34% la storia di una legge del Sud si presenta a Bari

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Presentazione a Bari del libro il “34% la storia di una legge del Sud. La questione meridionale a Bruxelles” alla presenza del già ministro per il Sud Barbara Lezzi e dell’europarlamentare Rosa D’Amato.

Sarà presente anche Antonio De Caro, sindaco di Bari e presidente dell’ANCI

Dopo gli eventi in Calabria ed in Campania, ora il libro approda in Puglia. Dall’evento a Napoli, al quale ha partecipato Alessandro Caramiello deputato e presidente dell’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Aree Fragile e Isole Minori” è scaturita la proposta per una interrogazione parlamentare da sottoporre direttamente a Raffaele Fitto, in qualità di Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR.

L’evento si svolgerà Venerdì 3 novembre, alle ore 17:00, presso la Sala Consiliare del Comune di Bari, in Corso Vittorio Emanuele, sarà presentato il libro “34% la storia di una legge per il Sud. La questione meridionale a Bruxelles” di Rosella Cerra e Roberto Longo. Il libro è edito dalla casa editrice calabrese “Città del Sole” di Reggio Calabria.

Introdurrà i lavori Ulda Gallo, già presidente della U.T.E.C.S.R. di Bari.

Seguiranno i saluti istituzionali del sindaco del Comune di Bari Antonio De Caro, anche presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e dell’assessore alla Cultura Ines Pierucci. Vi saranno anche i saluti del presidente dell’associazioni Murgia Enjoy Leonardo Losito e Gabriella Sabato presidente dell’associazione Stella del Monte.

Modererà il professor Nicola Tenerelli dell’università Aldo Moro di Bari.

Interverranno Barbara Lezzi, già senatrice e ministro per il Sud, che ha caldeggiato sin dal suo insediamento l’applicazione della legge. Autrice della prefazione, discuterà i percorsi e le più recenti considerazioni sulla sua applicazione.

Rosella Cerra e Roberto Longo, coautori del libro, ripercorreranno le fasi che hanno portato alla legge ed allo stato attuale della mancata attuazione.

Cinzia Lamberti, discendente della nobile famiglia citata nel libro, parlerà della Calabria industriale dei suoi avi.

Lino Patruno, giornalista, saggista e docente, citato nel libro, parlerà dello “scippo al Sud”.

Luigi Fino, docente di Psicologia del Lavoro e direttore del P.O. Perrino di Brindisi, storico revisionista, tratterà il tema “Sud come minoranza”.

Le conclusioni, affidate alla europarlamentare Rosa D’Amato, citata nel libro, riporteranno la posizione attuale della questione meridionale a Bruxelles.

Esporranno le proprie opere dedicate all’evento, il Maestro Umberto Colapinto e il maestro Anna Mosaico in arte Nanette.

A fine evento seguirà degustazione di prodotti tipici locali offerti da Divella Passione Mediterranea, Frantoio d’Orazio, Caseificio Artigiana e Colella Olive

34%: il focus sullo “scippo al sud”

Il libro racconta le fasi che hanno portato all’applicazione della clausola del 34%, ossia la ripartizione dei fondi dello Stato in conto capitale alle regioni del Sud Italia in proporzione al numero della popolazione che al Sud Italia è del 34%. La discussione, ancora aperta, è sull’ammontare dello “scippo al Sud”. Si tratta di svariati miliardi. Difficile da quantificare, viste le interpretazioni differenti e la mancanza di una reale “Operazione verità”. Ne hanno parlato in tanti. Abbiamo dedicato un intero capitolo a questo argomento. È il Cap. III, dal titolo “Lo scippo e il debito”. Il capitolo inizia riportando i dati del 30 gennaio 2020. In esso si sostiene che

