I Quartieri Spagnoli non sono soltanto una delle parti più note di Napoli. Sono un vanto per la città intera.
di Eduardo Siciliano
Bellezza, creatività, autenticità: questo sono i Quartieri Spagnoli. La città di Eduardo De Filippo ha celebrato l’arte della bellezza capace di rinascere proprio dai Quartieri Spagnoli. Da Maradona a Enzo Gragnaniello senza pretese, da qui batte forte il cuore di Napoli.
I Quartieri Spagnoli hanno salutato migliaia di turisti con l’Epifania, la festa che chiude il periodo natalizio.
Dello spettacolo giornaliero che ha riempito una parte di Napoli, tutti ne hanno parlato e non poco. Non solo per il murales dedicato a Maradona – ricordato per essere il più grande di tutti – ma soprattutto per l’umiltà. Un modo d’essere grazie al quale, in pochi anni, è riuscita a vestire panni nuovi rispetto a quelli che indossava nel passato.
Vestita dall’opinione pubblica unicamente come palcoscenico di episodi alla “Gomorra”. Sembra assurdo, dato che il solo nominare quest’ultima parola a Napoli, significa automaticamente cancellare tutto il lavoro fatto con fatica per rinascere dalle ceneri. La storia però è cambiata e oggi certi epiteti sono solo un ricordo.
Quartieri Spagnoli: il vanto di una città all’insegna del turismo
Gli appuntamenti natalizi hanno consentito ai Quartieri Spagnoli di creare un legame unico con i turisti. Persone da ogni parte d’Italia che hanno “rivestito una parte di Napoli da chi l’aveva spogliata”.
Questa frase può sembrare fragorosa e sfarzosa, sproporzionata, ma è appurabile attraverso le immagini dei vicoli che parlano da sole. Una di queste immagini ritrae la gente proveniente anche da ogni parte della Campania, turista dei Quartieri Spagnoli.
Un altro motivo, che va oltre la diffusione dei social, sono gli elementi che interessano chi conosce veramente il cuore pulsante di questa città. I Quartieri Spagnoli, infatti, sono riusciti a essere più forti dei propri problemi e delle loro disgrazie, rinascendo tramite i propri artisti. Dalle citazioni di Troisi e Totò, dalla musica di Gragnaniello e Pino Daniele, tutti con un fattore comune. L’amore per un posto e un popolo che da troppo tempo aveva smarrito la propria storia.
Questo non significa necessariamente che i problemi che conosciamo, dalla criminalità alla prostituzione, non esistano più, ma i personaggi che oggi danno vita al mondo dei Quartieri Spagnoli sono superiori alle disgrazie della città stessa. Non vuol dire, soprattutto, che i Quartieri Spagnoli siano riusciti in un miracolo sociale. Significa, semmai, che il quartiere è riuscito a cogliere lo spirito che merita di essere raccontato e conosciuto. Dal vicoletto tappezzato di cuori e frasi d’amore, definito il vicolo degli innamorati, ai murales dei personaggi famosi che respirano quotidianamente l’odore delle pizze fumanti, tra gente che soffre e gente che ride qui c’è l’essenza della vita.
La sopravvivenza qui è naturale, un modo creativo di affrontare i problemi, forse un talento che solo il contesto sa fare emergere. Vedendo i Quartieri Spagnoli la paura dei problemi scompare, si respira la percezione che anche dalle difficoltà, da un fallimento, un errore o una disattenzione si possa rinascere, anzi questi sono necessari per stimolare una rinascita e affrontare la vita con un piglio diverso, sarà per questo che i turisti, provenienti da ogni parte d’Italia, si lasciano trasportare dalle loro emozioni legandosi indissolubilmente al posto. Non è scontato, anzi è raro, quando ciò succede è un dovere raccontarlo.