Lep, Calderoli (Lega) non risponde sul finanziamento

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Sui Lep nessuna risposta. In Conferenza stampa, a margine dell’incontro che il ministro ha tenuto nella sede della Regione Calabria insieme al presidente della Regione Roberto Occhiuto, non arriva alcuna risposta. Presenti con il ministro e il Presidente anche la giunta Regionale, i sindacati di categoria (presente soltanto la CISL) e Unindustria.

di Paolo Mandoliti

Annunciata con un certo stupore a cavallo di Capodanno, quasi a voler sottacere invece l’importanza di questo tour ministeriale per accaparrarsi la benevolenza dei presidenti di regione, specialmente di quelle meridionali, il ministro per gli affari regionali e le autonomie del Governo Meloni, Roberto Calderoli, molto attivo sul tema, non si riposa un attimo, non dorme la notte pur di vedere nascere la creatura a cui tiene di più, l’autonomia differenziata. Ci si sono catapultati i nostri inviati Teresa Càrpino e Giuseppe Maradei.

Addirittura sembra che sia stato il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, Forza Italia, a voler anticipare l’incontro, previsto inizialmente per il 7 gennaio (un sabato e una cittadella regionale vuota): ”Il ministro Calderoli mi aveva chiesto di venire in Calabria il 7 gennaio, gli ho chiesto di anticipare al 2 gennaio perché mi piaceva l’idea che il ministro iniziasse a lavorare nel 2023 partendo dalla Calabria”. Così ha affermato infatti il Presidente in conferenza stampa. Dimenticando che a tanti calabresi la visita di Calderoli a dare lectio magistralis ha creato una sorta di orticaria.

LEP? La loro definizione? Il loro finanziamento? Il fondo perequativo?

Al ministro senza portafoglio sembra interessare soltanto l’avvio degli accordi tra Stato e singole regioni (esautorando, di fatto, il Parlamento). Ai Lep, alla loro definizione, e al loro finanziamento, ci si penserà poi (con i famosi DPCM e sempre esautorando il Parlamento)!

Il tour di Calderoli, dopo la Campania, è proseguito in Calabria, con un Presidente e una Giunta “vicini” (politicamente parlando) al rappresentante leghista. Prima della conferenza stampa ha incontrato la Giunta Regionale, i sindacati e Unindustria. Da segnalare l’assenza all’incontro dei rappresentanti CGIL e UIL, molto critici sul Disegno di Legge che Calderoli ha appena inoltrato al Consiglio dei Ministri. Prima dell’incontro, il segretario regionale della CISL, Tonino Russo, si era espresso così: “La nostra posizione sulle proposte di autonomia differenziata è molto chiara e la ribadiremo lunedì 2 gennaio, in occasione dell’incontro alla Cittadella della Regione con il presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, e il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli. Per la Cisl, è prioritario definire i livelli essenziali delle prestazioni, dalla sanità agli altri servizi, che devono essere uguali per tutti, perché nella Repubblica, una e indivisibile, non ci siano territori di “serie a” e di “serie b” e i diritti sociali siano garantiti a ciascun cittadino, dovunque egli viva. Così come chiediamo un’equa distribuzione delle risorse per tutte le aree del Paese, favorendo processi di crescita e di sviluppo” (fonte: nota stampa CISL).

CGIL e UIL assenti. Un segnale di rottura

I segretari regionali della CGIL e della UIL hanno declinato l’invito, lasciando a note stampa il loro pensiero.

“Contrasteremo – dice il segretario generale della Cgil Calabria Sposato  – in ogni forma i tentativi d’introdurre norme che aumentino i divari nel Paese e spingano il Mezzogiorno ancora di più a Sud”.

Per Biondo, della Uil, “Quello che si nasconde dietro al testo di una norma, è la voglia di un partito politico di ottenere quello che non è riuscito ad ottenere in oltre venti anni di Parlamento: riscrivere la Costituzione in senso secessionista”.

Il volantinaggio del movimento “i Meridionalisti”

Esponenti di un movimento locale, i Meridionalisti, hanno distribuito un volantino ai giornalisti presenti. Un breve e sintetico A4 ma che spiega molto bene i pericoli di una riforma siffatta, che non tiene conto dei problemi futuri (sulla scorta di quelli passati) causati da una non chiara indicazione del metodo attraverso cui si finanzieranno i LEP.

Ed infatti alla domanda, in conferenza stampa, di Giuseppe Maradei, esponente de “i Meridionalisti” e segretario cittadino di Lamezia Terme di Italia del Meridione, del criterio adottato per finanziare i LEP, Calderoli risponde prendendola da lontano: “in 20 anni non si sono definiti e io dovrei partire dal finanziamento?” in sintesi la sua risposta!

La “trappola” Calderoli: dividere il processo

LEP (definizione e finanziamento), fondo perequativo e autonomia differenziata sono tre temi di uno stesso progetto: la riforma, in senso federale, del titolo V della Costituzione.

