di Claudio Saraceni
Ieri mattina a Roma, nella suggestiva cornice di Palazzo Maffei Marescotti, sede della Pontificia Accademia di Teologia, si è svolto il primo Simposio Pontificio sull’Intelligenza Artificiale, un evento di rilevanza internazionale che ha unito riflessione teologica, visione accademica e prospettive politiche sul futuro della tecnologia e dell’umanità.
Promosso dal presidente della Pontificia Accademia di Teologia, S.E.R. Monsignor Antonio Staglianò, dalla presidente dell’ENIA, Valeria Lazzaroli (Ente Nazionale Intelligenza Artificiale), dalla rivista scientifica JPE (Journal of Pluralism in Economics), il simposio pontificio ha rappresentato un importante momento di confronto tra mondo accademico, istituzioni, imprese, religiosi e società civile, con un focus particolare sul ruolo delle nuove generazioni e sulle sfide etiche e sociali dell’era digitale.
Ad aprire e chiudere i lavori, è stato S.E.R. Monsignor Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia Teologica, figura centrale nella riflessione su un “nuovo umanesimo” fondato sulla dignità umana e sulla giustizia. A moderare il dibattito, il giornalista ed editore Santo Strati, mentre la presidenza dell’incontro è stata affidata all’accademico pontificio Mauro Alvisi, che – con l’economista Giovanni Barretta – è stato promotore ed organizzatore dell’evento nella capitale.
Intelligenza artificiale tra opportunità e responsabilità
Il I° Simposio Pontificio sull’intelligenza artificiale si è articolato in tre diversi ed intensi panelli tematici, nei quali si è discusso delle implicazioni dell’AI nel mondo del lavoro, della governance algoritmica e del rapporto tra impresa e innovazione tecnologica.
Tra i relatori: Valeria Lazzaroli (presidente ENIA), Fabrizio Abbate (Presidente Salotto AI ENIA), Luca Antonio Pepe (Scrittore e Direttore della redazione CentroSud24), Giovanni Barretta (Economista – Ufficio presidenza Intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud”), Marco Palombi (Economista politico), Rita Mascolo (Lecturer LUISS University), Filomena Maggino (Prof.ssa ordinario Università “La Sapienza”), Paolo Poletti (Prof. Link University), Domenico Di Conza (Direttore agenzia PNRR Univesità Popolare Luce), Valerio Lemma (Prof. Università Marconi), Fabrizio Bonanni Saraceni (Avvocato, giornalista), Massimiliano Gattoni (Founder e CEO NeuroMind AGI) e molti altri.

Durante i lavori è emersa con chiarezza l’esigenza di orientare lo sviluppo dell’IA verso valori solidi: “L’intelligenza artificiale non deve sostituire l’uomo, ma aiutarlo a esprimere il meglio di sé. I giovani devono essere protagonisti di questo cambiamento”, è stato uno dei messaggi centrali.
Lo chairman del simposio Mauro Alvisi nella sua introduzione ha sottolineato come noi non viviamo semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca, un cambiamento radicale”: si parla, spesso senza cognizione di causa, di intelligenza artificiale che prende sempre più piede, perché è lo senario cogente in cui viviamo, ed ha conquistato spazi incredibili sul mercato. Il mercato stesso, tra l’altro, si muove con una deregulation abbastanza simile a quella che s’impose con l’avvento della rete, del web, di Internet. Tant’è che oggi ormai i computer hanno cominciato a parlare tra loro: è il cosiddetto Internet of Things — la rete degli oggetti connessi — che sa ascoltare, vedere, e a cui sono state aggiunte gambe per camminare, ali per volare e ruote per muoversi liberamente nello spazio”.

