Per quanto noto finora nessun giornale ha tradotto e pubblicato In Italia quanto ha scritto Bill Gates in occasione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici – COP 30, per porlo come considerazione fondamentale in essa. Ciò è invece molto importante, per quel che è la COP30 e per l’importante ruolo finora da Bill Gates nelle vicende mondiali concernenti la narrazione apocalittica delle vicende del clima, e i danni economici, sociali e ambientali causati dai narratori di quella, come ad esempio Franz Timmermans o Teresa Ribera, e dai nemici dello sviluppo, dai fautori della decrescita.
COP30 è il principale incontro politico internazionale per negoziare misure globali contro il riscaldamento climatico. Alla COP si confrontano governi, scienziati, imprese e società civile per definire obiettivi, strumenti finanziari e azioni di mitigazione e adattamento, con attenzione – a volte non sufficiente – alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo.
Bill Gates, l’imprenditore tecnologico noto per essere cofondatore di Microsoft ed uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo, anche attraverso la sua Bill & Melinda Gates Foundation negli ultimi vent’anni ha dedicato risorse significative a creare e trasmettere messaggi ansiogeni circa il clima e l’ambiente, e a promuovere comportamenti sociali e tecnologie per la decarbonizzazione dell’energia, investimenti in ricerca e sviluppo (tra cui la creazione di Breakthrough Energy, nel 2024 il più grande fondo di investimenti nel clima) con l’obiettivo di rendere disponibili soluzioni a basse emissioni su scala globale e per condizionare coerentemente l’ambiente economico.
Il testo ora pronunciato in vista di COP30 è rilevante perché proviene da una figura che unisce capacità tecnologica, di finanziamento e potere rispetto al mondo politica e della comunicazione. La sua posizione può influenzare sia le priorità politiche sia gli investimenti privati: mettere il benessere umano al centro della discussione — come prospetta Gates — sposta il dibattito dalle sole metriche climatiche verso interventi che, pur affermando di voler combinare riduzione delle emissioni, innovazione tecnologica e rafforzamento economico delle comunità più vulnerabili, si pone in un contesto possibile di continuità e sviluppo economico-sociale.
In questo scritto Bill Gates, probabilmente subendo l’influenza del presidente Trump, il richiamo di questi alla realtà, agli interessi dei poveri, l’invito a non danneggiare l’economia e la società statunitense, modifica il precedente suo pensiero; pur se non arriva a riconoscere espressamente i più gravi errori e le esagerazioni della precedente narrazione economico-ambientale, tende a modificarla, ad allontanarla dai profili apocalittici. Non per caso Trump ha commentato su Truth Social: “Bill Gates ha finalmente ammesso di essersi completamente sbagliato sulla questione. Ci è voluto coraggio per farlo, e per questo gli siamo tutti grati.”

Il cambiamento di tono e di enfasi mostrati esprimono in effetti una evoluzione rilevante rispetto al precedente approccio, spesso apparentemente irrazionale, esclusivamente ambientalistico tecnico-investimentale: Gates continua a sostenere la tecnologia e la riduzione delle emissioni, ma ora sembra porre avanti il binomio “innovazione + benessere umano”, invitando a non sacrificare ricchezza generale, welfare, salute e sviluppo sul mito delle sole riduzioni emissive, sulla leggenda nera – e fasulla – del CO2 assassino.
È un aggiustamento che rende la sua proposta meno irrazionale, meno contraria alla realtà, più pragmatica e bilanciata, un po’ meno ideologica: riconosce i limiti delle risorse e l’urgenza di politiche che massimizzino l’impatto sociale degli investimenti climatici. Il testo di Gates riconosce così una alternativa meno contraria al vero e all’economia rispetto all’approccio irrazionale, privo di conoscenza, al catastrofismo radicale di Greta Thunberg e dei suoi sostenitori, dei movimenti di protesta climatica irrazionali ed incolti incredibilmente troppo spesso finora ascoltati, che privilegiano messaggi di allarme massimo e soluzioni di immediata e totale decarbonizzazione sempre senza indicare percorsi praticabili per l’economia e la società, non dannosi per i territori ed i Paesi meno ricchi, più poveri. Gates propone invece ora una strategia un po’ più pragmatica che, pur se continua a sopravvalutare l’importanza del contrasto alle emissioni, a perseguire la decarbonizzazione attraverso ricerca, sviluppo e diffusione tecnologica, ridefinisce le ben diverse, spesso contrarie, priorità operative, riconosce l’importanza primaria degli investimenti nel welfare, per la salute, l’agricoltura e la produzione, la necessità di massimizzare la riduzione della povertà, della sofferenza, di proteggere i più vulnerabili.
