Flashback di Andy Warhol al Palazzo Greco-Stella. L’outsider Che Guevara

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Il progetto della stilista Elena Vera Stella raccontato dalla protagonista. Un lavoro lungo decenni che l’ha vista impegnata in importanti lavori da Sanremo, a “Ballando sul ghiaccio”, al “Premio Barocco”.

Ha scelto Lamezia Terme come luogo dove realizzare un articolato disegno che comprende l’arte nelle sue varie forme. Dal figurativo, passando per la moda e la letteratura, fino ad arrivare all’arte culinaria con un bistrot e ristorazione stellata Michelin. Con questi meritori presupposti è stata concepita la mostra dedicata ad Andy Wharol.

Momento dell’inaugurazione

Una mostra negli schemi classici e perfetti nella descrizione di una vita d’artista. Un viaggio nel passato con la rappresentazione delle icone della storia contemporanea del Novecento. Mao, Lenin, Minnelli, Monroe. Un allestimento impeccabile che ha visto in azione importanti nomi del settore. inaugurata il 17 dicembre, rimarrà fino al 17 marzo 2024.

A cura di Maurizio Vanni, critico e storico dell’arte.

Art Advisors è Massimo Ferrarotti (Presidente della Spirale Milano) e Luca Giglio (Giglioart)

Installazione a cura di Carlo Colombo, architetto e designer.

Catalogo della mostra a cura di Maurizio Vanni. 

Scatto della mostra con Mao e Minnelli

Le grandi ambizioni per Palazzo Grecostella. Dall’arte contemporanea all’alta gastronomia

Elena Vera Stella con alle spalle Marolyn Monroe

D. Come è nato questo progetto e questa attenzione per l’arte contemporanea di una certa importanza?

Io e mio marito (Pietro Greco) abbiamo avuto il piacere di poter acquistare delle opere che diventassero il nostro piccolo scrigno. Ci siamo appassionati sempre di più. Quando abbiamo deciso di acquistare questo palazzo, con l’intenzione di farlo diventare quello che è oggi, era più che altro un progetto familiare da genitori.

Da tradizionalisti abbiamo inteso fare una cosa che un domani magari potrebbe servire a nostra figlia.

Abbiamo acquistato lo stabile che era vicino alla nostra vecchia casa, con l’intento di ristrutturare gradualmente, invece nel frattempo sono cambiate un po’ di cose e i tempi si sono accorciati.

 C’è stata una ristrutturazione importante, con una combinazione di eventi che ha fatto sì che la ristrutturazione potesse essere un po’ più veloce, anche grazie gli incentivi dello Stato.

D. Può essere considerato Museo, o comunque un punto di riferimento per l’Arte Contemporanea del territorio?

Noi siamo in un palazzo storico che ha delle sale dedicate alla promozione della cultura, che chiaramente sarà in termini di arte figurativa piuttosto che multimediale e altro.

C’è già una programmazione triennale delle esposizioni in programma. Ci occuperemo di arte figurativa ma non solo.

Per quanto concerne questa esposizione che consta di un corpo mostra di 60 pezzi autorizzati dalla Fondazione, ha tutti i presupposti perché valga la pena essere visitata. Wharol è uno degli artisti più conosciuti al mondo.

Abbiamo deciso di iniziare con questo nome perché è trasversale, di interesse un po’ di tutti. Wharol è conosciuto da tutti, dai più ai meno giovani, da chi è esperto d’arte ma anche semplicemente da chi ha una passione del pop in generale. Probabilmente forse è anche molto commerciale però può essere inteso come apripista per una serie di altre iniziative relative all’arte. Senza nulla togliere alle espressioni locali, perché cerchiamo in altro modo di promuoverle. Dalle piccole commesse piuttosto che collaborazioni di vario tipo. Anche in altri spazi del Palazzo cerchiamo di essere vicini alla promozione dell’artista locale.

D. Voi avete già, lei e suo marito, una collezione di pezzi importanti che potrebbero di fatto essere anche visitati o è una collezione privata?

Abbiamo deciso di mettere la nostra collezione in esposizione lungo tutto il percorso del palazzo perché per noi è casa nostra. Quindi la condivisione delle cose belle è sempre un momento produttivo.

D.  Quindi c’è anche l’interesse e la prospettiva di aprirsi al territorio, alle scuole ad esempio?

Noi abbiamo inviato ai dirigenti delle mail di presentazione del progetto, invitandoli a visitarci. A tal proposito c’è una collaborazione con Didacta, che si occupa di proporre iniziative e progetti di rilievo alle scuole. Abbiamo già ricevuto, anche nella precedente esposizione, delle visite da parte delle scuole. Infatti, c’è già stata una esposizione che in qualche modo poteva essere un po’ il racconto di quello che è la nostra intenzione futura. “Dal surrealismo fino all’arte povera” , quindi da Dalì passando per Merz. In esposizione Schifano, Giosetta Fioroni, Rotella… Oltre alle opere della nostra collezione, anche delle opere provenienti dalle varie fondazioni. Flashback è la prima mostra importante ufficiale perché una personale, cioè dedicata e che si focalizza su un aspetto particolare dell’artista. Infatti, il titolo è “Flashback”, curata da Maurizio Vanni, un critico di tutto rispetto, autorizzato dalla Fondazione Andy Wharol New York a rappresentare questa fase.

