India, un allunaggio storico. La missione Chandrayaan-3 si è svolta con successo vicino al polo Sud della Luna, alle 14:33 italiane. Il Paese è diventato il quarto al mondo a posare un veicolo sul suolo lunare, unendosi a Stati Uniti, Russia e Cina. Un traguardo che vede coinvolti diversi fronti.
Un successo frutto di perseveranza
Arrivare fin qui non è stato affatto scontato, in quanto molti tentativi di allunaggio, negli ultimi anni, sono falliti. Basti ricordare la missione israeliana Baresheet nel 2019, la stessa Chandrayaan-2 indiana nel medesimo anno, il lander giapponese Hakuto-R e, più di recente, la missione russa Luna-25.
Per Chandrayaan-3, il percorso è cominciato a luglio con il lancio dal centro spaziale Satish Dhawan. Dopo aver raggiunto l’orbita lunare il 5 agosto, il modulo propulsivo si è separato dal lander Vikram il 17 agosto. L’allunaggio vero e proprio si è svolto in quattro fasi, a partire dalle 13:14 italiane, ed è avvenuto in modo completamente automatico, senza comandi da Terra.
Implicazioni politiche e strategiche
Questo successo spaziale rafforza anche la posizione politica del primo ministro Narendra Modi, leader del BJP. Con le elezioni previste in primavera, il prestigio della missione potrebbe consolidare un consenso già molto ampio, aprendo la strada ad un suo terzo mandato.
Sul piano internazionale, invece, l’India mira ad un ruolo di primo piano nel cosiddetto Sud globale. Non vuole essere soltanto una potenza emergente, ma punta a diventare una vera e propria superpotenza, soprattutto in un contesto in cui la Cina potrebbe perdere parte della sua supremazia tecnologica e strategica.
Le sfide di un Paese in rapida evoluzione
Non a caso, all’inizio dell’anno, l’ONU ha certificato che la popolazione indiana ha superato quella cinese. Ancora, secondo le Nazioni Unite, dal 2005 al 2021, circa 415 milioni di indiani sono usciti dall’estrema povertà. Infine, la classe media continua ad ampliarsi, creando le basi per un’India più prospera e influente sulla scena mondiale.
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