«… lo Stato italiano (…) nel 2016 spende 15.062 euro pro capite al Centro-Nord e 12.040 euro pro capite al Meridione. In altre parole, ciascun cittadino meridionale nel 2016 riceve in media 3.022 euro in meno rispetto a un suo connazionale residente al Centro-Nord. Per l’ultimo anno disponibile, il 2017, si rileva un’ulteriore diminuzione della spesa pubblica nel Mezzogiorno, che passa dai 12.040 euro pro capite a 11.929, mentre al Centro-Nord si riscontra un aumento dell’1,6% (la spesa sale da 15.062 a 15.297 euro). In altre parole, un residente del Sud Italia nel 2017 ha ricevuto mediamente 3.482 euro in meno rispetto a uno del Centro-Nord. Se della spesa pubblica totale, si considera la fetta che ogni anno il Sud avrebbe dovuto ricevere in percentuale alla sua popolazione, emerge che, complessivamente, dal 2000 al 2017, la somma corrispondente sottrattagli ammonta a più di 840 miliardi di euro, netti (in media, circa 46,7 miliardi di euro l’anno)».

E da qui diversi commenti sulla stampa. Nel libro ne riportiamo di significativi.

Questi risultati vengono ripresi in un articolo del giornalista Lino Patruno il 7 febbraio 2020, che sul giornale La Gazzetta del Mezzogiorno scrive: «Tolti al Sud e dati al Nord 840 miliardi di euro in 17 anni – Chi riteneva e ritiene che parlare di rapina al Sud è una bufala, è servito. Cosa ti accerta il rapporto 2020 del noto Centro studi? Che dal 2000 al 2017 lo Stato italiano ha sottratto appunto al Sud 840 miliardi di euro, in media 46,7 miliardi all’anno. Non solo sottratti, ma dati al Nord. Effetto del mancato rispetto del famoso 34 per cento, la percentuale della popolazione meridionale che avrebbe dovuto essere anche la percentuale della spesa al Sud. Ecco perché il divario aumenta invece di diminuire. Ecco perché i giovani del Sud sono costretti a partire per la mancanza di lavoro. Uno scandalo nazionale ancòra più grande quanto più assoluto è stato il silenzio per tutto questo tempo».

Pagella Politica tenta di confutare l’ammontare della cifra, contestando anche le considerazioni di Patruno. Gli risponde Marco Ascione, ma il dibattito rimane.

34% la storia di una legge del Sud si presenta a Bari

Insomma, sembra un gioco di parole. Spesa Pubblica, Settore Pubblico Allargato, Conto Capitale, ecc.

Aveva provato Carla Ruocco, che voleva fare luce sulle cifre con l’“Operazione Verità”. Presidente della Commissione Finanze della Camera aveva avviato questa indagine. Nell’aprile del 2019 titolone su “Il Quotidiano – L’Altravoce”. L’articolo è a firma di Ivana Giannone. Ma altri li firma direttamente Roberto Napolitano. Si parla di circa 60 miliardi all’anno per la mancata applicazione della clausola del 34%.

Ma provando ad insistere sui calcoli, si può fare riferimento alla Bozza della Legge di Bilancio presentata il 31 ottobre al Parlamento per l’iter di approvazione definitiva.

Il sito della Ragioneria Generale dello Stato fa un buon servizio al contribuente ed in generale al cittadino italiano creando una app che consente di consultare le leggi di bilancio in tempo reale, ossia con gli aggiornamenti.

È presente l’ultima LdB 2024. In pillole vengono sottolineate le principali indicazioni di consultazione e lettura. Su esso di legge quindi che:

«Il Parlamento ha approvato in via definitiva la “Legge di Bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025”. Il provvedimento è consultabile e navigabile su Bilancio Aperto».

Inoltre: «La previsione di spesa e di entrata in termini di competenza per l’anno 2023 ammonta a circa 1.184 miliardi di euro, con un aumento dell’ 8,2% rispetto alla Legge di Bilancio  2022».

Infine: «Le spese correnti previste sono pari a 715,2 miliardi, mentre quelle in conto capitale si attestano a 157,7 miliardi. Le spese finali di competenza nel 2023 ammontano pertanto a circa 872,9 miliardi».

Se consideriamo solo le spese in conto capitale, il 34% di 157,7 miliardi equivale a 53,38 miliardi.

Questa è la cifra che deve andare al Sud Italia nel rispetto dell’articolo 7bis, “Principi per il riequilibrio territoriale” del Decreto Mezzogiorno.

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