De Lise: “AI avrà un impatto dirompente sulla professione del commercialista”

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Abbiamo intervistato in esclusiva Matteo De Lise, Presidente dei Giovani Dottori Commercialisti, che ha parlato dell’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel settore.

Da qualche tempo e soprattutto da quando il Garante della Privacy il 28 aprile scorso ha consentito all’americana OpenAI di riaprire la piattaforma in Italia di ChatGPT, l’argomento è sempre più alla ribalta dell’opinione pubblica, tanto più nell’ambito delle professioni, per le importanti implicazioni che, in misura crescente, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale avrà nel modo di lavorare.

Si tratta di un tema che i giovani professionisti non possono assolutamente ignorare, visto che la loro futura attività professionale ne sarà sicuramente influenzata o addirittura condizionata.

Del resto, le applicazioni e soluzioni operative sono già disponibili in rete ed anche le agenzie pubbliche si stanno attrezzando in materia. Per contrastare più efficacemente l’evasione, l’Agenzia delle Entrate ha introdotto un nuovo strumento: VERA, che è l’acronimo di “Verifica dei rapporti finanziari”, ovvero di fatto lo strumento di intelligenza artificiale e di analisi dei dati con cui l’Agenzia delle Entrate proverà ad intensificare la lotta all’evasione.

Ma anche dal lato delle soluzioni operative per i professionisti contabili, con l’intelligenza artificiale (AI) si offrono oggi nuovi strumenti che delineano modalità per lavorare davvero innovative e tecnologicamente avanzate. Basti pensare all’automazione dei processi contabili (APC), che stanno rivoluzionando il modo in cui le aziende gestiscono le loro attività finanziarie. Nella contabilità, l’AI può essere utilizzata per automatizzare alcune attività ripetitive e ridurre gli errori umani, rendendo la tenuta della contabilità e i complessi adempimenti ad essa connessi più efficiente ed efficace.

L’APC utilizza, infatti, algoritmi di apprendimento automatico per analizzare i dati contabili e identificare eventuali anomalie o errori. L’APC può essere utilizzato in moltissimi ambiti: per la classificazione dei documenti contabili, la predisposizione della dichiarazione dei redditi,  la gestione dei pagamenti, la comunicazione tra gli uffici contabili e i clienti e le agenzie fiscali, la previsione dei flussi di cassa, analizzando i dati storici e fare previsioni sulle entrate e le uscite future dell’azienda.

Sull’impatto dell’Intelligenza artificiale sulle professioni contabili, abbiamo intervistato Matteo De Lise, Presidente Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili(UNGDCEC).

L’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (UNGDCEC) ha posto il tema al centro delle propri riflessioni, organizzando per il prossimo 21 luglio a Pisa il  XVI FORUM DEI GIOVANI COMMERCIALISTI dal titolo provocatorio “PRONTI PER L’INEVITABILE L’A.I. al servizio o al governo?”

De Lise: “AI avrà un impatto dirompente sulla professione del commercialista”

Con Matteo De Lise, proviamo a capire verso quali direzioni si indirizzeranno nel prossimo futuro le professioni contabili.

Presidente De Lise come considera l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’esercizio delle professioni contabili? C’è preoccupazione nella categoria o prevale la voglia di mettersi in discussione e raccogliere con determinazione questa nuova  formidabile sfida?

(De Lise) L’intelligenza artificiale avrà un impatto dirompente rispetto a quelle che sono le funzioni tipiche del dottore commercialista.  Già da ora le grandi società di revisione hanno sviluppato dei software che vanno a gestire tutte quelle che sono le verifiche in tali ambiti. Se per assurdo si provasse a far scrivere ad un sistema di intelligenza artificiale un ricorso in ambito tributario, ci si renderà conto come questo sia sicuramente ben scritto, con richiami alla normativa di riferimento e anche alle sentenze della giurisprudenza. Questo per dire che l’intelligenza artificiale sarà qualcosa con la quale dovremmo assolutamente confrontarci. Credo, però, che, finché il professionista riuscirà con il proprio intuito e con la propria interpretazione ad aggiungere quel pezzo in più che molto spesso fa la differenza, si riuscirà a mantenere saldo il primato dell’uomo sulla macchina. Chiaro che questa, però, dovrà essere correttamente gestita ed indirizzata; altrettanto chiaro che ci dovrà essere un maggiore studio ed approfondimento per evitare che l’intelligenza artificiale vada a sostituire ogni capacità di analisi del singolo professionista. In noi prevale lo spirito di discussione e di analisi; di fatto a Pisa il 21 luglio proveremo ad affrontare questo tema con una profondità mai vista fino ad ora”.

Quali sono le concrete iniziative che l’Unione ha assunto o assumerà a breve con il Governo e con gli altri interlocutori istituzionali per favorire un impatto più “morbido” della AI sulle professioni contabili?

