Europee e giovani: L’affluenza al voto per le prossime elezioni 

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In vista delle prossime elezioni Europee sarà determinante la partecipazione dei giovani. Secondo Eurostat, 23 milioni di giovani si recheranno ai seggi per la loro prima votazione e proprio le loro preferenze potrebbero essere determinanti.

Da un indagine condotta dal Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) in collaborazione con l’Istituto Piepoli, il 47% dei giovani italiani è propenso a recarsi alle urne.

Aumenta l’affluenza al voto dei giovani per l’atteso election day

Atteso un trend positivo, dunque, per l’election day dell’ 8-9 giugno 2024, considerando che nel 2019 la partecipazione al voto è stata del 54,4%, il dato più alto dal 1994.

Saranno 359 milioni gli europei chiamati alle urne per determinare e indirizzare il futuro dell’UE. Secondo le stime saranno proprio i più giovani ad avere un ruolo fondamentale. Difatti, per gli over 54 il dato previsto è più basso, ossia del 43%. Inoltre, ad avvalorare questo dato ben cinque Stati membri hanno abbassato il limite d’età per recarsi ai seggi.

L’Europa non soddisfa le priorità e le esigenze della maggior parte dei giovani

Nonostante per le elezioni europee si miri principalmente a catturare l’interesse e la partecipazione del mondo di ragazzi e ragazze, la nuova generazione non si ritiene coinvolta nei temi attualmente affrontati in campagna elettorale. Solo l’8% si ritiene soddisfatto, mentre nella fascia d’età 18-24 anni, ad esempio, solo il 33% è soddisfatto.

Il futuro dell’Europa è nelle mani dei giovani. Ma cosa può fare l’Europa per loro?

Urge il bisogno di spostare il focus del dibattito politico verso le vere priorità della next gen e concentrarsi sul loro futuro lavorativo ma anche personale.

Nuove norme europee potrebbero migliorare il livello di soddisfazione dei ragazzi spronandoli a migliorare sia dal punto di vista scolastico che lavorativo. Diversi sono i punti su cui l’Unione Europea potrebbe mirare per facilitare il giovane nell’ acquisizione di competenze tecniche che serviranno nel mondo del lavoro ma anche nel miglioramento dell’esperienza scolastica attraverso metodi più semplici ed efficaci. A stare a cuore, soprattutto, sono attualmente i temi legati al cambiamento climatico, alla formazione post-università, all’occupazione e in generale alla scuola.

Ma quali potrebbero essere le esigenze dei millennial da soddisfare in questo momento storico?
Innanzitutto la necessità di ridurre le procedure burocratiche per ottenere il riconoscimento europeo dei diplomi di laurea, soprattutto in alcune materie come: ingegneria, medicina, chimica, farmacia e architettura. Quest’ultime sono materie uniformi in tutto il territorio europeo e sarebbe un gran risultato ottenere un riconoscimento automatico.

Giovani e mondo dei social: L’importanza di avere un identità digitale

Un altro tema caro ai giovani è l’acquisizione di una propria identità digitale. La necessità che ogni persona possa essere identificata con un’identità digitale per poter essere agevolato, ad esempio: per l’apertura di un conto bancario, per effettuare prenotazioni o richiedere certificati e altro. Soprattutto in un epoca in cui il mondo dei social è ormai esploso, è urgente la necessità di dar vita ad una norma europea che consenta ad ognuno di avere una specifica identità digitale associabile nel momento in cui si decide di aprire un account social.

Questo servirebbe ad assumere un maggior controllo e maggiore sicurezza nel mondo social. Ad oggi milioni di persone che si nascondono dietro ai cosiddetti profili “fake”, denigrano e diffamano persone lanciando messaggi sbagliati rimanendo immuni a qualsiasi conseguenza penale. Questo fenomeno sempre più frequente potrebbe arrestarsi nel momento in cui ad ogni profilo si lega una specifica e riconoscibile identità in modo che ognuno diventi responsabile delle proprie azioni. Naturalmente per rendere possibile ciò, bisognerebbe appunto che sia una norma europea a disciplinarlo.

Scuola e Università

Scuola e Università sono tra i temi di principale interesse per la nuova generazione di europei. L’Unione Europea potrebbe contribuire a diversi miglioramenti nell’ambito scolastico e formativo.

Ad esempio, per l’Erasmus bisognerebbe garantire una maggiore remunerazione all’universitario poiché è accessibile anche alle fasce meno abbienti; o anche accrescere il numero di ragazzi che possano essere coinvolti nell’esperienza dell’Erasmus.
L’ideale sarebbe rendere obbligatorio un periodo di studi all’estero per facilitare lo sviluppo di maggiori conoscenze linguistiche e culturali durante il percorso universitario.

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