esercitata sul volante. Intanto nei paesi laddove la tecnologia avanza positivamente si studiano nuove misure di sicurezza per la mobilità urbana ed extra urbana.

Il dipartimento dei trasporti in America è attivo nella programmazione e la ricerca di sistemi tecnologici utili a produrre più sicurezza nelle  strade.

Il Connected Vehicle Safety Pilot è un programma del Dipartimento dei Trasporti USA, in fase di sviluppo avanzato e con soluzioni implementate da varie case automobilistiche, che punta a connettere e a far dialogare tra loro tutti gli elementi della circolazione stradale (autoveicoli, motoveicoli, motocicli, pedoni, semafori, cantieri, ecc.) tramite microprocessori, ricevitori GPS (Global Positioning System) e moduli WLAN (Wireless Local Area Network), tramite Dedicated Short Range Communications), il tutto contenuti in un navigatore satellitare o cellulare.

Identificata la posizione e distanza, un segnale visivo e/o acustico avvisano ad esempio autoveicolo e pedone del reciproco avvicinamento, riducendo di molto la probabilità di collisione.

Un’implementazione di questo tipo sono le tecnologie “V2X” (Vehicle-to-VehicleVehicle-to-PedestrianVehicle-to-MotorcycleVehicle-to-Infrastructure) e (Infrastructure-to-Infrastructure), in programma anche nell’Unione europea. A esse si aggiungono i sistemi avanzati di assistenza alla guida, o ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), quali: il sistema di segnalazione di uscita di corsia, il sistema anticollisione o il sistema di riconoscimento dei pedoni.

In Italia pare che il governo non dia la giusta importanza alla sicurezza stradale .  Pensare che un semplice,sporadico spot televisivo possa produrre più sicurezza  la condizione delle carreggiate urbane ed extra urbane e arrivata ad un livello di pericolosità inverosimile . Tra le città investite da tale problematica ci troviamo Napoli presente nei primi posti di una a dir poco pessima situazione delle strade.

Mentre nel mondo si inventano tecnologie avanzatissime per la sicurezza, nel nostro paese per le  strade  si rischia la morte a causa della mancanza di manutenzione, riqualificazione e programmazione in materia di sicurezza .

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