Nello spiegare le ragioni che hanno portato ad organizzare il simposio, l’accademico pontificio ha detto: “L’interesse per l’intelligenza artificiale e la robotica, in un crescendo davvero “rossiniano”, ci ha portati ad ideare con la collaborazione di grandi Istituzioni come l’Ente Nazionale per l’Intelligenza Artificiale, la Pontificia Academia Theologica e la rivista Journal of Pluralism in Economics – JPE, a organizzare questo primo, importantissimo Simposio Pontificio sull’intelligenza artificiale. Il 24 giugno a Roma. Sono stati convocate le migliori menti, i migliori pensatori, i principali operatori e player nazionali e internazionali, in quello che promette di essere un vero e proprio “Stato Generale” ospitato dalla Santa Sede di questo mondo”.
Monsignor Antonio Staglianò, richiamando le parole di Leone XIV ai vescovi italiani, secondo il quale nel dibattito pubblico sull’Intelligenza artificiale l’appello all’etica non è sufficiente, ha aggiunto: “Da qui l’auspicio che sia l’antropologia cristiana lo “strumento essenziale per i discernimento pastorale”. Da qui l’importanza di una “teologia sapienziale dell’IA” che aiuti tutti gli esseri umani, resilienti alle devastazioni dell’umano nelle tante forme di barbarie esistenti: l’essere umano è “irriducibile” all’androide perché vive di una “dignitas infinita”, in quanto creato nell’immagine e nella somiglianza dell’umanità di Cristo, sempre presente nell’intimità di Dio, nel generarsi eterno del Figlio dal Padre, nell’amore”.

L’economista Giovanni Barretta, tra i promotori dell’iniziativa scientifica, ha – invece – posto l’accento sui molteplici impatti e le conseguenze concrete che l’intelligenza artificiale e le sue molteplici applicazioni avranno sul mercato del lavoro e sul rapporto tra lavoro e reddito, che, probabilmente, si svilupperà secondo logiche e direttrici del tutto diverse, rispetto a quelle che finora abbiamo conosciuto. Con l’intelligenza artificiale,ha aggiunto l’economista campano,cambia profondamente il concetto di lavoro, il modo stesso di organizzarlo, prestarlo e remunerarlo: “Rispetto a queste nuove sfide, i Governi dovranno compiere, inevitabilmente, delle scelte di campo, che incideranno profondamente sul modo stesso di organizzare la convivenza sociale, garantendo pace e benessere. Infatti, qualora dovesse accadere che con l’avvento dell’AI – per produrre – sarebbe richiesto sempre meno l’intervento umano, sarà legittimo chiedersi dove andrà a finire la remunerazione finora spettata ai lavoratori”. Sui nuovi scenari del mercato del lavoro e della tenuta stessa del sistema sociale, Giovanni Barretta ha detto:” Le possibilità che si intravedono, con effetti radicalmente diversi sul rapporto di convivenza tra comunità e individui, sono sostanzialmente due: uno scenario di crescente iniquità sociale e distributiva, in cui il profitto aggiuntivo generato dall’AI andrebbe retrocesso tutto all’imprenditore; un secondo scenario, di eguaglianza sociale, in cui tale profitto aggiuntivo verrebbe distribuito in modo da contribuire al finanziamento di un reddito base universale. La possibilità maggiormente auspicabile, è quella che si potrebbe definire di coesione e di eguaglianza sociale, in cui il profitto aggiuntivo generato dall’AI venga distribuito in modo da contribuire, ove necessario, al finanziamento di un reddito base universale”.


Molto apprezzati gli interventi di Valeria Lazzaroli, che con l’ENIA è impegnata sul tema su più fronti, tra cui quella della formazione e di una cultura partecipata dell’AI, di Marco Palombi, economista politico, Paolo Poletti, uno dei massimi esperti in materia di cybersecurity, Rita Mascolo, economista, Filomena Maggino, esperta di statistica sociale, Alessandra Torrisi, designer e Massimiliano Gattoni, CEO di NeurMind AGI, che ha chiuso brillantemente il terzo ed ultimo panel delle relazioni scientifiche.



Il Manifesto per la Pace: un dodecalogo per l’umanità
Momento culminante dell’incontro è stata la firma solenne del “Manifesto e Dodecalogo per la Pace nel Mondo”, un documento ispirato ai valori universali della pace, dell’uguaglianza, della giustizia e dell’istruzione, con frequenti richiami alla Sacra Bibbia e ai principi fondanti del vivere comune. Il testo propone dodici impegni concreti per promuovere una cultura della pace in ogni ambito della vita sociale.

