Atletica, Assoluti di Ancona 2025: i giovani al centro del progetto, un impegno concreto della federazione

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di Giulia Nardová

Si è appena concluso il meeting italiano più importante dell’anno: gli Assoluti di Ancona. Molti gli atleti e le atlete al picco della forma e tanti i traguardi raggiunti durante queste due giornate, tra cui un record del mondo nella marcia e gare davvero competitive.

Ogni anno sono sempre più numerosi i giovani che si avvicinano al mondo dello sport e crescono in un clima di sana competizione. Da sempre, l’atletica è sinonimo di eccellenza. Per raggiungere l’eccellenza, però, sono necessari costanza, allenamento e grande passione, e spesso si rischia di essere sopraffatti dal desiderio di vincere.

Le giovani promesse che si avvicinano allo sport vanno protette. Ci sono sogni, ambizioni e, spesso, la voglia di farcela li spinge a dare il massimo. Abbiamo intervistato il presidente Stefano Mei e molti atleti per capire come allenatori e addetti ai lavori cooperano tra loro e come affrontano concretamente queste tematiche per garantire un ambiente protetto che possa dare soddisfazioni ai giovani senza sacrificare la loro spensieratezza.

Daniele Leonardo Inzoli, che ha compiuto 16 anni lo scorso anno ed è già una giovanissima promessa del salto in lungo, allenato da Fabrizio Donato, commenta così la sua gara: “È stato emozionantissimo, prima medaglia tra i grandi! Sono riuscito a gestire bene la gara anche se sono partito poco concentrato e ho fatto dei nulli. Il mio allenatore mi ha insegnato che in questi momenti devo pensare solo a saltare, che non devo dimenticare che ho tutte le capacità per farcela e devo concentrarmi solo sul salto senza pensare al resto.” E aggiunge: “Ho totale fiducia in Fabrizio, il nostro gruppo di allenamento è per me una seconda famiglia, c’è un rapporto bellissimo con tutti gli atleti e quando mi alleno mi sento a casa.”

Stefano Mei si ricorda di quando gareggiava e commenta: “È importante preservare i giovani che oggi sono bombardati dai social e dai media. Furlani, per esempio, mantiene sempre un atteggiamento positivo, si diverte e questo è fondamentale. Bisogna allenarsi senza smettere mai di divertirsi. Quando gareggiavo io sentivo molto la pressione del risultato. Oggi è anche peggio, il livello della competizione si è alzato parecchio, i ragazzi sono costantemente esposti al clamore mediatico e per questo è importante che l’organo tecnico lavori molto anche su questo aspetto.”

Luca Sito, dopo la vittoria, parla dei suoi progetti futuri: “A luglio ci sono gli Under 23, e sono tanto importanti quanto i Mondiali, soprattutto per me che sono ancora giovane. Se devo scegliere un picco di stagione, vorrei averlo in quella competizione.” Dimostra quindi una grande maturità. Nonostante quello di settembre sia un meeting ambito da molti, preferisce una stagione che sia più coerente con il suo allenamento e non lo porti a uno stress fisico inutile, con una strategia che lo tutela da infortuni. Non c’è fretta nel suo percorso, c’è invece una grande consapevolezza e un grande rispetto per la propria preparazione fisica.

Federico Riva, dall’autunno 2024, è allenato dal tecnico tedesco Thomas Dreissigacker e parla così della gara e del suo rapporto con il coach: “Oggi volevo vincere, mi aspettavo una gara tattica e così è stata. Ho cercato di risparmiare le energie per tutta la competizione, aspettando gli ultimi 100 metri per uscire e attaccare gli altri. Ad Apeldoorn l’obiettivo è correre bene le batterie e centrare la finale, puntando in gara soprattutto sullo sprint finale. Sono soddisfatto di come mi alleno, vengo stimolato ogni giorno a dare il massimo ed il mio allenatore cura tutti i dettagli tecnici che mi possono portare al miglioramento della mia performance. Stiamo facendo un ottimo lavoro e i risultati parlano da soli.”

Elisa Molinarolo, che di recente ha subito bodyshaming, non può in questa sede rilasciare dichiarazioni sulla vicenda, ma ci ha tenuto a specificare che il sostegno del suo allenatore è stato fondamentale per la sua carriera come atleta e per le sue scelte personali, e ci invita a intervistarla nei prossimi giorni.

Tonino Andreozzi, tecnico dirigente FIDAL, racconta che l’organo tecnico è sempre in contatto con gli allenatori e che tre volte l’anno incontra i giovani in meeting nazionali proprio per accertarsi della loro salute fisica e mentale. “C’è una rete fitta di comunicazione costante tra l’organo tecnico, il gruppo di allenamento e lo staff per intervenire tempestivamente qualora ci fosse bisogno di qualsiasi supporto a sostegno dei più giovani.”

In forma eccellente anche Leonardo Fabbri, che sembra aver ritrovato la serenità dopo l’inizio faticoso a Ostrava. Anche per lui il gruppo di allenamento è stato fondamentale e, nel rapporto di amicizia, stima e competizione con Zane Weir, ha trovato uno stimolo per migliorare gara dopo gara i risultati della stagione.

Larissa Iapichino commenta la sua gara: “Oggi ero stanca, non ho avuto grandi sensazioni, l’ho interpretata bene ma avevo un po’ di problemi a saltare, tanti nulli e quelli validi erano poco brillanti. Andrò solo agli Europei e non ai Mondiali, cercando di dare il 100%, sono serena perché ho uno staff che mi sostiene e mi incoraggia sempre.” Aggiunge poi che anche lei, come tanti altri, è totalmente contro alla decisione di togliere l’asse di battuta nel salto in lungo.

Infine, la brillante Zaynab Dosso, che ha una carica ed un entusiasmo invidiabile, non sembra minimamente preoccupata dalla competizione con Ewa Swoboda: “So che il mio allenatore mi sgriderà,” dice ridendo dopo la gara, “perché siamo venuti qui per fare due cose: correre in preparazione degli Europei e migliorare la reazione sui blocchi. Oggi dovevo fare sotto 150, ma in finale non ci sono riuscita. Però, 7.07 non è un risultato da buttare! Sono molto costante nell’allenamento, qui mi sono concentrata soprattutto sull’aspetto tecnico per puntare sulla velocità quando dovrò confrontarmi con atlete di livello mondiale.” E prosegue: “Con Eva abbiamo costruito un rapporto bellissimo di amicizia e rivalità ed è questo lo spirito dell’atletica. Per tanto tempo lei è stata avanti a me di un centesimo, non solo voglio rompere questo centesimo, ma agli Europei conto di arrivare almeno 5 centesimi davanti a lei!”

La conclusione è che il clima generale che si respira ad Ancona è nettamente positivo. Sono tutti motivati da una sana rivalità, come dovrebbe essere per ogni competizione sportiva. Il mondo dell’atletica è cambiato e sta cambiando in meglio. C’è una sensibilità maggiore verso molti temi che prima venivano sottovalutati. L’idea generale è che oggi la salute mentale dei giovanissimi venga tutelata in modo scrupoloso e che la strada da percorrere sia chiara per tutti e per tutte.

contributo esterno

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