Google Bard è gia un evoluzione netta di ChatGPT

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Interfaccia di Google Bard

Google Bard si presenta al mondo come diretto concorrente di ChatGPT di OpenAI e almeno su carta potrebbe avere potenzialità maggiori.

L’IA di Google e quel debutto non troppo entusiasmante

Google nell’ultimo I/O dello scorso 10 Maggio ha presentato al mondo il suo free Chatbot, Bard. Inizialmente pubblicato lo scorso marzo per un numero ristretto di tester, Google Bard non è partito esattamente col piede giusto: durante lo showcase di presentazione, un errore del chatbot relativamente ad una richiesta specifica sul James Webb Space Telescope, è costato a Google un crollo in borsa dell’8%, per un totale di 100 milioni di dollari persi sul mercato azionario. L’azienda nelle settimane successive è corsa ai ripari promuovendo una massiccia operazione di perfezionamento dell’IA, rimuovendone le incertezze. Pichai(Ceo di Google) ha annunciato il passaggio di Bard al linguaggio PaLM, molto più performante di LaMDA, il linguaggio di partenza.
Durante l’ultimo Google I/O, oltre alle novità relative a PaLM 2, modello addestrato anche su venti linguaggi di programmazione, il CEO di Google ha annunciato l’arrivo di oltre 40 nuove lingue, nonché estensioni di Bard per famose applicazioni come MapsGmailDocs Sheets e una collaborazione con Firefly di Adobe.

Bard sarà particolarmente efficiente e avrà un livello di comprensione molto alto. Non si limiterà infatti a fornire un elenco di risposte possibili, e sarà in grado di contestualizzare le informazioni all’interno di un discorso, interagendo con l’utente in maniera molto naturale e simile a uno scambio tra due esseri umani.

Sfruttando l’intelligenza artificiale, l’algoritmo impara quali risposte dare esaminando un’immensa quantità di testi, e ne sviluppa di nuovi in base a ciò che ha appreso, replicando il tono e lo stile della fonte iniziale.

Bard potrebbe rivoluzionare il già noto modello di ChatGPT

Sono molti i punti di convergenza tra i due prodotti, ma Google sembra aver fatto uno step già importante nel futuro dell’intelligenza artificiale. La prima differenza tra i due progetti versa proprio nell’utilizzo di internet. Mentre il chatbot di OpenAI non ha accesso a internet, quest’ultimo è perfettamente integrato in Bard permettendo una conoscenza realtime degli avvenimenti nel mondo, mentre ChatGPT è ancora fermo al 2021.

L’IA di Google ha anche un sistema di riconoscimento vocale, permettendo il dialogo tra utente-macchina veloce e rapido, bypassando l’utilizzo della scrittura come in tutte le altre Chat.

La capacità di Codifica di Bard è stata espansa anche all’utilizzo delle foto grazie al servizio Google Lens, capace di introdurre immagini nelle risposte che il bot dà all’utente.

Ma le novità non si fermano di certo qui e anzi Google tramite il Ceo Pichai afferma che nei prossimi mesi ci saranno notevoli sviluppi che amplieranno il bacino di capacità di Bard, anche se la base è veramente promettente.

Disponibile in oltre 180 paesi ma non in UE

Bard è stato rilasciato già in 180 paesi, ma stona parecchio vedere che nessun stato membro UE figura tra essi.

Insomma, nonostante ci sia la chiara intenzione di non ammetterlo pubblicamente, Google teme gli effetti del Gdpr e del nuovo AI act (tema importantissimo che ben presto approfondiremo) di prossima approvazione in Unione europea, per poter rilasciare Bard nei vari stati membri senza le dovute accortezze. Ipotesi confermata dallo stesso chatbot a intelligenza artificiale, che, interrogato tramite Vpn sul tema, ha ammesso che la sua assenza dipende proprio dal regolamento europeo.

Segno che Google non si vuole trovare nella stessa situazione di OpenAi, ossia di dover correre ai ripari ex post, ma vuole fare i compiti a casa per arrivare preparata al confronto con le regole comunitarie in materia di protezione dei dati.

Come usarla in Italia anche se non è ancora disponibile

Ad oggi solo grazie ad una VPN, a pagamento o gratuita(come quella disponibile grazie al browser Opera) è possibile accedervi. Basterà infatti collegarsi in uno dei 180 paesi e iscriversi al programma Bard. In pochi istanti sarà possibile usufruire e testare con mano l’IA di Google.

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