Generale Oresta rimosso per il suo discorso

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Il 28 giugno il generale dei Carabinieri Pietro Oresta è stato rimosso dopo un discorso rivolto agli allievi della Scuola Marescialli di Firenze. Aveva esaltato il valore dei piccoli gesti, invitando i giovani a mettere al primo posto la propria vita e quella dei familiari. Le sue parole sembrano riferirsi al suicidio di Beatrice Belcoure, allieva morta ad aprile, che lamentava regole opprimenti.

Le parole del generale Oresta

Durante la cerimonia di saluto ai marescialli del 12º corso, il discorso del generale Oresta sul benessere personale e familiare dei militari, ha causato la sua rimozione dal comando di Firenze. In particolare, ha invitato i giovani militari a mettere al primo posto il proprio benessere e quello delle loro famiglie: “La nostra vita è superiore a qualunque istruzione o procedura” e “Attenti alla salute, poi al servizio”. Parole considerate fuori dagli schemi e poco in linea con la tradizione militare, che hanno suscitato forti reazioni interne. A rendere pubblica la vicenda è stato il sindacato dei Carabinieri Unarma, che ha criticato la decisione del Comando Generale. Secondo il segretario Antonio Nicolosi, una frase scomoda ha causato l’allontanamento del generale. “Sembra che parlare di salute mentale e benessere nelle forze armate sia diventato un gesto quasi sovversivo”. Le critiche si estendono anche ai vertici dell’Arma, accusati di preferire comandanti silenziosi e conformi, piuttosto che attenti al disagio del personale. “Unarma sta con chi ha il coraggio di esporsi”, ha concluso Nicolosi. “Servire lo Stato non significa annullarsi. Ma chi prova a cambiare le cose dall’interno viene spesso messo da parte. Ed è questa la lezione più inquietante”.

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Il caso del 2024

L’intervento non si è limitato a un’esortazione generica, ma ha toccato temi sensibili, tra cui la salute mentale e il senso del dovere. Il generale ha anche affermato che “aiutare un anziano ad attraversare la strada può avere più valore che smantellare grandi traffici di droga o effettuare numerosi arresti”, sottolineando così il significato dei gesti quotidiani, più che dei risultati eclatanti. Le sue parole hanno messo in luce l’importanza del benessere psicofisico di chi sceglie la carriera militare, in un contesto in cui la pressione e la disciplina sono da sempre elementi centrali. Non sono mancati i riferimenti impliciti alla tragedia che aveva già colpito l’accademia fiorentina nell’aprile 2024, quando una giovane allieva, Beatrice Belcuore, si tolse la vita a soli 25 anni. La vicenda aveva destato grande emozione e portato all’apertura di un’indagine. Pochi giorni fa, l’inchiesta è stata ufficialmente archiviata: secondo quanto emerso, il gesto sarebbe da attribuire a un malessere personale e non a responsabilità dirette dell’ambiente formativo o dei docenti. Tuttavia, il legame emotivo tra il discorso di Oresta e il caso Belcuore è apparso evidente a molti. In un periodo in cui il tema della salute mentale nei contesti professionali — anche militari — è sempre più discusso, l’intervento del generale ha aperto una frattura tra approccio tradizionale e visione più attenta alla persona. Una frattura che, almeno per ora, l’Arma ha scelto di ricomporre con una sostituzione al vertice.

I messaggi degli allievi

«Ci mancherà». «È stato come un padre per noi». «Che dispiacere, non si meritava davvero tutto questo». Sono solo alcuni dei messaggi che sono girati nelle chat degli allievi carabinieri dopo la scelta dell’Arma di rimuovere il generale Pietro Oresta dal comando della scuola marescialli e brigadieri di Firenze, che forma i nuovi sottufficiali. Molti ragazzi in divisa hanno interpretato male il discorso, anche se chi conosce Oresta sa che voleva spronare i nuovi marescialli al lavoro, senza però far loro dimenticare la sfera personale.



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