L’associazionismo giovanile in ricordo delle vittime di mafia

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L’associazionismo giovanile in ricordo delle vittime di mafia. L’evento, svoltosi ad Aversa (Ce) e denominato “Testimonianze di legalità”, è stato organizzato dall’associazione giovanile “Dimensione Democratica”. Tra i relatori, Augusto di Meo, testimone oculare della morte di Don Peppe Diana. Riscosso un grande successo partecipativo.

Un’assemblea pubblica, quella di Domenica mattina. Nella suggestiva cornice del chiostro di San Francesco, piazzetta Don Peppe Diana. Con il patrocinio morale del Forum dei giovani della Campania, il comitato Don Peppe Diana ed il presidio “Libera” di Aversa. Relatori, oltre ad Augusto di Meo, anche Salvatore Cuoci, del Comitato Don Peppe Diana e Maria Romanò, sorella di Attilio Romanò. Quest’ultimo, vittima innocente di camorra. Presenti, inoltre, numerose realtà associative giovanili e figure istituzionali del territorio.

L’importanza del ricordo delle vittime di mafia

Ogni anno, il 21 Marzo, primo giorno di primavera, si celebra la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Ogni anno vengono messe in campo tantissime iniziative, ma questo non basta. Il ricordo, fine a se stesso, non è sufficiente. Un concetto ribadito più volte dai relatori e dai partecipanti all’assemblea.

E’ fondamentale agire sempre in nome della giustizia, attraverso azioni giornaliere che portino ognuno di noi a prendere una posizione chiara. Non bisogna essere indifferenti. Poiché se si è nel mezzo, spesso, si rischia di essere trascinati facilmente dalle altrui convinzioni.

Memoria e coraggio: le testimonianze dei relatori

Un esempio concreto, di chi nella vita ha saputo prendere posizione, è quello di Augusto di Meo. Il quale ha ripercorso, in maniera minuziosa, ogni minuto del mattino del 19 marzo 1994. Giorno in cui, nella sacrestia di San Nicola di Bari, a Casal di Principe, Don Peppe Diana venne ucciso. Gli furono inflitti cinque colpi di pistola, quattro dei quali sparati in volto ed uno andato a vuoto. Di Meo si trovava proprio accanto a don Peppe, per cui ha raccontato di quando si recò, subito dopo l’omicidio, al comando dei carabinieri per sporgere denuncia.

Da quel momento in poi, la sua vita è cambiata. Il trasferimento in Umbria, il lungo processo, le calunnie per screditare la sua persona e quella di don Peppe. “Ancora oggi – ha concluso di Meo – non è semplice. Ma nonostante questo, se dovessi, domattina rifarei tutto da capo.” Ricordiamo che nel 2014, di Meo è stato nominato Alfiere della Repubblica. Nonostante tale onoreficenza, però, lo stesso non è mai stato riconosciuto ufficialmente testimone di giustizia. Dunque, non ha mai potuto godere dei diritti che questo status prevede dalla legge. Ossia misure di tutela fisica, economica, sociale e lavorativa.

Altra testimonianza di coraggio, è da ricercare in Maria Romanò. Che, nel ricordare il fratello Attilio, ha esordito con la lettura di una poesia scritta proprio da lui. Estratta dal libro pubblicato in sua memoria, dal titolo “Buona idea – ricordando Attilio Romanò”. Maria ha raccontato di quanto Attilio fosse una persona speciale, che amava vivere. Fino a quando, la mattina del 24 gennaio 2005, venne ucciso nel suo negozio, a Miano. Cinque colpi di pistola al volto, per uno scambio di persona. Attilio aveva soltanto 29 anni ed era sposato da soli quattro mesi.

Bolle di sapone in segno di libertà

A conclusione dell’evento, tutti i partecipanti sono stati omaggiati con flaconi di bolle di sapone. Tantissime bolle si sono così disperse nell’aria, a simboleggiare i valori dell’unità e della libertà. Libertà da preservare, per cui si deve sempre lottare.

Giovani e legalità

Spesso si incappa nell’errore di generalizzare ogni cosa, soprattutto nei riguardi delle giovani generazioni. A maggior ragione se, queste giovani generazioni, sono anche meridionali. Nella fattispecie campana, complici serie tv con un seguito internazionale, alla figura giovanile viene solitamente data connotazione negativa. Avvezza soltanto al mondo social ed incurante degli aspetti politici, culturali, sociali e civili della collettività.

Come già detto, per ogni cosa è sbagliato generalizzare. La strepitosa risposta giovanile, circa il succitato evento di Domenica, ne è la chiara dimostrazione. I giovani campani sono educati al rispetto della legalità. Essendo, in più casi, di buon esempio proprio alle generazioni mature. Che dovrebbero trasmettere tanto, ai loro posteri.

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