Maido conquista il mondo: The World’s 50 Best Restaurants

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Ogni anno, il mondo della ristorazione attende con trepidazione l’annuncio della classifica “The World’s 50 Best Restaurants”, una delle più ambite e rispettate nel panorama gastronomico internazionale. Frutto delle votazioni di oltre 1.000 esperti – tra chef, critici gastronomici e appassionati del settore provenienti da tutto il mondo – la lista non si limita a premiare la tecnica e la qualità, ma celebra anche creatività, visione, identità culturale e sostenibilità.

Nel 2025, a svettare in cima alla classifica è Maido, ristorante simbolo della cucina Nikkei situato a Lima, in Perù. Un trionfo non solo per il suo chef, Mitsuharu “Micha” Tsumura, ma per tutto il Sud America, che si conferma protagonista della nuova scena gastronomica mondiale.

I migliori ristoranti al mondo nel 2025: la Top 10

Maido – Lima, Perù

  • Asador Etxebarri – Atxondo, Spagna
  • Quintonil – Città del Messico, Messico
  • DiverXO – Madrid, Spagna
  • Alchemist – Copenaghen, Danimarca
  • Gaggan – Bangkok, Thailandia
  • Sézanne – Tokyo, Giappone
  • Table by Bruno Verjus – Parigi, Francia
  • Kjolle – Lima, Perù
  • Don Julio – Buenos Aires, Argentina

Una classifica fortemente influenzata dalle cucine iberiche e latinoamericane, che conferma una tendenza già evidente negli ultimi anni: la ricerca di autenticità, identità territoriali forti e innovazione consapevole.

Maido: il Perù guida la nuova gastronomia mondiale

Maido, fondato nel 2009, è il risultato della visione e del talento di Mitsuharu Tsumura, chef nippo-peruviano che ha saputo fondere due mondi solo apparentemente distanti: quello raffinato, tecnico e rigoroso della cucina giapponese, e quello vibrante, materico e identitario della tradizione peruviana.

Situato nel quartiere di Miraflores a Lima, Maido ha saputo imporsi negli anni come punto di riferimento della cucina Nikkei, una fusione nata all’interno delle comunità giapponesi emigrate in Sud America. Un melting pot culturale tradotto in piatti sorprendenti, in cui ingredienti come miso, soia e alghe si fondono con tuberi andini, mais morado, pesce dell’Oceano Pacifico e spezie autoctone.

La visione di Mitsuharu Tsumura

“Micha”, come è noto nel mondo della ristorazione, ha costruito la sua carriera tra il Giappone e il Perù, studiando le tecniche più sofisticate prima di tornare a Lima e dare voce a una cucina che non aveva ancora trovato una sua forma definita. Con Maido, è riuscito a dare identità alla cucina Nikkei elevandola a linguaggio universale, capace di emozionare, raccontare e – soprattutto – unire.

Nel suo discorso di accettazione del premio, ha dichiarato: “Cucinare per qualcuno è la cosa più bella che mi sia mai capitata. È un gesto d’amore, di condivisione, di umanità.”

Un messaggio che ben sintetizza il suo approccio alla ristorazione, fatto di tecnica ma anche di cuore, di ascolto e di rispetto per le radici culturali e umane del cibo.

Perché Maido ha meritato la vittoria

Il successo di Maido nella classifica 2025 è il frutto di una serie di fattori che vanno ben oltre la qualità indiscussa della sua cucina:

Innovazione coerente: Maido non segue mode, le anticipa. La cucina Nikkei, sotto la guida di Tsumura, è diventata una grammatica autonoma, fatta di regole, contaminazioni e libertà espressiva.

Identità culturale forte: ogni piatto racconta il Perù e il Giappone, ma anche le storie delle persone che li hanno abitati e vissuti.

Sostenibilità e umanità: Maido non è solo un ristorante d’alta cucina. È un luogo che promuove valori, che investe nelle comunità locali, che costruisce inclusione. Tsumura parla spesso di “sostenibilità umana”, e in un’epoca in cui la ristorazione riflette il mondo che la circonda, questa sensibilità fa la differenza.

Percorso di crescita costante: da anni nella top 10, Maido ha costruito il suo successo passo dopo passo, senza forzature, senza scorciatoie.

Un messaggio che arriva da Lima, al mondo intero

Con la vittoria di Maido, Lima si conferma capitale gastronomica del Sud America, come dimostra anche la presenza di Kjolle al 9° posto e altri ristoranti peruviani nelle posizioni successive. Ma il messaggio è più ampio: la cucina contemporanea non è più solo appannaggio dell’Europa o del Nord America. È un ecosistema globale, multiculturale, dove l’innovazione nasce dal dialogo e dalla valorizzazione delle diversità.

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