Alla lettura dei dodici punti del Manifesto per la Pace, affidata a Mauro Alvisi, è seguita la sottoscrizione solenne da parte di S.E.R. Monsignor Antonio Staglianò, per la Pontificia Accademia di Teologia, Valeria Lazzaroli per l’ENIA, Michele Pignata per la SVIMAR, Domenico Di Conza per l’UNAI e Alessandro Caramiello per l’Intergruppo Sviluppo Sud, Aree fragili e Isole minori”.






Il manifesto è frutto dell’impegno congiunto di realtà diverse – dall’Accademia Teologica Pontificia, all’ENIA, dall’UNAI alla SVIMAR e all’Intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Aree fragili e Isole minori”– e sarà presentato a organismi internazionali come le Nazioni Unite. L’iniziativa si inserisce nel solco del progetto artistico per dire “stop alle guerre”, “Pop Peace of Art”, lanciato il 29 maggio scorso dalla Chiesa degli Artisti di Roma, con la partecipazione di Monsignor Antonio Staglianò, teologo di fama internazionale ed autore della Pop Theology, un nuovo linguaggio di evangelizzazione sapienziale, creativa, solidale e concurante della dottrina e dell’esempio del Cristo.
In quell’occasione, il Presidente della Pontificia Accademia Teologica, approfittando del grande valore simbolico del progetto artistico “Pop Peace of Art” (un’opera pensata, creata e dipinta su tela su di una superficie di 10 metri di lunghezza per tre di altezza, da 11 artisti dell’arte contemporanea italiana ed europea del “Silver Studio Art Factory”), aveva ricordato – come ha fatto ieri al Simposio sull’AI – come la pace vada sempre cercata, perché c’è sempre, anche quando non riusciamo a vederla (superando un’impostazione binaria, quasi al pari della fisica quantistica); l’arte, la musica e la pop theology possono aiutarci in questo percorso, con un nuovo linguaggio di evangelizzazione sapienziale, creativa e solidale.

Un Mezzogiorno protagonista del cambiamento
Nel corso del convegno è stato più volte evidenziato il ruolo strategico del Mezzogiorno d’Italia nel promuovere modelli di sviluppo fondati su innovazione, coesione sociale e dialogo interculturale. La partecipazione dell’Intergruppo Parlamentare Sviluppo Sud ha sottolineato l’urgenza di investire nei territori meridionali per integrare tecnologia, educazione e inclusione.
All’atto della sottoscrizione del Manifesto per la Pace, Il Presidente dell’Intergruppo Sviluppo Sud, Aree fragili e Isole minori”, Alessandro Caramiello, ha detto: “La sottoscrizione del “Manifesto e Decalogo per la Pace nel Mondo” è un atto simbolico ma carico di significato perché testimonia un impegno condiviso nel promuovere una cultura della pace, fondata sui valori di amore, fratellanza e rispetto reciproco. Il Manifesto, articolato in un dodecalogo, richiama l’attenzione su principi fondamentali quali il rispetto delle diversità, il disarmo progressivo, la promozione della cultura, dello sport, della scienza e delle arti come strumenti di dialogo e coesione sociale. Come presidente dell’Intergruppo parlamentare Sviluppo Sud, Aree Fragili e isole minori, desidero esprimere il mio entusiasmo e la mia gratitudine per questa occasione di riflessione e di azione comune: questa firma rappresenta un passo deciso verso un mondo in cui la pace diventi non solo un ideale, ma una realtà quotidiana, raggiunta e mantenuta attraverso il contributo di tutti, così da costruire insieme un futuro di speranza, collaborazione e prosperità condivisa. Per la pace, per il bene comune, per le future generazioni”.

Il simposio si è concluso con un lungo applauso e con la volontà condivisa di trasformare i principi emersi in azioni concrete. L’Intelligenza Artificiale, è stato detto, può essere un ponte e non un muro, se orientata da una visione umana e solidale.

Da sinistra: Miche Pignata, Valeria Lazzaroli, Antonio Staglianò