Legge di Bilancio: pagamenti elettronici, tetto al contante. Ecco la relazione di Bankitalia

Legge di Bilancio: pagamenti elettronici, tetto al contante e la relazione di Bankitalia

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Legge di Bilancio

Legge di Bilancio: arriva la strigliata di Bankitalia. Il numero uno della Banca di Stato ha bacchettato l’esecutivo riguardo ai pagamenti elettronici ed al tetto al contante.

Legge di Bilancio: pagamenti elettronici, tetto al contante. Ecco la relazione di Bankitalia

La Legge di Bilancio della premier Giorgia Meloni e del suo esecutivo ha attirato le attenzioni e le reazioni di Bankitalia.

Tra le novità che il governo spera di introdurre c’è un nuovo limite, pari a 60€, al di sotto del quale non verrebbero applicate le sanzioni previste agli esercenti che non accettano mezzi di pagamento elettronici. Il decreto legge del 6 novembre 2021 prevedeva una sanzione pari a 30€, più il 4% del valore della transazione, da applicare a partire dal 1 gennaio 2023. Il decreto legge 30 aprile 2022 ha poi anticipato questo termine al 30 giugno 2022, obbligando dunque tutti gli esercenti ad essere muniti di mezzi di pagamento elettronici a partire dal 1 luglio di quest’anno, pena pagamento della sanzione amministrativa sopra citata. 

Da gennaio del prossimo anno, inoltre, il tetto al contante dovrebbe passare dai 2000€ a 5000€, facendo così registrare un aumento rilevante del tetto massimo per l’utilizzo del denaro contante. Un’inversione di tendenza rispetto alla direzione data dai precedenti governi. Era infatti prevista una riduzione della soglia massima di utilizzo del contante a 1000€.

I dati e le possibili conseguenze 

Il rischio concreto che la manovra di bilancio si porta dietro, continuando a porre il focus sulle nuove misure appena descritte, è chiaramente quello di avere più evasione fiscale. Un problema cronico del nostro Sistema Paese.

I dati infatti dicono che la percentuale di transizioni operate con il contante in Italia negli ultimi anni è diminuita, confermando che l’Italia si orienta verso quella che è definita la Cashless Society. È chiaro, lo fa in maniera lenta e graduale, ad una velocità assolutamente non comparabile ai Paesi del Nord Europa. Basti pensare che il Cash Intensity Index, ovvero l’indicatore che misura il valore di banconote e contante sul PIL nazionale elaborato dalla Community Cashless Society, sulla base dei dati del 2021, piazza l’Italia al 29° posto fra le 144 economie globali mappate. Nel 2021 l’Index era pari al 13%, mentre nell’edizione 2022 è passato al 15,4%, aumentando così di ben 2,4 punti percentuale. Si confermano in testa i Paesi Scandinavi e non vi era dubbio alcuno. 

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Figura 1: Cash Intensity Index

La Community Cashless Society ha elaborato anche il Cashless Society Speedometer, ossia l’indicatore che misura la velocità con la quale i paesi Ue si muovono nella transazione verso la Cashless Society. Dall’analisi emerge un risultato impietoso per l’Italia, che conferma di non possedere una velocità adeguata ed è terzultima in Europa per numero di transazioni pro-capite. Si arriva infatti a 61,5 transizioni pro-capite, bel al di sotto della media Ue, pari a 142 e davanti solo a Romania e Bulgaria. Risultato che potrebbe peggiorare con l’attuazione delle misure previste dalla Legge di bilancio. 

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Figura 2: Cashless Society Speedometer

La relazione di Bankitalia

Fabrizio Balassone, a capo del servizio Struttura economica del Dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato ha commentato aspramente queste misure.

“Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese – ha detto Balassone -. Tali innovazioni sono ciò che anima il Pnrr e, di conseguenza, l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”.

Balassone ha inoltre affermato: “Per gli esercenti il costo per il contante, secondo nostre stime, è stato superiore a quello delle transizioni digitali con le carte di credito e di debito”. Così ha sottolineato come il contante presenti svariati costi legati alla sicurezza, al trasporto valori e all’assicurazione che spesso vengono trascurati.

È arrivata, dunque, una bella strigliata da parte della Banca d’Italia al governo. Meloni dovrà fare i conti con un’opposizione agguerrita che si prepara a dare battaglia sulla manovra in Parlamento. Ci sono inoltre le raccomandazioni formulate dall’UE che già nel 2019 suggerivano all’Italia di potenziare i pagamenti elettronici al fine di contrastare l’evasione fiscale.

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