L’Ocse avverte il governo Meloni: tassare i patrimoni, tagliare le pensioni d’oro e ampliare l’Adi

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È stato pubblicato ad inizio settimana il rapporto Ocse sull’Italia da cui si evince che «L’economia ha superato bene le recenti crisi, ma la crescita sta ora rallentando a causa dell’inasprimento delle condizioni finanziarie». Per non parlare del debito pubblico che risulta essere pari al 140% del suo PIL, risultando il terzo più elevato della zona OCSE. Per ridurre il debito pubblico la priorità assoluta per la politica italiana dovrebbe essere l’attuazione di riforme fiscali e di contenimento della spesa pubblica.

Fisco: tassare di più successioni e patrimoni immobiliare, riducendo quelle sul lavoro

Per rendere il sistema fiscale “più favorevole alla crescita” e allo stesso tempo aumentare le entrate, la soluzione prospettata dall’Ocse è quella di ridurre le tasse sul lavoro, aumentando l’imposta di successione e le tasse sui grandi patrimoni immobiliari. Due proposte non considerate dal governo Meloni che pare seguire una direzione diversa.

Ridurre le pensioni per le famiglie ad alto reddito e allargare le misure contro la povertà come l’Assegno di inclusione.

Altro intervento importante è necessario in materia pensionistica. Secondo quanto si legge sempre nel rapporto Ocse “riducendo la generosità delle pensioni per le famiglie a reddito più elevato, si potrebbe limitare l’incremento della spesa, mantenendo allo stesso tempo adeguati servizi pubblici e protezione sociale”. Ma questo non basta perché secondo l’Ocse è necessario anche eliminare gradualmente tutti i sistemi di pensionamento anticipato così come già avvenuto per Quota 100. Infine, c’è il tema dell’occupazione e del mondo del lavoro: i ” tassi di occupazione sono bassi” e “la povertà è superiore” rispetto alla media Ocse. Soprattutto, “la partecipazione dei giovani e delle donne al mercato del lavoro è tra le più basse della zona dell’Ocse”. Pertanto, l’organizzazione ha sottolineato che per ridurre la povertà bisognerebbe “rendere più graduale la revoca dell’assegno Adi e del sussidio Sfl in caso di assunzione”, oltre ad “ampliare l’accesso al nuovo sussidio di assistenza sociale, includendo anche le persone con prospettive molto deboli sul mercato del lavoro”.

contributo esterno

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