Memorie di una macchia di sangue è scritto ed ambientato nel campo di concentramento di Auschwitz, nell’anno della liberazione. Un testo potente, con una storia breve ed emozionante che va oltre l’olocausto.
Memorie di una macchia di sangue: il nuovo libro di Fabrizio Fedele
Nel campo di concentramento di Auschwitz, il più famoso luogo di sterminio della storia d’Europa, nel 1945 l’Armata Rossa scoperchia il vaso di Pandora. Sono tra i più tragici momenti della guerra più sanguinosa mai combattuta. Momenti che verranno mostrati durante il processo di Norimberga, quando il mondo conobbe la verità.
Memorie di una macchia di sangue, il nuovo libro di Fabrizio Fedele, lo racconta bene ma indirettamente. Lo descrive con il potere delle parole, scelte con cura per amplificare lo stato di solitudine e di angoscia del protagonista. E’ così che il lettore conosce Nicola Contini Napoli, bambino di 12 anni di Napoli, che emerge dal proprio nascondiglio dopo la liberazione ritrovandosi completamente solo.
Il protagonista, affamato, va in cerca di cibo e trova, poco dopo, un edificio in cui sono si trovano degli animali. La condizione di questi animali è quella che potremmo trovare in un moderno allevamento non a norma. La storia quindi allarga la propria tematica, ed offre un vero e proprio spunto di riflessione sulla condizione degli animali da allevamento.
Memorie di una macchia di sangue: un viaggio nella solitudine presentato a Casa Mehari a Quarto
La presentazione del libro di Fabrizio Fedele si è tenuta a Casa Mehari, a Quarto, venerdì 3 febbraio 2023. Un luogo che si potrebbe definire un simbolo, trattasi infatti di un bene confiscato alla mafia. Al tavolo dei relatori la professoressa Anita Amato, organizzatrice dell’evento, insieme a Barbara Melcarne, direttrice artistica, introduce l’autore in compagnia del musicista Pino Ciccarelli. Accanto a loro vengono esposte le piccole opere d’arte realizzate dagli alunni dell’ I.C. Terzo Gadda.
Fabrizio Fedele sottolinea molto quanto il libro parli solo in maniera marginale dell’olocausto concentrandosi invece su altre tematiche. Non passa inosservato il tema della solitudine, che apre al lettore l’angoscia catapultandolo nella realtà del campo. L’autore stesso ammette di avere un rapporto ambivalente con la solitudine, mentre emerge chiaramente dalle sue parole il forte legame con la tematica animalista.
Al termine della presentazione c’è anche tempo per un breve duetto musicale. Fabrizio Fedele non è infatti soltanto autore di libri ma anche musicista. L’atmosfera è sicuramente quella delle occasioni che contano, ed in particolare delle riflessioni importanti. Il romanzo offre, infatti, diversi spunti anche involontari. La scena principale (la solitudine del protagonista che emerge dal disastro) ricorda una ricostruzione quasi post-apocalittica. Un parallelo molto forte tra la realtà di Auschwitz e quella di un disastro che spazza via l’umanità.
Memorie di una macchia di sangue mette insieme tantissime riflessioni importanti. Questo libro è un viatico per sé stessi.