Ecoansia, Skea (IPCC): “Basta allarmismi che paralizzano le persone. Non sopravvalutare la minaccia”, ma il dibattito è apertissimo

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Per IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) l’ecoansia non dovrebbe esistere. Per il nuovo presidente sono, infatti, “esagerazioni.

Ma il dibattito rimane acceso. Passando dall’eco-nomia all’eco-mafia. Per Bonelli è caccia alle streghe. Per Crepet ansia per qualsiasi cosa.

È l’argomento del momento. L’allarme, o l’allarmismo ambientale, generano ansia, per il presente e per il futuro. Ed ecco che viene definita “ecoansia”, cioè provocata da una grande preoccupazione per l’ambiente. Per liberarsi dall’ansia bisognerebbe rimuovere la ragione stessa di questo stato di agitazione. Ma è possibile?

Ecoansia, Skea: «Non sopravvalutare la minaccia di 1,5 gradi C»

lo afferma il nuovo capo dell’IPCC Jim Skea. Le sue dichiarazioni risalgono a qualche giorno fa, il 30 luglio e vengono riportate sul sito di Climate. Si riferiscono ad una intervista rilasciata su Der Spigel.

Meriterebbero maggiore attenzione e diffusioni le sue dichiarazioni. Forse diminuirebbe la causa che ha scatenato l’ecoansia stessa.

«Se comunichi costantemente il messaggio che siamo tutti condannati all’estinzione, allora questo paralizza le persone e impedisce loro di prendere le misure necessarie per mettere mano ai cambiamenti climatici. Il mondo non finirà se si riscalda di oltre 1,5 gradi».

Al Giffoni Film Festival hanno fatto notizia le lacrime della giovane ambientalista Giorgia Vasaperna. Interviene il 28 luglio, in chiusura della kermesse dedicata al cinema per giovani. Ma ci si chiede: sono autentiche o celano una inconsapevole eco-ipocrisia? Ha dichiarato di avere l’ecoansia perché la “Sicilia brucia”.

Alle sue sono seguite, in diretta, anche le lacrime di Gilberto Picchetto, ministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica. Si commuove e rimane senza parole.

Fatto sta che a generare questo forte senso di ecoansia sono proprio gli allarmi lanciati dagli ecologisti di una imminente fine del mondo se non cambiamo le nostre abitudini, il nostro tenore di vita e soprattutto i nostri consumi.

Dall’ “ecoansia” all’ “eco-mafia”. «Signorina, lei l’ansia ce la deve avere per le ecomafie»

Fa eco a questo video diffuso su tutti i canali, quello della giovane “negazionista” che ha un’altra preoccupazione. Quella dell’ “eco-mafia”.  È così Paola Ceccantoni sul suo canale youtube “Pubble”, espone, nella maniera satirica che la contraddistingue, la sua visione dell’ecoansia.

«Signore e signori va in scena “Ecoansia”». La youtuberfa uno specifico riferimento a quanto avviene proprio in Sicilia con i roghi alimentati da mano mafiosa per fare spazio ad altro. Si rivolge direttamente a Greta e a Giorgia. «Signorina capisco il suo stato d’animo ma lei non deve avere l’ecoansia. Lei l’ansia ce la deve avere per le ecomafie perché sono loro quelli che spargono fuoco per distruggere terreni che poi vengono acquistati a eco-basso costo per lucrare sull’eco-fotovoltaico».

Riprende le denunce che qualche anno fa venivano fatte da testate a grande diffusione nazionale, come Repubblica.

Insomma, l’argomento merita più riflessioni da diversi punti di vista, non solo quello psicologico.

Crepet: «Anche l’ansia ha il suo mercato. Ha un mercato di psicofarmaci, psicoterapeuti. La fragilità può diventare un ottimo affare»

Ma quanta responsabilità abbiamo?

A tal scopo interviene anche il noto psichiatra Paolo Crepet intervistato sa La7. «Vorrei sapere quanto consuma [Giorgia], perché se consuma quanto consumo io, allora siamo complici». «I giovani hanno l’asia per qualsiasi cosa. Hanno l’ansia per qualsiasi cosa, perché gliela abbiamo comunicata noi. Noi comunichiamo ansia a loro e loro la comunicano a noi. Se noi diciamo “non arriveremo al 2050” loro ci crederanno». Si tratterebbe insomma di una questione di comunicazione? Oppure, riprendendo le dichiarazioni di Skea, se ripetiamo costantemente che ci estingueremo a breve, ci paralizziamo per l’ansia. Ma tranquilli, il mondo non finirà con l’aumento di 1,5 gradi.

Battaglia: «Sono i mercanti di questa tecnologia – eolico e fotovoltaico – coloro che stanno pagando media e politici per diffondere l’ansia».

Collegandoci ad una affermazione di Crepet “La fragilità può diventare un ottimo affare”, riportiamo le dichiarazioni del professore Franco Battaglia in una intervista rilasciata qualche giorno dopo. Secondo lui, il motivo di tale esasperante intepretazione dei cambiamenti climatici dovuti dall’uomo sono solo un grande affare economico. «La motivazione principale è la volontà di imporre le tecnologie eolica e fotovoltaica. Quest’ultima, in particolare, è un totale fallimento e non ha ragione di essere promossa. Anzi, visto che costa un occhio della testa, andrebbe cancellata ogni sovvenzione. Bisognava trovare una motivazione, e l’hanno trovata nel clima. Sono i mercanti di questa tecnologia coloro che stanno pagando media e politici per diffondere l’ansia».

Ecoansia, Valditara punta all’educazione ambientale nelle scuole

E si rinnova all’accordo con l’ASVIS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile). Si tratta di una disposizione introdotta nella legge 92 del 2019. Tale legge ha inserito l’Educazione Civica, comprendente anche quella Ambientale, nell’insegnamento scolastico in maniera trasversale, ossia che coinvolge tutte le discipline. Mentre a dicembre 2018 i Ministri dell’Ambiente e dell’Istruzione avevano già avviato il percorso con un Protocollo d’Intesa Per la realizzazione di attività e iniziative di educazione ambientale”.  Il riferimento nello specifico è l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del territorio».

Bonelli: «Ora una legge contro i negazionisti climatici»

Per Bonelli si apre la caccia alle streghe. Invoca il “reato di negazionismo climatico”. La notizia viene annunciata sul sito di Alleanza Verdi Sinistra. Un’accusa rivolta direttamente al governo Meloni «Per questo governo negazionista e climafreghista, il nemico su cui concentrarsi sono gli ecologisti e la transizione ecologica, continuando con la retorica degli “ultra del fanatismo ecologista”».

Insomma, invoca una legge contro il governo. Ma bisognerebbe prima cambiare il governo». Ma continua «In realtà lei [la Meloni] e il suo governo sono l’espressione del fanatismo negazionista climatico». Conclude il testo: «Per questo presenterò una proposta di legge che introduce il reato di negazionismo climatico perché chi mistifica, specialmente se ha ruoli istituzionali, fa più danni di grandine, alluvione, caldo e siccità. Si dovrebbe cominciare ad ammettere che il negazionismo climatico non è differente rispetto ad altri tipi di negazionismo».

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