Iran, superate le 500 vittime civili. Pegah M. Pour: “Bisogna parlarne”

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In Iran continuano le manifestazioni e le sanguinose repressioni. In esclusiva, Pegah Moshir Puor, premio Standout Woman Award, ha parlato di che cosa sta succedendo nel suo Paese.

di Orlando Caprino

In Iran continuano le proteste e le sanguinose repressioni. Della guerra tra Russia e Ucraina ogni giorno abbiamo notizie e ripercussioni. Spesso queste non sono confortanti e non fanno presumere una rapida pace. Da poco si sente parlare di un altro conflitto, denominato Rivoluzione Iraniana. Quello che sta accadendo non è semplice e non fa pensare a qualcosa che si possa risolvere con un nulla di fatto.

Dopo l’assassinio di Mahsa Jina Amini (etnia curda) il 16 settembre del 2022 tutto è cambiato. La ragazza non indossava correttamente il velo e, com’è capitato altre volte, la polizia morale ha fatto il suo. Questa volta, però, è stato diverso.

La protesta ebbe inizio in poche ore, scatenata da poche donne che hanno trascinato con loro l’intera  popolazione Iraniana. La sommossa ha portato già all’uccisione di oltre 500 manifestanti e si è innalzato il livello del conflitto da omicidi sommari e mai rivendicati dal regime iraniano a esecuzioni capitali.

Iran, Pegah Moshir Pour: “Necessario parlare di ciò che sta avvenendo. Il Premio? Il coraggio è di chi sta dall’altra parte”

Una delle attiviste italiane più note Pegah Moshir Pour, laureata alla magistrale di Ingegneria Edile Architettura dell’Università di Matera, con un curriculum vita di grande spessore data la sua giovane età. Insignita del premio Standout Woman Award durante un evento presso il Parlamento nell’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera Dei Deputati come attivista in difesa dei diritti civili. Una sua riflessione sul premio è molto significativa:

“Premio inaspettato quando il coraggio è dall’altra parte del mondo – ha detto Pegah in esclusiva alla testata CentroSud24 -.”

Continuando la conversazione non ci spiega che “le proteste sono finalizzate alla libertà e alla caduta del regime”.

Non ci nasconde le sue preoccupazioni a riguardo e la sua vicinanza al popolo iraniano: “Le proteste continuano e il regime continua a sopprimerle e, come se non bastasse, il regime sta pianificando un accordo con Russia e Cina”.

l’Iran non ha la bomba atomica. Il problema di una possibile guerra globale potrebbe iniziare a prendere una concretezza in Medio Oriente. Soltanto la comunità internazionale può agire: “I governi internazionali devono riconoscere come illegittimo il governo iraniano” questo oggi chiede Pegah.

Pegah ha portato una lettera alla CRUI ed è stata approvata a unanimità 

Pubblicata su Scholars of Risks, l’obiettivo è:

“Far lavorare i ragazzi iraniani qui e non farli rientrare”, Pegah fa spesso appelli e prova ad attenzionare questo documento. Aggiunge che “Non bisogna smettere di parlarne e continuare a mettere attenzioni, il governo deve agire”.

Iran, superate le 500 vittime civili. Una lettera aperta alle Università italiane

Qui trovate alcuni link dove trovate video, interviste e documenti relativi a questo conflitto:

https://www.facebook.com/profile.php?id=100005206845345

Ecco il testo della lettera portata alla CRUI e approvata a unanimità e pubblicata su Scholars of Risks Università:

“Gentili tutti,

Da quasi 17 giorni ci sono manifestazioni e proteste ininterrotte in Iran, in più di cento città dai grandi centri fino alle province più lontane, dove ragazze e ragazzi chiedono Libertà.

Quella libertà che racchiude in sé la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU tra cui anche l’articolo 26 dove il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona. Sono diversi giorni dove gli studenti delle università di Teheran, Isfahan, Mashhad e altre città hanno indetto sciopero generale, ad oggi sono quasi 100 università nel paese.

Nei giorni precedenti il regime della Repubblica Islamica ha arrestato vari rappresentanti e/o membri dei comitati e movimenti studenteschi. Allora gli studenti si sono uniti in un canto corale per chiedere la liberazione di questi.

All’Università Sharif una delle università più rinomate e prestigiose, dove vede una sua Alumna e Medaglia Fields da Maryam Mirzakhani, ieri gli studenti hanno fatto presiedo nel campus in seguito sono arrivate le forze dell’ordine ed hanno imprigionato gli studenti all’interno della struttura, sono entrati ed hanno iniziato ad inseguirli e caricarli.

Nel tempio del Sapere non dovrebbe esserci sangue, la parola università forse non deriva dal latino “universitas” che ha al suo interno la radice di universo, “il mondo intero”? L’università è il nostro mondo dove recarsi per studiare, sviluppare e rendere le menti coscienziose.

Dove se non in questi luoghi bisogna elevare il valore storico e culturale che andrebbero difesi e le persone vanno accudite. Abbiamo assistito nel corso della storia a troppi errori ed orrori di repressione dei diritti fondamentali e di rispetto per le persone.

Oggi Vi chiedo un intervento a tutela e difesa dei civili!

Il mondo accademico non può rimanere in silenzio davanti a quanto sta avvenendo in Iran. Sarebbe un mutismo di ignavia e connivenza, che nulla avrebbe a che vedere con il senso di umanità che la cultura e la scienza perpetuano.

Urge quindi un intervento diretto che dia un segnale forte corale di solidarietà ma anche di azione, dei paesi occidentali e dell’ONU, per difendere i cittadini e garantire agli studenti ospitalità presso università europee, creando dei “corridoi accademici” o borse di studio, non possiamo più tollerare tutto questo, ricordo un episodio simile nel luglio del 1999 sempre a Teheran, non possiamo fare finta di niente e concludo con le prime parole della costituzione l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura del 1945: ‘poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della pace.’ “

Pegah Moshir Pour, con umiltà, nega ma il coraggio è anche il suo.

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