“Ho fortemente voluto organizzare un momento di dibattito sulla lotta allo spreco alimentare, assieme al collettivo di Ultima Generazione e al già ministro Alfonso Pecoraro Scanio, con cui ho lavorato ad una proposta di risoluzione depositata in Commissione Agricoltura per contrastare questo fenomeno drammatico: l’Italia conta 8,2 milioni di tonnellate di cibo sprecato ogni anno e i costi sociali ed economici sono enormi, cioè quasi 22 miliardi di euro all’anno, un peso insostenibile per le famiglie italiane”, questo il commento di Alessandro Caramiello, Presidente dell’Intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Aree fragili e Isole minori.
La tavola rotonda si è svolta ieri pomeriggio a Montecitorio nella sala stampa della Camera dei Deputati. All’evento, moderato da Giovanni Barretta, economista e vicedirettore della testata CentroSud24, hanno partecipato: Alessandro Caramiello, Presidente dell’Intergruppo, Alfonso Pecoraro Scanio, avvocato e docente universitario, politico italiano, già ministro delle politiche agricole e forestali nel secondo governo Amato e poi ministro dell’ambiente del governo Prodi, Michele Giuli, Cofondatore di Ultima Generazione, movimento che con la disobbedienza e la resistenza civile non violenta, combatte battaglie importanti per la tutela dell’ambiente e per la lotta ai cambiamenti climatici.

In apertura dei lavori, l’economista Giovanni Barretta ha snocciolato le cifre della questione, che rappresentano meglio d’altre parole la questione e che denunciano, impietosamente, una situazione davvero intollerabile.
L’Italia, infatti, con 8,2 milioni di tonnellate di cibo sprecato, è terza in Europa dietro Germania (10,8 milioni di tonnellate) e Francia (9,5 milioni di tonnellate) per quantità di spreco alimentare. Il cibo sprecato e perso è costato in media a ogni italiano 372 euro per un totale di quasi 22 miliardi, come rilevano il centro studi Divulga e il focus «Spreco e fame 2025», pubblicato in occasione della 12esima giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare – che ricorre il 5 febbraio 2025 – su elaborazione di dati Eurostat aggiornati al 2022, Fao-Ocse (2021-2023) e Fao-Onu.
Le previsioni per il futuro sono anche peggiori: entro il 2033 i dati su sprechi e perdite alimentari potrebbero registrare una perdita aggiuntiva di cibo, quantificabile in 230 milioni di tonnellate in più rispetto al periodo attuale. Giovanni Barretta evidenzia come il 76 per cento delle perdite economiche per lo spreco di cibo, pari a 15,8 miliardi, si generi in famiglia tra le mura domestiche, mentre il restante 24 per cento si suddivida tra: commercio e distribuzione (8 per cento pari a 1,7 miliardi), ristorazione (6 per cento pari a 1,3 miliardi), produzione primaria (6 per cento per un ammontare complessivo di 1,1 miliardi), industria alimentare (5 per cento pari a 965 milioni).

Lo spreco alimentare è un paradosso in un mondo in cui – lo dicono i dati ufficiali del rapporto Sofi 2024 delle Nazioni Unite – nel 2023 circa 733 milioni di persone hanno sofferto la fame. La proporzione è di una su undici a livello globale e una su cinque in Africa. Sempre nel 2023, 864 milioni di persone si sono trovate in uno stato di insicurezza alimentare severa: ciò significa che sono rimaste digiune per uno o più giorni per mancanza di risorse.
In questo contesto, hanno osservato i relatori intervenuti alla tavola rotonda, si segnala che nel nostro Paese, nel 2023 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,2 milioni di famiglie (8,4 per cento sul totale delle famiglie residenti, valore stabile rispetto al 2022) e quasi 5,7 milioni di individui (9,7 per cento sul totale degli individui residenti, come nell’anno precedente). Si tratta, quindi, di un paradosso anche italiano e davvero insopportabile, quando si parla di povertà e diseguaglianze.
Secondo l’ultimo rapporto del WWF, nel mondo si registra oltre 1 miliardo di tonnellate di cibo sprecato in un solo anno, con le famiglie che sprecano almeno un miliardo di pasti al giorno. Stando al programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, food loss e food waste contribuiscono all’8-10 per cento delle emissioni globali di gas serra.
Come è stato ricordato dai relatori, la lotta allo spreco non è solo una questione etica, ma porta anche vantaggi concreti: le perdite e gli sprechi alimentari generano a livello globale arrivano, come detto, fino al 10% delle emissioni globali di gas serra (GHG), quasi 5 volte le emissioni totali dell’intero traffico aereo.
Il Presidente Alessandro Caramiello ha ricordato come in Italia sia stato compiuto un primo passo verso il superamento di economia lineare e sprechi alimentari, grazie alla legge 19 agosto 2016, n. 166 (Legge Gadda), entrata in vigore il 14 settembre 2016: una norma che mira a ridurre lo spreco lungo l’intera filiera agroalimentare, promuovendo il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari per fini di solidarietà sociale; tuttavia – aggiunge il deputato campano – si rende indispensabile una collaborazione più ampia tra enti pubblici, privati e cittadini, nonché ulteriori misure normative per garantire un’efficace implementazione e il raggiungimento di obiettivi più ambiziosi.

