Israele si prepara a compiere un passo che potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri geopolitici del Medio Oriente: secondo fonti dell’intelligence americana, confermate dalla CNN, i raid contro le centrali nucleari iraniane sarebbero imminenti. Un’azione militare diretta, che segnerebbe non solo un’escalation nelle tensioni con l’Iran, ma anche una rottura diplomatica con l’amministrazione Trump, attualmente impegnata in un delicato tentativo di negoziazione con Teheran.
Israele e l’Iran: una lunga storia di ostilità
Il programma nucleare iraniano è da sempre al centro delle preoccupazioni di Israele, che considera inaccettabile l’eventualità di un Iran dotato di armi atomiche. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito più volte che Tel Aviv non esiterà a “fare tutto il necessario per difendere la sicurezza nazionale”. La notizia dell’imminente attacco non sorprende gli osservatori più attenti: negli ultimi mesi si sono moltiplicate le esercitazioni militari israeliane simulate per scenari di guerra con l’Iran.
Secondo la CNN, l’intelligence statunitense ritiene credibile la possibilità di un raid a breve termine contro siti nucleari strategici sul territorio iraniano, come Natanz o Fordow, già oggetto di sabotaggi in passato.
La frattura con l’amministrazione Trump
Il possibile attacco militare rappresenta un chiaro strappo nei confronti di Donald Trump, che sta tentando di riaprire il dialogo con Teheran per raggiungere un nuovo accordo sul nucleare. Una linea che Netanyahu ha sempre criticato, considerandola una concessione pericolosa a un regime che continua a finanziare gruppi come Hezbollah e Hamas.
L’irritazione di Israele verso Washington era già evidente da settimane, ma l’eventuale attacco sancirebbe la rottura diplomatica tra due storici alleati. Non a caso, le fonti americane parlano di un possibile intervento unilaterale da parte di Tel Aviv, senza alcuna approvazione o sostegno ufficiale da parte della Casa Bianca.
Israele attacca anche Bruxelles
Nel frattempo, Israele ha duramente criticato l’Unione Europea per la sua decisione di sospendere il processo di revisione dell’accordo di associazione con Tel Aviv a causa della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. Secondo un comunicato del Ministero degli Esteri israeliano, la scelta europea “riflette una totale incomprensione della complessa realtà che Israele sta affrontando” e “incoraggia Hamas a restare fedele alle sue posizioni estremiste”.
Questo nuovo scontro con Bruxelles si inserisce in un contesto già teso, dove Israele si sente sempre più isolato a livello internazionale, ma al tempo stesso determinato a perseguire la propria strategia di sicurezza senza interferenze esterne.
Cosa può accadere ora tra Israele e l’Iran
Un eventuale attacco israeliano alle centrali nucleari iraniane potrebbe avere conseguenze gravissime su scala globale. L’Iran ha già promesso ritorsioni “devastanti” in caso di attacchi diretti. L’intera regione rischia di precipitare in una nuova guerra su larga scala, coinvolgendo anche paesi terzi e destabilizzando ulteriormente il Medio Oriente.
Israele, nel frattempo, continua a rafforzare la propria posizione militare, sostenendo che un Iran dotato di armamento nucleare è una minaccia esistenziale che non può essere ignorata. A Tel Aviv, la parola d’ordine è: “Agire, prima che sia troppo tardi”.
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