Il messaggio così consegnato alla COP30 da Bill Gates è importante perché mira a coniugare ambizione tecnologica e pragmatismo sociale: invita a non contrapporre più il bene e lo sviluppo umano alla lotta all’incremento climatico, ma a integrarli. È una svolta verso proposte più applicabili sul piano sociale, politico ed economico, orientate a risultati più concreti; una proposta meno assurda, contraria al linguaggio e alle proposte apocalittici; una proposta meno dannosa per le popolazioni meno ricche, anche per il nostro Paese e per il Sud, di quelle di molti dei nostri c.d. ambientalisti.
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Un nuovo modo di guardare al problema. Tre dure verità sul clima. Quello che voglio che tutti alla COP30 sappiano. Di Bill Gates, pubblicato 7 giorni fa
Il cambiamento climatico è una cosa seria, ma abbiamo fatto grandi progressi. Dobbiamo continuare a sostenere le scoperte che aiuteranno il mondo a raggiungere le emissioni zero.
Ma per farlo non possiamo tagliare i fondi per la salute e lo sviluppo, programmi che aiutano le persone a rimanere resilienti di fronte al cambiamento climatico.
È tempo di mettere il benessere umano al centro delle nostre strategie climatiche, che includono la riduzione a zero del Green Premium e il miglioramento dell’agricoltura e della salute nei paesi poveri (n. d. t.: Il Green Premium è la differenza di costo tra una tecnologia a basse emissioni – o una soluzione a minor impatto ambientale – e la sua alternativa convenzionale più utilizzata sul mercato, è quanto in più deve pagare oggi un utente o un’azienda per scegliere la soluzione “verde” rispetto a quella tradizionale)
C’è una visione apocalittica del cambiamento climatico che recita così:
Nel giro di pochi decenni, il cambiamento climatico catastrofico decimerà la civiltà. Le prove sono tutte intorno a noi: basta guardare tutte le ondate di calore e le tempeste causate dall’aumento delle temperature globali. Niente conta di più che limitare l’aumento della temperatura.
Fortunatamente per tutti noi, questa visione è sbagliata. Anche se il cambiamento climatico avrà gravi conseguenze, in particolare per le persone nei paesi più poveri, non porterà alla fine dell’umanità. Le persone saranno in grado di vivere e prosperare nella maggior parte dei luoghi della Terra per il prossimo futuro. Le proiezioni sulle emissioni sono diminuite e, con le politiche e gli investimenti giusti, l’innovazione ci consentirà di ridurre ulteriormente le emissioni.
Sfortunatamente, le prospettive apocalittiche stanno facendo sì che gran parte della comunità climatica si concentri troppo sugli obiettivi di emissioni a breve termine e sta distogliendo risorse dalle cose più efficaci che dovremmo fare per migliorare la vita in un mondo che si riscalda.
Non è troppo tardi per adottare una visione diversa e adeguare le nostre strategie per affrontare il cambiamento climatico. Il vertice globale sul clima del mese prossimo in Brasile, noto come COP30, è un ottimo punto di partenza, soprattutto perché la leadership brasiliana del vertice sta mettendo l’adattamento climatico e lo sviluppo umano in cima all’agenda.
Questa è un’occasione per rifocalizzarsi sulla metrica che dovrebbe contare ancora di più delle emissioni e del cambiamento di temperatura: migliorare la vita. Il nostro obiettivo principale dovrebbe essere quello di prevenire la sofferenza, in particolare per coloro che vivono nelle condizioni più difficili e vivono nei paesi più poveri del mondo.
Anche se il cambiamento climatico danneggerà i poveri più di chiunque altro, per la stragrande maggioranza di loro non sarà l’unica e nemmeno la più grande minaccia alla loro vita e al loro benessere. I problemi più grandi sono la povertà e le malattie, come lo sono sempre state. Comprendere questo ci permetterà di concentrare le nostre limitate risorse su interventi che avranno il massimo impatto per le persone più vulnerabili.
So che alcuni sostenitori del clima non saranno d’accordo con me, mi chiameranno ipocrita a causa della mia impronta di carbonio (che compenso completamente con crediti di carbonio legittimi), o lo vedranno come un modo subdolo per sostenere che non dovremmo prendere sul serio il cambiamento climatico.
Per essere chiari: il cambiamento climatico è un problema molto importante. Deve essere risolto, insieme ad altri problemi come la malaria e la malnutrizione. Ogni decimo di grado di riscaldamento che preveniamo è estremamente vantaggioso perché un clima stabile rende più facile migliorare la vita delle persone.
Da oltre 20 anni sto imparando a conoscere il riscaldamento e investo miliardi in innovazioni per ridurlo. Lavoro con scienziati e innovatori che si impegnano a prevenire un disastro climatico e a rendere disponibile a tutti energia pulita economica e affidabile. Dieci anni fa, alcuni di loro si sono uniti a me nella creazione di Breakthrough Energy, una piattaforma di investimento il cui unico scopo è accelerare l’innovazione e la diffusione dell’energia pulita. Finora abbiamo supportato più di 150 aziende, molte delle quali sono diventate grandi aziende. Stiamo aiutando a costruire un ecosistema in crescita di migliaia di innovatori che lavorano su ogni aspetto del problema.