Momento della inaugurazione

D. Il sodalizio con i professionisti che hanno allestito la mostra e curato anche il catalogo, è destinata a continuare o è soltanto temporanea per questa mostra? Si è cioè creato un gruppo di lavoro? Anche nella gastronomia avete un’eccellenza.

Io credo che ognuno di noi debba fare il mestiere che sa fare al di là delle idee e delle ambizioni che si possano avere. Importante è essere affiancati dai professionisti del settore. Anche perché, è necessario avere la garanzia di avere di fronte un originale, che possa essere un quadro piuttosto che un mobile di design o un abito di alta moda. Inoltre, abbiamo scelto di avere un partner nel food che è un’eccellenza. Abbiamo ricevuto tantissime proposte ma abbiamo scelto quello che secondo noi era la migliore soluzione di qualità. Luca Abbruzzino è in linea al target di questa struttura e può guardare insieme a noi in una direzione univoca. Luca è già uno chef d’eccellenza con una stella Michelin. È un ragazzo molto giovane, può traghettare con noi attraverso una serie di situazioni che probabilmente possono dare ulteriori soddisfazioni, così come noi possiamo trarre da lui il beneficio della cucina eccellente.

Momento dell’inaugurazione: Giglio, Vanni, Ferrarotti, Colombo, Stella

D. Partendo anche dalla sua esperienza come assessore con la giunta di Gianni Speranza (2015) che ha determinato delle importanti attività culturali, secondo lei quanta attenzione c’è nella politica per l’arte contemporanea?

Io credo di aver fatto qualcosa che ha lasciato anche il segno. La mia era una nomina tecnica perché non ho mai avuto velleità politiche. Sono una creativa quindi, penso in grande! Cioè sono uno spirito libero, ecco, in questo senso, do adito alle mie ambizioni e forse a volte divento una visionaria, ma il tempo mi ha quasi sempre gratificata.

La politica è stata un’esperienza che mi ha insegnato molto per comprendere anche alcune dinamiche che prima disconoscevo.

 È stata un’esperienza importante e devo dire che nel tempo ho capito un po’ come funziona la macchina pubblica. Perché stare da un lato e dall’altro ti consente anche di fare delle valutazioni.

Non è sempre facile fare delle cose, cioè ci si può proporre delle cose e non avere gli strumenti per farle e renderle possibili. Per rispondere alla domanda specifica. In genere la politica è vicino all’arte come credo che lo sia a tante altre cose. Io devo dire che da parte dell’amministrazione [comunale] c’è stata una risposta in termini di presenze e di visite e non posso dire che ci sia disattenzione. Forse dovrebbe esserci un sistema proprio completamente diverso di valorizzazione non solo dell’arte, del piccolo artigianato, ma la cultura in tutti gli aspetti e tutti i punti di vista.

Credo che un maggiore focus sul settore Arte e artigianato d’autore, creerebbe un indotto importante e sarebbe una ulteriore ragione di ribalta della città, piuttosto che  della regione agli occhi del resto d’Italia.

D. L’arte è un’attività produttiva che, invece, può rendere, secondo lei?

L’arte da sempre è ragione di produttività

L’arte è cultura, e la cultura ci nutre! sotto tanti punti di vista.

Palazzo Greco Stella è un grande contenitore di cultura: arte figurativa, design, fashion, food ….

Palazzo Greco Stella è un brand che si avvale di tutte le professionalità più di spicco locali e regionali per produrre i suoi prodotti (di artigianato) e proporli al suo pubblico.

D. Sicuramente anche perché manca un museo di arte contemporanea? Potrebbe essere da stimolo?

Per noi realizzare l’esposizione della mostra Flashback è stato un lavoro molto lungo ed impegnativo, che ci è costato in termini economici ma anche di impegno lavorativo.

È sempre complesso e molto arzigogolato il cammino per chi pensa in grande.

Ad oggi Palazzo Greco Stella può essere considerato uno spazio espositivo che si occupa di arte contemporanea. E sarebbe bello avere delle altre realtà, all’altezza della situazione, che raccontassero di arte, contemporanea o moderna, o anche di altro, per poter comunque fare rete, collaborare e generare un circuito, perché no che crei un interesse nei turisti e magari si sentano più invogliati a visitare la città.

D. Lei ha fatto un lavoro notevole che comunque poco si conosce. Anche le collaborazioni con Sanremo. Perché?

Le mie collaborazioni a Sanremo sono sempre state nei termini del mio lavoro di stilista, come responsabile dello stile di alcuni programmi e che andavano in onda in occasione di Sanremo sempre al teatro Ariston. E quindi “Ballando sul ghiaccio” con Milly Carlucci, nel quale si ballava su una pista di ghiaccio. Alcune volte ho vestito le orchestre, altre volte ho vestito le vallette o le celebriyties di questi programmi. Di volta in volta ci potevano essere delle esigenze diverse. E poi il “Premio Barocco”, che era a Gallipoli, si chiamava “Oscar della TV”.

