I due diplomatici israeliani uccisi a Washington sono vittime di antisemitismo dilagante

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Attacco antisemita

L’antisemitismo torna a scuotere il mondo occidentale e lo fa nel modo più brutale. A farne le spese sono stati due diplomatici israeliani, freddati da Elias Rodriguez, 30enne di Chicago, al grido di “Free Palestine”. E’ l’altra terribile faccia della medaglia, ma al di là dell’atto in sé dimostra che l’antisemitismo non si è mai davvero sopito e sta tornando forte come prima della seconda Guerra Mondiale.

Le responsabilità di Israele sono innumerevoli, eppure Netanyahu ha deciso di accusare i leader europei. Ovviamente propaganda pro domo sua ad uso e consumo di chi intende continuare con il disegno di allargare il confine dello stato di Israele senza pensare ad alcun tipo di assimilazione. L’atto compiuto ieri dimostra, ad ogni modo, che la situazione nei Paesi di dichiarata fede cristiana è letteralmente sfuggita di mano.

La dinamica dell’attacco: “L’ho fatto per Gaza”

L’attacco è avvenuto davanti al museo ebraico di Washington, durante un evento per giovani diplomatici. Rodriguez ha aperto il fuoco urlando “Palestina libera”, uccidendo il 28enne Yaron Lischinsky e la sua fidanzata Sarah Milgrim. Dopo aver commesso l’attacco, si è mescolato tra i partecipanti all’evento fingendo di essere un testimone. Interrogato da alcuni presenti, ha poi rivelato: “L’ho fatto per Gaza! Palestina libera!”, prima di essere arrestato.

Elias Rodriguez: un profilo radicalizzato

Rodriguez era un attivista pro-palestinese e per un breve periodo è stato membro del Partito per il Socialismo e la Liberazione. Sui social aveva condiviso un manifesto a sostegno della causa palestinese. L’FBI, che ha perquisito la sua abitazione a Chicago, ha confermato che il killer ha agito da solo e che non era noto alle forze dell’ordine. Ora rischia la pena di morte.

Reazioni degli Stati Uniti e di Israele

Il presidente Donald Trump ha condannato l’attacco come un “orribile crimine di odio antisemita” e ha espresso il suo sostegno al premier israeliano Benjamin Netanyahu, riaffermando l’impegno USA contro Hamas e il terrorismo. La Casa Bianca ha ribadito la necessità di “sradicare l’antisemitismo ovunque si manifesti”.

Israele accusa i leader europei di “istigazione”

Il governo israeliano ha accusato apertamente Emmanuel Macron, Keir Starmer e Mark Carney di avere “incoraggiato la propaganda terroristica palestinese”. Per Netanyahu, l’attacco è “il frutto dell’istigazione selvaggia contro Israele”. Il ministro della Diaspora ha parlato di “sangue ebraico versato per colpa di chi non ha tracciato confini morali”. Parole forti, che hanno innescato una dura reazione da Parigi, che ha definito le dichiarazioni israeliane “oltraggiose e ingiustificate”.

Allerta sicurezza e polemiche politiche

La sicurezza a Washington è stata rafforzata, specialmente nei luoghi sensibili come la Casa Bianca e il Congresso. Il gesto ha riacceso il dibattito sul clima di odio generato dalla guerra a Gaza e sulle responsabilità politiche internazionali. Secondo Netanyahu, “chi oggi difende Hamas si schiera contro la storia e l’umanità”.

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