Autonomia differenziata: bocciata ennesima bozza Calderoli

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Autonomia differenziata

Autonomia differenziata: la maggioranza di governo boccia il disegno di legge presentato il 29 dicembre.

di Paolo Mandoliti

Il ministro per le autonomie ci ri-prova, ma il governo lo ri-boccia: se, in merito alla prima bozza circolata a novembre 2022 si calamitarono critiche a destra e a manca, tanto che dovette personalmente fare dietro-front dicendo “erano solo degli appunti” , la nuova “bozza” (che in realtà bozza non è, considerato che è uno schema vero e proprio di disegno di legge – come si può vedere dalla foto), inviata ufficialmente al Consiglio dei Ministri il 29 dicembre scorso, era stata presentata dallo stesso ministro con queste affermazioni: “sarà approvata entro il 15 gennaio”

Purtroppo per lui, ieri (19 gennaio 2023) la maggioranza, per bocca del vice-premier Antonio Tajani, si esprimeva così: “Abbiamo trovato l’accordo politico sull’autonomia: una nuova norma che verrà presentata al Consiglio dei ministri…”.

Autonomia differenziata: bocciata l’ennesima bozza Calderoli

Sono uscite fuori tutte le criticità che avevamo già evidenziato qui:

In parole povere, la nuova norma che il ministro dovrà ri-scrivere, dovrà prevedere, innanzitutto, il coinvolgimento pieno del Parlamento (oltre che della Conferenza unificata Stato-Regioni-Province e Comuni).

Dovrà prevedere la piena definizione (non basterà dire “saranno definiti i LEP, dovrà spiegare come questi saranno finanziati) dei livelli essenziali delle prestazioni.

Calderoli ci riprova ma l’autonomia non passa

Si immagina, si vocifera, che, trattandosi di un provvedimento derivante da una norma costituzionale, dovrà prevedere l’iter che la stessa Costituzione prevede: il referendum confermativo!

Non un percorso semplice, come sbandierava il ministro qualche giorno fa. Un percorso, a sentire esponenti della maggioranza di governo, “che si prenderà il tempo che ci vorrà”!

Di fatto, per un provvedimento che andrà a cambiare l’assetto istituzionale e costituzionale del Paese. Calderoli ha annunciato “entro la fine del 2023 avremo la piena attuazione del federalismo fiscale”.

Dopo due tentativi andati male, ridare a lui il compito di riprovarci, significa una cosa sola: consapevoli che Calderoli proprio non ce la fa a scrivere un testo che non sia un “porcellum”, si continua a dare a lui questo compito in modo tale che un eventuale insuccesso sarà a Calderoli addebitato. Chapeau!

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