(De Lise) Di fatto quello che stiamo provando a fare già da un po’ è la presentazione di proposte di legge ed emendamenti che vadano a favorire le aggregazioni professionali e lo sviluppo di partite iva “giovani”. Questo perché riteniamo che la possibilità che oggi deve essere offerta a un giovane professionista è di mettersi insieme; occorre investire sulle specializzazioni,  avere un luogo comune di confronto che  possa aumentare il livello della consulenza e per questo di conseguenza anche il margine rispetto alla A.I.. Stiamo lavorando alla stesura di un codice etico rispetto ai limiti dell’utilizzo della stessa nello svolgimento delle attività professionali”.

Da più parti si racconta come oramai le applicazioni dell’intelligenza artificiale abbiano investito anche il settore della contabilità, per cui la figura del commercialista dovrà necessariamente evolversi per restare competitiva. Il commercialista del domani si dovrà dotare di strumenti aggiuntivi per poter essere percepito dal cliente come vero e proprio alleato nello sviluppo del business. Un’alternativa non c’è e il rischio di rimanerne sopraffatti è altissimo. Il prossimo 21 luglio vi ritroverete a Pisa per il XVI FORUM DEI GIOVANI COMMERCIALISTI per affrontare il tema in un convegno a più voci dal titolo provocatorio “PRONTI PER L’INEVITABILE L’A.I. al servizio o al governo?”

(De Lise) “Come già detto per quanto concerne la contabilità, sono tantissimi gli investimenti fatti nell’ambito della intelligenza artificiale.  Non riteniamo che la contabilità, pur restando il pane quotidiano di ogni dottore commercialista, debba essere approfondita e sviscerata in tutti i suoi aspetti per poter tornare ad essere marginale rispetto ai compensi; siamo passati dall’essere data entry a data analisys, grazie all’avvento della fatturazione elettronica. Questo ha permesso a noi commercialisti di poter lavorare su di una consulenza molto più efficace precisa e profonda, con tutto quello che ne comporta per lo sviluppo del cliente e di rapporto con lo stesso. A Pisa proveremo a dimostrare come questa possa essere una soluzione; proveremo, altresì, a dimostrare come esiste una parte del nostro mondo che è ancora molto lontano da tutto quello che sta accadendo e come questa parte abbia bisogno di essere accompagnata verso questi nuovi scenari”.

Come organizzazione sindacale, quali iniziative assumerete per tutelare la categoria dal presumibile ulteriore abbattimento dei compensi che l’impiego della A.I. e dei sistemi di automazione dei processi contabili  produrrà per i giovani commercialisti?

(De Lise) “Come associazione sindacale ci batteremo affinché sia chiaro a tutti i commercialisti quanto sia necessario lavorare sul tema delle specializzazioni. Proveremo a batterci affinché alcune delle ultime competenze possono restare di prima pertinenza tipiche dei commercialisti non bisogna essere spaventati del futuro, bisogna saperlo interpretare. C’è già successo col l’innovazione della fatturazione elettronica, dove tantissimi pensavano di perdere il proprio business, ma in  realtà la fatturazione elettronica non ce l’ha poi  complicato tanto. Sono anni che l’Agenzia delle Entrate prova a superare l’intermediazione del dottore commercialista; tuttavia, fino  ad oggi non è stato possibile. Bisogna lavorare sulle consulenze, sulle capacità strategiche dei dottori commercialisti, bisogna fare in modo che sia possibile per i giovani lavorare assieme ed aggregarsi. Bisogna saper dominare il futuro che verrà per non esserne travolti”.

E’ sempre più evidente che, se l’AI coadiuverà ed agevolerà in maniera crescente il lavoro tradizionale del commercialista, con l’impiego di “robot” contabili e addirittura algoritmi in grado di effettuare in pochi minuti i check sulle due diligence fiscali e contabili anche quella più prettamente consulenziale ne risentirà profondamente.

Esiste davvero il rischio che le macchine e gli algoritmi potranno sostituire    completamente il lavoro del commercialista?

In altre parole, c’è ancora un futuro per i commercialisti?

(De Lise) “Esiste il rischio di essere superati, qualora questa categoria non decida di evolversi tempestivamente. Per farlo abbiamo bisogno di semplificare quello che è il nostro lavoro: andando a limitare la proliferazione di albi,  chiedendo una  riforma del fisco che, sul piano pratico,  rateizzi e razionalizzi   tutti quelli che sono gli adempimenti e  le scadenze del calendario tributario italiano. Abbiamo, soprattutto, bisogno di continuare a studiare per poter essere sempre tempestivi rispetto a quelle che saranno le necessità dei nostri clienti. Noi, come detto, chiederemo supporto alla politica affinché attraverso delle norme di vantaggio proprio per la vostra professione possa incentivare i giovani a continuare a credere che questa sia la professione più bella del mondo”.

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