Nordafrica: lo scontro sul Sahara Occidentale destinato a durare

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Immagine di natanaelginting su Freepik

Lo scorso lunedì, Israele ha riconosciuto la sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale. Ad annunciarlo, il re marocchino Muhammad VI. Una decisione che aumenterà, ancora di più, le tensioni tra il Marocco e gli indipendentisti del Sahara Occidentale.

Sahara Occidentale: un territorio conteso

Il Sahara Occidentale è stata una colonia spagnola fino al 1975, anno in cui la Spagna ne affidò il controllo congiunto a Marocco e Mauritiana. I due paesi, però, entrarono presto in un conflitto di supremazia. Al quale, successivamente, subentrò il Fronte Polisario, un’organizzazione militare volta all’indipendenza del territorio. Nel 1979, la Mauritiana cessò ogni pretesa sul Sahara Occidentale e nel 1991, venne siglato un accordo di cessate il fuoco tra Marocco e Fronte Polisario.

Il Marocco promise un referendum per l’indipendenza del Sahara Occidentale, che nei fatti non è mai stato indetto. Per cui, ancora oggi, persiste il conflitto tra Marocco e Fronte Polisario. Anzi, il Marocco ha costruito un muro, di confine col Sahara Occidentale, per difendersi dagli attacchi indipendentisti.

Sahara Occidentale: il “muro marocchino”

Così denominato, il muro marocchino è il più lungo al mondo soltanto dopo la muraglia cinese. La sua lunghezza si estende per oltre 2.720 km. Trattasi di un vero e proprio presidio militare, caratterizzato dalla presenza di bunker, fossati, filo spinato e campi minati. Se per il governo marocchino il muro ha una funzione difensiva, per la popolazione Sahrawi – residenti nel sud del Marocco, che reclamano una propria indipendenza – ha come scopo il controllo e lo sfruttamento del territorio, ricco di risorse naturali.

L’opposizione al muro, definito anche “muro della vergogna”, ha una portata internazionale. Attraverso associazioni culturali e per i diritti umani, nonché dal supporto dell’’Organizzazione dell’Unità Africana (OUA) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Attraverso la missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO).

Sahara Occidentale: gli “Accordi di Abramo” del 2020

Mediati dall’ex Presidente Usa Donald Trump e siglati nel 2020 presso la Casa Bianca di Washington, gli Accordi di Abramo sono considerati storici, per la politica del Medio Oriente. Avendo normalizzato i rapporti tra il governo israeliano e gli Emirati Arabi Uniti, nonché il Bahrein. Scopo degli accordi, inoltre, era quello di rafforzare il fronte anti-Iran, nemico degli Emirati Arabi Uniti ed Israele.

Gli accordi vennero siglati, in un secondo momento, anche dal Marocco, che vede normalizzati i suoi rapporti con Israele. Una delle condizioni dell’accordo, prevedeva che Israele riconoscesse la sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale. Riconoscimento che è arrivato soltanto la scorsa settimana e che vedrà l’aggravarsi dei rapporti tra il Marocco e gli indipendentisti del Sahara Occidentale.

Decisione, da parte di Israele, già anticipata lo scorso giugno. A seguito di una visita del Primo Ministro israeliano, Netanyahu, a Rabat, capitale del Marocco. Inoltre, secondo quanto comunicato dalla monarchia marocchina, Israele starebbe valutando l’ipotesi di istituire un proprio consolato a Dakhla, una delle principali città del Sahara Occidentale.

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