Santanchè, lo scandalo che non imbarazza abbastanza

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fotogramma intervista La7

Lo scandalo Santanchè imbarazza, ma non abbastanza, l’importante è resistere. Dev’essere questa la filosofia dei politici di quest’epoca, perché gestire il Paese costa energie anche nervose.

Santanchè, lo scandalo che non imbarazza abbastanza: “resistere” è la parola d’ordine

La ministra Daniela Santanchè (al secolo Garnero) resiste, torna a pubblicare sui social, sorride e manda messaggi. Eppure, il suicidio di Ruffino (che avevano maldestramente cercato di spiegare con problematiche di salute inesistenti) era piombato addosso a tutti come un macigno molto pesante. Evidentemente non alla battagliera imprenditrice, che è tornata a farsi vedere anche tra le persone non più tardi di qualche giorno fa distribuendo volantini.

Eppure di materiale ce ne sarebbe, quanto meno per sollevarla seduta stante dal dicastero del Turismo. Non fosse altro che questa maggioranza è tornata al Governo sbandierando “competenza e coerenza”. Nessuna delle due cose è, però, dimostrabile con certezza scientifica: si è competenti in qualcosa, allora si dice nello sport, quando si vince e si raggiungono i risultati. Al di là del fatto che le accuse possano essere dimostrate o meno, si profila una situazione di un’imprenditrice che non ha gestito al meglio le proprie società.

Tanto basterebbe per chiederle di fare un passo indietro, ma Giorgia Meloni sembra quasi impassibile a riguardo. Semplicemente passata la tempesta non se ne parla più: arriva l’estate e tutti al mare. Proprio dell’estate, non a caso periodo di boom turistico, di cui si dovrebbe occupare la ministra.

Santanchè: la debolezza di Fratelli d’Italia ed i tempi sbagliati dell’opposizione

Daniela Santanché in questo momento, dopo essere stata per molti anni una punta di diamante della destra liberale, è un punto debole di peso per Fratelli d’Italia. Questo scandalo, politicamente, ha esposto un Governo che già quasi un anno è stato bombardato politicamente su tutti i fronti dalle opposizioni. Tra le varie ed eventuali, ma non secondarie, ci sarebbe anche il dettaglio di quella rimodulazione del Pnrr che sta spostando fondi nel Paese come fossero carte da gioco sul tavolo (e favorendo Regioni che a parità di popolazione hanno fabbisogni molto diversi, e quelle danneggiate sono tutte nel Sud Italia).

Ebbene, in Europa sembra comunque esserci una luna di miele tra il Governo di Giorgia Meloni e le istituzioni sovranazionali. Sebbene qualche critica sempre e comunque ci arrivi pesantemente addosso a causa di scelte estemporanee (vedasi la tassazione alle banche).

In questo contesto, lo scandalo politico ha dato poco filo da torcere anche perché la maggioranza è forte e compatta e l’opposizione è debole e divisa. Certo, per onestà si dovrebbe anche dire che l’opposizione è “debole” per definizione costituzionale (non ha caso è la maggioranza del parlamento che esprime il Governo del Paese) ma la sua frammentazione è comunque un dato di fatto.

L’opposizione è divisa su tutto e non si da pace, sbaglia soprattutto i tempi: come quelli della mozione di sfiducia alla Santanchè.

Dunque, in questo clima meglio resistere ed aspettare che passi la tempesta. La ministra si è aggrappata al parapetto della sua barchetta aspettando che il cielo si schiarisca ed il mare torni sereno. Poco importa dei lavoratori dei gruppi in fallimento, delle aziende e di tutto il resto.

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