Maternità e lavoro

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La deputata Gilda Sportiello (M5S) ha portato il suo bebè lo scorso mercoledì in Parlamento ed è la prima volta nella storia d’Italia che un neonato viene allattato nell’emiciclo.

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Maternità: cambia il regolamento di Montecitorio

Per la prima volta nella storia parlamentare italiana, una deputata ha allattato il suo bambino durante una seduta parlamentare.

Per farlo, è stato necessario cambiare il Regolamento di Montecitorio ed è stata la stessa Sportiello a farsene promotrice. Prima dello scorso novembre, quando la nuova norma è entrata in vigore, le neomamme dovevano andare in un’altra stanza per l’allattamento, interrompendo i lavori parlamentari. Allattare in parlamento sarà possibile fino al compimento di un anno dei/delle bambini/bambine.

“Troppe donne rinunciano all’allattamento non per scelta, ma perché sono obbligate a tornare sul posto di lavoro”, ha spiegato la deputata. Così non sarà più, almeno alla Camera.

Perché si tratta di un evento significativo?

É un esempio ed un passo in avanti per la parità di genere in Italia e sui luoghi di lavoro. Rappresenta un precedente importante perché, se è vero che le istituzioni politiche devono essere d’esempio, la Camera dei Deputati può svolgere un ruolo da apripista affinché ogni donna abbia la possibilità sul luogo di lavoro di allattare liberamente.

Il provvedimento ha inoltre il potere di sensibilizzare aziende ed enti a realizzare spazi adeguati per permettere alle neo-mamme di allattare i/le neonati/e. IN questo posto si potrebbe garantire un miglior bilanciamento vita-lavoro affinché lavoro e maternità non siano due condizioni inconciliabili.

In un Paese in cui solo il 49,6% delle italiane ha un’occupazione e 1 su 3 lascia l’ufficio dopo il primo figlio, si tratta di un intervento normativo importante. Un intervento che è auspicabile venga adottato da altre istituzioni, insieme a misure concrete di sostegno alla genitorialità come congedi parentali equiparati, incremento degli asili nidi ed azzeramento del gender pay gap.

Ma non sono mancate le polemiche

Diverse sono le persone che hanno pensato: “dovrebbe essere un momento intimo”. Oppure “Le piace mettersi in mostra”, “Per una questione di rispetto, almeno mettesse un telo”, “La privacy questa sconosciuta!”

Qualcun altro ha definito la scelta della deputata come una una mancanza di pudore e rispetto verso il bambino e la maternità, che magari sarebbe stato meglio prendere una stanza riservata lontano da occhi indiscreti. L’allattamento è un atto naturale. Non può essere definito come un atto soggetto al pudore, né tanto meno può essere qualcosa di cui vergognarsi.

Quindi menò polemiche (sterili) e più fatti. Come? Lascaindo la possibilità alle donne di poter essere madri e lavoratrici. Offendo misure di assistenzialismo adeguate affinché quel 49,6% cresca, e che nessuna donna si trovi costretta a lasciare il lavoro.

Belle tutte le campagne volte alla sensibilizzazione ed all’ideazione di incentivi alla natalità. Sarebbe bello anche rendere sostenibile, nel tempo, la crescita e l’educazione delle generazioni future.

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