Formazione Scuola contro la guerra annullata. Parte la petizione online

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Era stata indetta per il 4 novembre una giornata di formazione per la scuola indetta da CESTES (Centro Studi Trasformazioni Economico Sociali) USB

Sulla mail degli aderenti al corso di formazione la notizia è arrivata a tr giorni dall’evento. SI legge nel corpo della Mail

Gentilissim*collegh*, come sapete il MIM ha annullato il convegno del 4 novembre e contestualmente ha intrapreso un provvedimento disciplinare volto a ritirare al CESTES l’accreditamento per proporre corsi di formazione ai docenti in orario di servizio (ovvero con la fruizione dei permessi giornalieri).

La contestazione è in primis contenutistica, secondo il MIM parlare di guerra e pace sarebbe fuori dalle linee guida per la formazione docente.

Vi chiediamo di firmare e far girare la petizione al link in mail (prima azione di protesta) oltre che di essere presenti alle manifestazioni del 4 pomeriggio.

Non intendiamo fermarci, né sul piano legale, né su quello di lotta e vi faremo sapere i prossimi passi.

Il Ministero dell’Istruzione passa alla repressione diretta, censurando e vietando la libera formazione dei docenti.
 È in gioco la possibilità di formarsi ed educare alla pace e contro la guerra nella scuola pubblica statale.
 Firma la petizione per costruire una risposta condivisa

https://c.org/HS79LLt5d7

Il problema

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha vietato al Cestes di svolgere il convegno di formazione per docenti “La scuola non si arruola”, oscurandolo dalla piattaforma ministeriale Sofia e ordinando ai dirigenti scolastici di non concedere il permesso di partecipazione.

La motivazione?

Secondo il Ministero, il rifiuto della guerra non sarebbe un tema “coerente” con le finalità della formazione dei docenti.

Oltre 1200 insegnanti si sono visti negare la possibilità di confrontarsi su temi fondamentali per chi lavora nella scuola:

 • l’educazione alla pace;

 • la comprensione storica dei genocidi;

 • il rifiuto della guerra come mezzo per risolvere i conflitti.

Si tratta di un atto di censura gravissimo, mai visto nella scuola italiana dal dopoguerra a oggi.

Un attacco diretto alla libertà di insegnamento, alla libertà di pensiero e al diritto dei lavoratori della scuola a una formazione critica e indipendente.

Dietro questo divieto c’è il tentativo di zittire chi si oppone alla guerra e al genocidio in Palestina, chi ha dato vita alle straordinarie mobilitazioni e agli scioperi del 22 settembre e del 3 ottobre.

✍ Chiediamo:

• Al Presidente della Repubblica di agire secondo le Sue competenze e le sue funzioni di garante della Costituzione al fine di tutelare il diritto alla libertà di formazione dei docenti;

• al Ministero dell’Istruzione e del Merito di revocare immediatamente il divieto e di reintegrare il convegno sulla piattaforma Sofia;
• che cessi ogni forma di censura politica nei confronti di chi educa alla pace e alla solidarietà tra i popoli;

📣 La scuola non si arruola e non si piega!
 • La formazione è libera.
 • Dire NO alla guerra e al genocidio è un dovere educativo.
 • Nessun bavaglio sulla scuola pubblica!
👉 Firma questa petizione per difendere la libertà di insegnamento, la libertà di pensiero e il diritto alla formazione indipendenteRiportare una violazione delle politiche