Crisi Mar Rosso, missile Houti colpisce nave americana ed accresce la tensione

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La situazione sta diventando incandescente non solo nel Medio Oriente ma a livello globale, come abbiamo già riferito. L’attacco alla nave militare americana del missile dei ribelli Houti ne ha amplificato la gravità. La notizia ripresa da Euronews è stata riportata dal Comando Centrale dell’Esercito americano.

La risposta dura del Segretario alla Difesa del Regno Unito “Il loro comportamento è assolutamente inaccettabile. Valuteremo altre azioni”.

Gli attacchi Houti si sono verificati domenica e lunedì, in risposta ai raid di giovedì 11 gennaio da parte di Washinton e Londra. A quanto riferiscono UK e US, gli attacchi si erano resi necessari per proteggere il “commercio mondiale”.

Ma ora la crisi si aggrava proprio in questo settore, con notevoli ritardi nel traffico commerciale e rincaro dei prezzi.

A loro volta gli attacchi di giovedì erano in risposta agli attacchi che Houti contro le navi commerciali in transito nel Mar Rosso. Insomma, una escalation di ripercussioni che stanno determinando una crisi globale.

Una situazione politica ed economica molto complessa, che ha radici di carattere non solo economico.

Gli Houti “Partigiani di Dio” e le conseguenze economiche

Gli Houti si definiscono anche “Partigiani di Dio”. Schierati a fianco dei palestinesi, attaccano le navi dirette in Israele.

La maggior parte dei grandi armatori al mondo hanno sospeso il transito dal Mar Rosso, facendo il giro dell’Africa per giungere in Europa. Ciò comporta un notevole ritardo nel transito delle merci.

Secondo quanto riportato da Euronews «Nel caso gli Houthi non fermassero gli attacchi, gli Stati Uniti e la loro coalizione “potrebbero decidere di neutralizzare alcune posizioni dei ribelli”, Chris Doyle, direttore del Counci for British-Arab Understanding, aggiungendo però che “non e’ un  facile colpirli tra le colline dello Yemen.”

“Gli Houthi sono stati capaci di lanciare missili in Arabia Saudita, colpendo obiettivi vitali, come infrastrutture petrolifere, come negli Emirati Arabi. Hanno missili che possono viaggiare per più di 1,600 chilometri. È pericoloso, ma non fare nulla potrebbe essere altrettanto problematico, significherebbe lasciarli fare, oltre che mettere a rischio una tratta importante come quella del Mar Rosso.”

“Gli Houthi hanno dichiarato che questi attacchi continueranno finché Israele non fermerà le operazioni a Gaza. È un movimento che capta tutta la profonda rabbia causata dalla distruzione e dalle morti di questa guerra…provocati dai bombardamenti israeliani”».

Agostinelli esprime grande preoccupazione per il Porto di Gioia Tauro

Fra i maggiori armatori che stanno subendo ripercussioni economiche vi sono MSC e Maersk, che, come è noto, fanno scalo proprio a Gioia Tauro nel loro transito per il Mediterraneo. In una intervista a tgtre ribadisce che questa crisi ha ripercussioni sullo scalo calabrese, ma si esprime in maniera fiduciosa sulla capacità di superare questa fase di rallentamento dei traffici. Fiducioso anche sulla questione ETS.

L’allarme è stato lanciato dallo stesso Andrea Agostinelli, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio con competenza sul Porti di Gioia Tauro.  

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