Furono molto interessanti e formative le mie collaborazioni con la Rai e con mediaset per questi programmi, ma fu ancora più interessante essere ad Hollywood per la cerimonia della Croce Rossa internazionale, con Will Smith e Giada Pinket, Fergie…

Nell’arco della mia carriera professionale sono state molte le gratificazioni e soddisfazioni, arrivate anche da giovanissima, quando ancora i social media non potevano attestarne con immediatezza l’impatto.

Sanremo, come Mosca, Vancouver, Calgary, New York, oltre che la nostra Milano e Roma, e Los Angeles sono state alcune delle città in cui ho avuto la fortuna di esibire la mia professionalità.

D. Perché ha scelto Lamezia Terme? Forse un legame con le proprie radici molto forte?

Io credo fortemente nella famiglia, come valore assoluto.

Nel momento in cui ho deciso di mettere su famiglia, ho fatto delle scelte anche che la mettessero al primo posto. E poi sono diventata mamma. Quindi sempre per questo motivo, forse una questione anche culturale, ho anteposto mia figlia a me stessa.

Per cui in qualche modo la mia base diventata sempre di più Lamezia Terme. Oggi ci troviamo in questo luogo perché l’abbiamo comprato il Palazzo per lei. Avrei potuto decidere di vivere a Milano, ovunque. Abbiamo scelto di fare base qui perché con tutti i difetti che si possono riscontrare in quasi tutte le città del Sud in generale, abbiamo in compenso un patrimonio immenso che sottovalutiamo. Dalla bellezza che ci circonda, al mare, ai profumi, il clima, ovviamente i sapori dalla cucina. E poi Io credo che Lamezia ci dia la possibilità di essere anche centrali verso l’Europa anche per i collegamenti. Credo che la nostra città abbia una marcia in più, senza nulla togliere alle altre città- altrettanto belle, forse anche più organizzate di noi, però è veramente strategica sotto il punto di vista logistico.

D. Anche libri e cultura in generale?

Noi promuoviamo tutto ciò che è cultura, ovviamente facendo delle selezioni. Perché io credo nella meritocrazia. Io credo nel valore delle cose e delle persone: non siamo tutti uguali, cioè non possiamo essere tutti eccelsi. C’è chi è migliore di un altro. Senza, ecco, neanche offendere, io scelgo di promuovere delle cose che secondo me sono valide.

Ma Palazzo Greco Stella è anche diventato un brand, un marchio, supportato ovviamente dalla mia direzione artistica. Abbiamo a corredare il tutto anche i profumi di Essentialmente Laura che definiscono olfattivamenete l’essenza del Palazzo.

Linea di essenze e t-shirt con brand Greco Stella

Massimo Ferrarotti e il “non autorizzato” Che Guevara

Non fa parte dell’allestimento, è un outsider per la mostra. Ma è una intramontabile e celeberrima icona del Novecento. Sono due pezzi, disposti lungo la scalinata che porta alle sale ove è allestita la mostra. Ci racconta la storia di questi inediti Massimo Ferrarotti, presidente della Spirale di Milano, ospite di Palazzo Grecostella e Art Advisor della mostra. Dalla foto di Alberto Korda, scattata al Comandante Che durante una manifestazione all’Avana, alla elaborazione grafica di Andy Wharol. È una narrazione notissima. Meno nota è la storia di dieci pezzi del Che non riconosciuti da Wharol ma che ugualmente furono stampati e che ora sono come i “francobolli sbagliati”, come ci viene spiegato da Ferrarotti.

«Factory addicted era la “stamperia” se così possiamo definirla, di Andy Wharol». Ci spiega «È come dire che un editore si presenta alla Factory di Andy Wharol per autorizzare la realizzazione di Marilyn, Mao, Campbell Soup e le altre edizioni che poi hanno avuto una notorietà internazionale e chiedono di poter realizzare anche questa di Warhol. (Warhol) Riconosce il soggetto, riconosce la matrice dell’idea, del suo pensiero, ma per la realizzazione della stampa non trovò un accordo. La Factory addicted esce lo stesso con l’edizione che però non fu mai autorizzata da Andy Wharol, né dalla Factory di Word. E ne furono stampate dieci copie. Ora ne sono rimaste due ancora sul mercato».

E sono le due presenti al  fuori-mostra a Palazzo Grecostella, visitabile fino al 17 marzo 2024.

Che Guevara, il “non autorizzato”

INFO: Lamezia Terme (CZ), Palazzo Greco Stella, p.zza Salvo D’Acquisto 16. Dal 17 dicembre 2023 al 17 marzo 2024. Tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00. Costo del biglietto 7 euro. 

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