E dovrebbero andare di pari passo, anzi, nell’ordine:

  • Definizione e finanziamento dei LEP
  • Fondo perequativo
  • Accordi Stato/singole regioni sulle materie oggetto di autonomia

Invece il disegno di Calderoli è quello di velocizzare sul processo di autonomia, attraverso un disegno di legge inviato in Consiglio dei Ministri, da fare approvare, poi (senza essere emendato), dal Parlamento. Percorso che va un tantino in contrasto con quanto espresso dalla Costituizione, specialmente all’art. 119 sulle risorse aggiuntive a favore di Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni con una minore capacità contributiva.

E nel disegno di legge non è citato nulla di tutto ciò. Si parla soltanto degli accordi Stato/singole regioni.

Sui LEP (ma soltanto sulla loro definizione) se n’è occupata la legge di bilancio appena approvata. Devono essere definiti da una cabina di regia, entro sei mesi, ed eventualmente, il governo commissaria sé stesso. La definizione dei LEP sarà poi “normata” attraverso i “famigerati” DPCM. Esautorando il Parlamento su un tema così importante. Nulla, sul finanziamento dei LEP stessi, sui criteri che verranno adottati per finanziarli.

Ed ecco che la trappola basata sul vecchio principio “dividi et impera” adattata ad un processo che doveva camminare di pari passo, è stata attivata.

Se il disegno di legge verrà approvato “entro il 15 gennaio” (come dice lo stesso Calderoli in conferenza stampa), il Parlamento poi si esprimerà a favore o contro, senza la possibilità di migliorare/modificare il disegno di legge. È lo stesso Calderoli che tiene a sottolinearne la differenza con un decreto legge: “Non stiamo parlando di un decreto legge ma di un disegno di legge che poi dovrà essere discusso dal Parlamento”. Ci troveremo, quindi, con una legge che permetterà di attivare le intese tra le singole regioni e lo Stato, sulle materie previste dall’art. 117 della Costituzione.

Resta da capire il criterio che lo Stato utilizzerà per trasferire i fondi alle singole regioni sulle singole materie. In assenza della definizione dei LEP, dei fabbisogni standard e del fondo perequativo (l’iter sarà sicuramente più lungo), sicuramente sarà utilizzato lo stesso criterio utilizzato oggi: quello della spesa storica, ovvero, l’importo sarà stabilito attraverso il “questionario SOSE” con il quale i singoli comuni auto-certificano quanto hanno speso per asili nido, trasporti, viabilità, ecc.! Lo stesso criterio che ha portato alla sottrazione di circa 60 miliardi l’anno a sfavore dei comuni con minore capacità fiscale e a favore invece di quei comuni con una capacità fiscale (e quindi di spesa) maggiore: creando due Italie.

Roberto Occhiuto: un treno con tre vagoni

Più o meno lo stesso concetto (quello di arrivare contemporaneamente alla definizione e finanziamento dei LEP, del fondo perequativo e dell’autonomia differenziata) ha espresso il Presidente Occhiuto: “A Calderoli ho detto che la mia posizione sull’autonomia differenziata non è di pregiudizio ideologico perché credo che l’autonomia differenziata possa determinare occasioni positive potenzialmente di sviluppo per la Calabria.

Ho detto che il tema però è una parte della Costituzione che dobbiamo attuare, ci sono altre parti inattuate: a esempio c’è la parte dei Lep che andrebbero definiti in base ai fabbisogni standard e non alla spesa storica, c’è la parte dell’articolo 119 sulla perequazione.

Quando ho parlato di questo tema ho preso l’immagine di un treno con tre vagoni – Lep, perequazione, e autonomia – ma a noi interessa che il treno arrivi alla fine del percorso. Se riusciamo a fare quello che non è mai stato fatto in 21 anni, i Lep e la perequazione, anche l’autonomia differenziata sarebbe una grande occasione”.

Critiche da parte delle opposizioni

Diverse critiche sono pervenute invece da parte delle opposizioni. Il Pd calabrese ha evidenziato come “le location per parlare di queste tematiche siano altre, più istituzionali” – criticando il fatto che il governo regionale abbia consentito ad un ministro amico di fare propaganda nella casa di tutti i calabresi su un tema così importante.

Ancora più critico Francesco Boccia (PD) con una nota rilasciata alle agenzie di stampa: “Con le Camere chiuse dopo l’approvazione della pessima legge di bilancio che prevede la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) con Dpcm, anziché con legge ordinaria, è iniziato il tour di propaganda a favore dell’autonomia leghista spacca Italia del Ministro Calderoli.

Non pago della pessima norma approvata, che mette a rischio i diritti universali nel Mezzogiorno e in tutte le aree interne e di montagna del Paese, Calderoli – dichiara Boccia – ha anche accelerato con la presentazione di un ddl mai trasmesso alle Conferenze Stato Regioni e Unificata dimostrando ancora una volta il disprezzo della destra anche verso la concertazione istituzionale.

Nel ddl, così come confermato anche oggi a Catanzaro, Calderoli torna sul luogo del delitto che ha già fatto tanti disastri dal 2009 in poi. L’esaltazione della spesa storica”. Nella nota Boccia parla di “vergognosa propaganda di Calderoli anti Sud in Calabria”, sostiene che “la spesa storica significa condanna della Calabria”.

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