Continuano ad intensificarsi gli appelli per fermare il “massacro” del popolo palestinese. Di fatto è oramai acclarato che di un massacro di tratta, non di “autodifesa”, come qualcuno poteva sostenere all’indomani dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Da quel giorno si contano circa 54 mila vittime palestinesi. Una abnorme sproporzione rispetto alle circa mille vittime causate dall’attacco di Hamas. Ma altre 100mila palestinesi hanno lasciato la Striscia di Gaza. I dati sono stati diffusi da PCBS (Palestinian Central Bureau of Statistics).

Da tutto il mondo la risposta corale è stata “Stop massacro”, con innumerevoli manifestazioni, presidi, flashmob.
Per il 15 giugno è stata indetta la Marcia Globale per Gaza
Dal sito di Peacelink si legge:
Migliaia di cittadini, gruppi e ONG di 22 paesi uniscono le forze nella “March to Gaza”, prevista per il 15 giugno al confine di Rafah. L’obiettivo: aprire corridoi umanitari, porre fine all’occupazione israeliana e ricostruire Gaza.
Il 15 giugno 2025 il mondo si metterà in marcia, idealmente e fisicamente, verso Gaza. Si chiama “March to Gaza” ed è una coalizione internazionale formata da migliaia di cittadini globali, gruppi di base e ONG provenienti da 22 paesi diversi, uniti dall’indignazione per l’ingiustizia, la violenza e l’oppressione a cui è sottoposto il popolo palestinese.
La mobilitazione è nata dal basso, da persone comuni che non riescono più a rimanere in silenzio di fronte alla catastrofe umanitaria in corso a Gaza, al blocco di Rafah, e al prolungato regime di occupazione della Palestina. L’idea iniziale era semplice ma potente: una marcia di cittadini al confine egiziano, di fronte a Rafah, come gesto concreto e simbolico per chiedere giustizia, pace e libertà.
Oggi quella visione si è trasformata in un movimento globale con un sito ufficiale – www.marchtogaza.net – dove si possono trovare aggiornamenti, contatti e risorse per partecipare, anche a distanza. La squadra organizzativa è attualmente in contatto con le autorità egiziane per ottenere le autorizzazioni necessarie allo svolgimento della marcia.
Gli obiettivi della “March to Gaza”
Il messaggio del movimento è chiaro e articolato in cinque richieste fondamentali:
- Apertura immediata e permanente del valico di Rafah
- Consegna sicura degli aiuti umanitari, sotto la supervisione dell’ONU e delle organizzazioni umanitarie
- Ritiro completo delle forze israeliane dalla Palestina
- Ricostruzione di Gaza con garanzie internazionali
- Fine dell’occupazione illegale della Palestina
L’appello è rivolto a tutti i popoli del mondo, affinché si uniscano in solidarietà. Anche chi non potrà raggiungere Rafah è invitato a partecipare organizzando eventi, manifestazioni, flash mob, presidi locali, o semplicemente condividendo i messaggi della campagna sui social media.
Unisciti alla mobilitazione
Questo 15 giugno, ognuno può essere parte della Marcia globale per Gaza. È possibile formare gruppi nel proprio paese, partecipare a iniziative locali o seguire e rilanciare i contenuti del movimento attraverso i social: Link https://linktr.ee/marchtogaza
Manifestazione nazionale a Roma per il 21 giugno
Una manifestazione con diversi obiettivi quella del 21 giugno a Roma. La parola d’ordine è “No Guerra, Riarmo, Genocidio, Autoritarismo”. Un cartello che racchiude diverse rivendicazioni, che abbracciano anche un NO al Decreto Sicurezza e un appello per il SI al referendum dell’8 e 9 giugno. Si legge infatti sul sito dell’ARCI:
FERMIAMO LA GUERRA – STOP REARM EUROPE
È promossa da centinaia di reti, organizzazioni sociali, sindacali, politiche nazionali e locali che hanno aderito all’appello europeo Stop Rearm Europe. Si svolgerà in occasione della settimana di mobilitazione europea dal 21 al 29 giugno. In quei giorni a L’Aja il vertice della Nato deciderà i dettagli del gigantesco piano di ulteriore riarmo deciso dall’Unione Europea.
In un mondo a pezzi, l’Europa reale dichiara di volersi preparare alla guerra. Vuole preparare la cittadinanza e le nuove generazioni alla guerra. Mentre l’UE e il governo italiano continuano a partecipare e ad armare la guerra in Ucraina. E sono complici di Israele che si prepara all’invasione finale di Gaza e a portare a compimento il piano di eliminazione del popolo palestinese.
La maggioranza della popolazione italiana è contro la guerra, e ha diritto ad essere rappresentata.
La sicurezza di cui il mondo e il nostro paese hanno bisogno è sociale, climatica, democratica, comune. Ci opponiamo al sistema di guerra, alla corsa al riarmo, alla logica della geopolitica e dei blocchi culturali e militari, alla cultura di guerra che pervade tutto, alla militarizzazione delle coscienze, del sistema formativo e dell’informazione. Combattiamo razzismo, patriarcato, repressione che il militarismo porta con sé.
La manifestazione del 21 giugno sarà una convergenza di tanti soggetti, culture, identità. Tutte impegnate contro la guerra, per la pace, per la giustizia sociale e climatica, per i diritti, per la democrazia nel nostro paese. Sarà una manifestazione aperta, plurale, accogliente e convivente. Ciascuno con i propri appelli e contenuti, mettiamo in comune ciò che ci unisce. E’ l’inizio di un percorso di lungo periodo da fare insieme, per darci più forza.
Invitiamo tutti e tutte a partecipare e a organizzare la partecipazione alla manifestazione.
📌 ad aderire alla campagna europea e alla manifestazione del 21 giugno compilando il form sul sito di StopRearm
📌a comunicare le proprie iniziative alla mail: stoprearmitalia@gmail.com
📌a impegnarsi in tutti i modi per allargare le adesioni e organizzare la partecipazione a Roma
Appello europeo contro il Riarmo dell’Europa
“Ci opponiamo al piano europeo di spendere altri 800 miliardi di euro in armi. Saranno 800 miliardi rubati. Rubati ai servizi sociali, alla salute, all’educazione, alla costruzione della pace, alla cooperazione internazionale, alla transizione giusta e alla giustizia climatica. Sarà un regalo solo ai produttori di armi in Europa, negli USA e nel mondo.
Renderà la guerra più probabile, e il futuro più insicuro per tutti e tutte. Produrrà più debito, più austerità, più confini. Approfondirà il razzismo. Alimenterà il cambio climatico. Non abbiamo bisogno di più armi; non abbiamo bisogno di preparare altre guerre. Ciò di cui abbiamo bisogno è un piano completamente differente: sicurezza reale, sociale, ecologica e comune per l’Europa e per il mondo”.
I promotori italiani della campagna europea Stop Rearm Europe sono:
- Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia)
- Arci nazionale
- Attac Italia
- transform italia
Gli aderenti italiani alla campagna europea Stop Rearm Europe e co-promotori della manifestazione del 21 giugno sono ad oggi 312, in continuo aumento.
La lista degli aderenti italiani ed europei è sul sito di #stoprearm (lista aggiornata periodicamente).