Sulla stessa linea, Alfonso Pecoraro Scanio, che ritiene che la legge del 2016 costituisca, comunque, un buon punto di partenza su cui, però, bisogna continuare a lavorare concretamente, raccogliendo il contributo di tutti, anche di quelle forze e di quelle idee che vengono dalla comunità civile, come nel caso del movimento Ultima Generazione di Michele Giuli che, con determinazione, con l’azione di disobbedienza non violenta, conduce importanti battaglie sociali, come quelle in ambito ambientale.

Il giovane rappresentante di Ultima Generazione, commentando la drammaticità dell’ attuale situazione climatica e delle diseguaglianze crescenti nel mondo, andando oltre ogni schieramento partitico ed ideologico, ha invitato tutti a una seria assunzione di responsabilità, ammonendo che la vera democrazia si celebra ed esercita non solo nei palazzi istituzionali del potere, ma ovunque le persone e la comunità si incontrano (per strada, nelle piazze, a scuola, in fabbrica …), chiedendo, quindi, alla politica di compiere scelte concrete e non più rinviabili.

Ma veniamo alla “Risoluzione 7-00294”, depositata l’8 aprile scorso (seduta n. 463) dall’on.le Caramiello in XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati: La proposta di risoluzione prevede obiettivi chiari e ambiziosi, come la riduzione del 50% dello spreco entro il 2030, il rafforzamento delle infrastrutture per la redistribuzione degli alimenti e la promozione di pratiche di recupero energetico e compostaggio.
Caramiello ribadisce l’importanza di rendere obbligatori obblighi per produttori, distributori e ristoratori, con sanzioni significative contro chi distrugge ancora cibo commestibile. Inoltre, ritiene urgente incentivare la trasparenza e la responsabilità lungo tutta la filiera, contrastare l’obsolescenza programmata e migliorare la gestione delle risorse fin dalla progettazione dei prodotti. L’obiettivo è quello di lanciare un forte messaggio: “è possibile e doveroso agire insieme — istituzioni, imprese, cittadini — per costruire un’Italia più sostenibile, solidale e responsabile. La riduzione dello spreco alimentare non è solo una questione ambientale, ma un imperativo etico e sociale che riguarda tutti noi”.
Tra l’altro, ha concluso l’economista Giovanni Barretta, la lotta allo spreco alimentare globale pro-capite, sia nella vendita al dettaglio che nelle case dei consumatori, e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, costituisce anche l’obiettivo numero 12 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, che ne prevede un suo dimezzamento tra il 2015 e il 2030.
Siamo ancora lontani da questo obiettivo ma, a nostro giudizio, assume notevole importanza una corretta e diffusa campagna di sensibilizzazione con un netto cambio di passo che deve, però, partire anche dalle scelte individuali compiute tra le mura domestiche.
L’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Aree fragili e Isole minori”, guidato da Alessandro Caramiello, anche con questa ennesima iniziativa in Parlamento dimostra di essere presente su tutti i temi più caldi del dibattito politico e civile, presidio costante contro le diseguaglianze territoriali, sociali ed economiche.


Il riconoscimento del premio ad Alfonso Pecoraro Scanio