Caso Gratteri: tutti contenti a Napoli ma infuria la polemica

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Gratteri è passato da possibile Ministro della Giustizia nel governo Renzi a PM della più grande procura d’Europa.

Un posto occupato da Nicola Gratteri dal 2016 quello della Procura di Catanzaro. Originario di Gerace, nella Locride, in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta, vive sotto scorta da oltre 30 anni. Era stato indicato come ministro della giustizia del governo Renzi. Racconta spesso l’aneddoto della sua mancata nomina. Nel 2014 MicroMega mette insieme i suoi punti programmatici per riformare il sistema della giustizia.

Le più importanti indagini

Sono innumerevoli le indagini condotte da Gratteri che hanno portato a moltissimi arresti. I principali filoni di inchiesta riguardano le infiltrazioni mafiose nella politica e le devianze della massomafia, i traffici internazionali di stupefacenti e armi.

Ricordiamo Rinascita Scott, una mega inchiesta con reati che vanno dall’associazione mafiosa a tentato omicidio a traffico di droga. Risale al 2019 e porta all’arresto di 334 persone con un totale di 416 indagati. L’indagine riguarda la cosca di Limbadi, nel vibonese. Le udienze avvengono nell’aula Bunker di Lamezia Terme.

L’inchiesta Stige si concentra nel crotonese. Gli arresti sono 196 e i reati ipotizzati, oltre ad associazione mafiosa, turbativa d’asta e corruzione elettorale.

E poi l’inchiesta Farmabusiness che coinvolge il Catanzarese ed il Crotonese. E ancora Basso Profilo e Imponimento, nella quale compaiono anche traffico di armi e monete.

L’operazione Stilaro, riguardante il piccolo comune di Camini, dell’entroterra della Locride, che portò all’arresto di 106 persone, compreso il sindaco e l’amministrazione tutta. Tutti assolti ed estranei ai fatti contestati.

Le assoluzioni illustri

Il caso del sindaco di Camini può essere emblematico, ma non è isolato.

Ovviamente le centinaia di persone arrestate e/o indagate non sono rimaste e/o finite in galera. Le assolte e/ o scagionate sono la maggioranza. Una figura significativa è sicuramente l’ex presidente della regione Calabria Mario Oliverio. Ma anche il consigliere regionale Nicola Adamo, la deputata Enza Bruno Bossio e l’ex presidente del consiglio regionale Domenico Tallini. Tutti illustri assolti.

Per tale ragione viene spesso accusato di “giustizialismo ad effetto”.

Oliverio, nel giugno 2023 indagato per la terza volta da Gratteri. «Un “chiaro pregiudizio accusatorio” da parte della Procura di Catanzaro nei miei confronti, confesso di non comprendere la ragione di tanto accanimento»

«Anche in questa occasione ho appreso dell’indagine su di me dalla stampa – scrive sul suo profilo fb – facendo passare ancora una volta che fossi sottoposto agli arresti per reati di mafia. Lungi da me un atteggiamento vittimistico di risentimento ma non posso non esprimere una riflessione di amarezza su un sistema di giustizia piegato al protagonismo mediatico e per questo pronto a macinare persone, storie, verità prescindendo da prove e indizi».

L’accusa è sempre di “Rapporti sistematici ‘ndrangheta politica nel Crotonese”.

Saranno stati questi “errori giudiziari” e l’eccessivo giustizialismo che alcuni togati hanno espresso dissenso verso questa nomina, avuta comunque a maggioranza

È polemica la nota di accoglienza di Magistratura Democratica di Napoli, come riportato da Il Fatto Quotidiano del 14 settembre. Il giornale riporta uno stralcio: “Confidiamo che il lavoro fin qui svolto dalla Procura di Napoli continui con le stesse modalità“, anche “senza clamori mediatici”. Precisa la testata «contro la sua nomina si sono schierati gli 8 componenti della sinistra giudiziaria: i 6 togati di Area, Mimma Miele di Magistratura Democratica e il laico in quota Pd, Roberto Romboli. Gratteri viene accusato di essere un “padre-padrone”, locuzione pronunciata durante il plenum da Maurizio Carbone, ex segretario dell’Anm: “Crea problemi che all’audizione Gratteri si è posto come un dirigente quasi padre-padrone”, vede il ruolo di procuratore come “fortemente gerarchizzato” al punto che, secondo il consigliere togato di Area, “si sbarazza di aggiunti e pm, che ritiene non svolgono al meglio il lavoro dal suo punto di vista”».

Sarò stato questo il motivo per cui non è stato nominato ministro e Procuratore Nazionale Antimafia?

Le mancate nomine

Oltre alla mancata nomina a ministro della giustizia, un anno fa sfiorò anche quella di procuratore nazionale antimafia. Aveva fatto lui stesso domanda perché “convinto di avere l’esperienza e conoscenze anche internazionali dei più capaci procuratori del Centro e Sud America”, come dichiarato in diverse occasioni.

Ospite fisso a Trame, il Festival contro le Mafie di Lamezia Terme

Anche quest’anno, nel mese di giugno, si è svolto Trame, il Festival dei Libri contro le Mafie a Lamezia Terme, e anche quest’anno è stato ospite Nicola Gratteri. È noto che, oltre all’intensa attività di magistrato, svolge anche quella di saggista e autore di libri contro le mafie. In tandem con Nicola Nicaso ha pubblicato Fratelli di sangue, La malapianta, La giustizia è una cosa seria, La mafia fa schifo, Dire e non dire, Acqua santissima, Oro bianco, Padrini e padroni, Fiumi d’oro, Storia segreta della ‘ndrangheta, La rete degli invisibili, Ossigeno illegale e Complici e colpevoli.

A Lamezia ha presentato l’ultimo lavoro Fuori dai confini. La ‘ndrangheta nel mondo.

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