“Dialoghi informali” del Maestro Alberto Badolato a Lamezia Terme

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È questo la definizione dell’esposizione del Maestro Alberto Badolato.

Ospitata nella sede dell’Associazione “Arte&Antichita Passato prossimo” in via Garibaldi a Lamezia Terme, è stata inaugurata il 21 dicembre.

Curatrici Giovanna Adamo e Antonella Beatrice Bongarzone, la quale scrive

«Il percorso avviato in questa personale di Alberto Badolato appartiene ai mutevoli registri della parola e del segno. Parola e segno insieme diventano un binomio sinergico e comunicativo che sintetizza una fusione che dà origine al simbolo, linguaggio universale che riconduce a un contenuto più ampio. Le opere di Badolato ci conducono là,’ dove la visione muta in comprensione, ragionamento e intuizione. -Continua Bongarzone- Dialoghi Informali, dunque, segni in apparente casualà, che si trasformano in immediata cognizione nel momento in cui il dualismo fra materia e anima, fra casualità e geometria si annulla a favore dei sensi e delle percezioni della mente. Da superfici monocrome di materia riemergono, dai gorghi informali, i frammenti del discorso di una vicenda interiore che accosta Badolato a Masolino e Masaccio nella Cappella Brancacci, a Piero della Francesca nella Resurrezione, Raffaello nella Galatea, Michelangelo nelle tombe Medicee, Pietro da Cortona nell’età dell’argento e Picasso nella Guernica. È in questo equilibrio, vacillante e onirico, che Alberto Badolato incontra quel ‘pittore e paratore di chiese’ Antonio Badolato fu Alberto».

Badolato: «È difficile, in campo artistico, definire il concetto di dialogo»

Anna Badolato, storica dell’arte e figlia del Maestro, così si esprime nel descrivere il significato della mostra, narrando anche un legame che si tramanda da padre in figlio e figlia, a dimostrazione quasi che l’arte si trasmette nel DNA ed è anche “contagiosa”.

«È difficile, in campo artistico, definire il concetto di dialogo. L’artista comunica sempre col pubblico, ma il dialogo tra artisti è sempre circoscritto a contesti di collaborazione, di competizione o emulazione. Esistono opere realizzate a più mani o vere e proprie gare di maestria tecnica che la letteratura artistica ci ha restituito, non senza componenti aneddotiche, atte a marcare la rivalità tra pittori, architetti, scultori. Sono note, ad esempio, le vicende che vedono contrapporsi Masaccio e Masolino alla Brancacci, Leonardo e Michelangelo nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, Matisse e Picasso, impegnati in una ricerca artistica atta a dimostrare chi dei due fosse il più moderno e spregiudicato.

Molto più spesso il rapporto tra artisti, se non consideriamo tali episodi di rivalità, si concretizza in atteggiamenti di emulazione, tanto da creare delle vere e proprie scuole o movimenti artistici. Il Manierismo inizialmente nasce dalla precisa volontà di riprendere quanto già realizzato da artisti considerati irraggiungibili.

Altre volte l’incontro tra artisti usa l’espediente delle citazioni: si prende come spunto un dipinto di un maestro del passato reinterpretandolo o inserendone dei particolari. Si tratta di giochi, rovesciamento di ruoli, o semplice sfoggio di erudizione. In ogni caso l’operazione di prelevamento operata dall’autore esclude in maniera manifesta un processo di appropriazione.

In ciascuno di questi casi però gli artisti si mantengono in realtà separate, o perché diversi nella forma e nel segno o perché distanti temporalmente.

Diverso è nella letteratura, dove il dialogo è un genere letterario che vede due interlocutori discutere di diversi argomenti: filosofia, religione, estetica, politica, presentando al lettore tesi e antitesi. È il mezzo che consente di far conoscere al lettore due diversi punti di vista in contrapposizione tra loro, la drammatizzazione di un pensiero in versi o in prosa, e anche se gli interlocutori non sono in disaccordo dialogano per puro piacere filosofico».

Nelle opere in mostra l’artista Badolato si è cimentato in un insolito dialogo da lui stesso definito informale. Informale è la corrente pittorica alla quale il pittore si sente vicino, ma informale, nell’accezione di comune conversazione, è anche un dialogo nel quale si vuole ridurre la distanza tra gli interlocutori, nel quale si usa un registro comunicativo senza regole, senza forma.

Badolato dialoga con i grandi pittori del passato e con essi crea una comunicazione non imitativa né invasiva. Non ne imita lo stile, resta fedele al proprio linguaggio in una sorta di rispetto reverenziale nei confronti dei giganti con cui si incontra. Ciò che ne deriva non è un confronto, né un’imitazione. È un incontro che avviene al di fuori del tempo e dello spazio, dove l’artista cattura delle Icone e le inserisce nella propria materia pittorica senza stravolgerne la forma.

Si crea quindi un nuovo testo pittorico dove in un unico supporto convivono figure ormai cristallizzate in secolari riconoscimenti visivi e la materia informale dell’artista, che le avvolge, le scruta, ne studia i panneggi, i colori e concede loro lo spazio per dialogare. Le immagini emergono da un contesto fuori da quello consueto e dialogano col pubblico estraendo messaggi che portano l’esperienza di secoli passati. I colori si intersecano tra loro creando giochi di complementarietà e di contrasti.

Infine, i segni diventano pura poesia nel dialogo col padre che gli lascia in consegna le decorazioni usate nel suo mestiere di paratore e che oggi rivivono nell’universale linguaggio della memoria».

Il Maestro Alberto Badolato e Giovanna Adamo

L’esposizione è visitabile tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00, fino al 10 gennaio 2024 e la mattina su prenotazione al 3388314060.

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