Porto di Gioia Tauro. Agostinelli in Europa incontra Sefcovic. Salvini in Calabria

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Pronta anche interrogazione parlamentare

Nella mattinata di lunedì il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è stato in Calabria al porto di Gioia Tauro.

L’occasione si è presentata per il battesimo della “Celestino Maresca”, la portacontainer della MSC, una delle più grandi al mondo e più ecologica per le sue dotazioni tecnologiche di efficientamento energetico e basso consumo di carburante. L’evento si è tenuto presso il Medcenter Container Terminal in occasione del suo 30° Anniversario.

In foto il momento della consegna della nave, fonte

Carbon Tax contro l’Italia. Salvini andrà in Europa a difendere il porto

Andrà anche lui in Europa a contestare una direttiva che penalizza l’Italia, a difesa di tutti i porti italiani. «Faremo di tutto, con governo, per bloccare queste tasse che rischiano di farci perdere il lavoro». Precisa che al momento sono sette ministri ad essere d’accordo a bloccare la direttiva. 

Sul fronte europeo invece, nei giorni scorsi il presidente dell’Authority del porto di Gioia Tauro Andrea Agostinelli, accompagnato dall’eurodeputata del partito democratico e vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, ha incontrato il vicepresidente della Commissione Europea e Commissario europeo per l’unione energetica, Maros Sefcovic.

Per Agostinelli si tratta di un passo importante

Afferma che «Per noi la proposta della Commissione rappresenta un primo passo soddisfacente per la soluzione della problematica, che dovrà poi essere affrontata nel corso di successivi incontri con le Istituzioni europee e le associazioni di categoria. Abbiano presentato, anche, un documento, elaborato nel corso della riunione che si è svolta a Barcellona lo scorso 10 novembre con i porti spagnoli, che potrebbe rappresentare una futura soluzione nell’interesse di tutti i porti europei di transhipment».

Soddisfazione per la Picierno

L’eurodeputata sostiene che «L’incontro di oggi è da considerarsi assolutamente positivo e funzionale alla tutela della competitività e del futuro del Porto di Gioia Tauro. La proposta della Commissione per l’atto di esecuzione, che dovrà essere adottato entro il 31 dicembre, è già un buon passo avanti poiché prevede l’introduzione di norme anti evasione rispetto ai porti nord africani, e dunque a protezione di quelli europei. Persiste, tuttavia, la criticità legata ai traffici extra Ue che transitano per porti europei». 

Rimane aperto pertanto il problema sulle navi che attraversano il Mediterraneo e dirette oltreoceano, cioè quelle extra UE.

In Europa si sta lavorando quindi per far pagare anche ai porti nordafricani la tassa sull’inquinamento voluta dalla Direttiva ETS, “che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell’Unione”. E si spera che questo possa salvare dal rischio isolamento dovuto alla competizione il porto calabrese.

La soluzione alla quale stanno lavorando all’interno del parlamento europeo è quella di estendere il pagamento della tassa per le emissioni in atmosfera agli armatori che fanno scalo nei porti nordafricani e che hanno come destinazione finale l’Europa. Sarebbe questa la deroga alla quale stanno lavorando e di cui abbiamo già scritto.

Quali potrebbero essere gli escamotage degli armatori per evitare di pagare?

Il timore maggiore è quello dell’evasione fiscale.

Alla base della direttiva europea 2023/959 ETS, come abbiamo già trattato, vi è la lotta all’inquinamento ed ai cambiamenti climatici. Si parla dell’accordo di Parigi del 2015 contro i cambiamenti climatici che prevede di mantenere l’aumento della temperatura mondiale al di sotto di 2° C rispetto ai livelli preindustriale e «limitare tale aumento a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, riconoscendo che ciò potrebbe ridurre in modo significativo i rischi e gli effetti dei cambiamenti climatici»;

Fra le altre cose vi è un richiamo preciso agli armatori. È stata introdotta la disposizione relativa alle emissioni delle “società di navigazione”, dei “porti di scalo”, di “autorità di riferimento nei confronti di una società di navigazione”, ed anche alle “nave da crociera”.

Ma ancora il governo italiano che deve decidere se recepire la Direttiva Ets. Pronta interrogazione parlamentare

La normativa europea prevede infatti che «Le direttive devono invece essere recepite dai paesi dell’UE nella legislazione nazionale.
Ciascuna direttiva contiene una scadenza entro la quale gli Stati membri devono recepire le nuove disposizioni nella loro legislazione nazionale e informare la Commissione in tal senso».

A tal proposito sarà presentata una interrogazione parlamentare elaborata dall’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Area Fragili e Isole Minori” tramite il presidente on. Alessandro Caramiello. In essa si chiedere al Governo quali misure intende intraprendere per salvaguardare lo scalo calabrese e quale posizione intende assumere nei confronti dell’Unione Europea. Si vuole inoltre sapere se il governo intende recepire la Direttiva senza alcuna deroga.

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